NON CI SONO PIÙ GLI SCHIAVI DI UNA VOLTA – PER COMPLETARE IL GRAND EGYPTIAN MUSEUM CI SONO VOLUTI 20 ANNI (COME PER LA PIRAMIDE DI CHEOPE) – IL GIGANTESCO SPAZIO ESPOSITIVO DEL "GEM", ALLA PIANA DI GIZA,  SI ESTENDE SU 500MILA METRI QUADRATI. PER LA PRIMA VOLTA, SARÀ ESPOSTO IL CORREDO COMPLETO DI TUTANKHAMON – UN’OPERA COLOSSALE COSTATA UN MILIARDO, CHE OSPITERÀ 100MILA REPERTI, DI CUI 20MILA MAI ESPOSTI, TRA CUI TRONI, SARCOFAGI, MASCHERE MORTUARIE E…

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Estratto dell’articolo di Giuseppe Videtti per “Il Venerdì di Repubblica”

 

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Grand Egyptian Museum

La nostra destinazione è a due passi: a Ovest s'intravede la punta della Grande Piramide, quella di Cheope, che sappiamo essere a due chilometri dall'"oasi" che vorremmo raggiungere.

Ci siamo quasi, il Grand Egyptian Museum si scorge dall'altra parte dello stradone ancora sterrato […]

 

«Qui sta succedendo qualcosa di grosso» commenta Omar, l'autista, per niente spazientito, abbassando il volume della radio che trasmette Beyoncé e Wegz, John Legend e Marwan Pablo. Ha venticinque anni, studia lingue orientali all'università e arrotonda con Uber: «Per voi magari è solo un altro museo, ma GEM è il sogno che gli egiziani covano dagli anni 80. È la nostra quarta piramide».

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Ormai tutti lo chiamano affettuosamente così, GEM: le aspettative sono enormi, sanno che quando sarà inaugurato, ufficialmente entro fine 2023 (al massimo entro i primi mesi del 2024 secondo quanto comunica prudentemente il ministro del Turismo, per evitare l'al lupo al lupo degli ultimi anni), sarà il completamento di un riassetto urbanistico che sta cambiando radicalmente il volto della metropoli egiziana, con lo spostamento di centri nevralgici in zone suburbane che assomigliano più a Dubai che alla Cairo fatimita.

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Il vecchio Museo Egizio in stile neoclassico, gioiello di Piazza Tahrir, nel cuore del Cairo, che dal 1902 incanta viaggiatori e turisti con le sue vetrine polverose e i preziosi reperti affastellati in bacheche tarlate, resterà al suo posto come una delle numerose testimonianze di questa civiltà millenaria, ricca e ancora misteriosa. Ma sarà orfano del più prezioso e leggendario dei suoi tesori, perché Tutankhamon, con l'aureo corredo scoperto 101 anni fa dall'archeologo inglese Howard Carter nella Valle dei Re, in una tomba rimasta sigillata per oltre due millenni, sta già traslocando. D'ora in poi abiterà al GEM.

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Per quanto l'architettura ardita e le dimensioni faraoniche del Grand Egyptian Museum siano state diffuse con dovizia di particolari già nel periodo pre-pandemico, il colpo d'occhio, all'arrivo per uno dei tour pre-apertura organizzati dal museo, è pazzesco: almeno quanto la vista aerea che ne rivela, tra le dune, la pianta triangolare inquietante, aliena ma ben integrata nel paesaggio.

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[…] ci si raduna nello spiazzo antistante, una spianata accecante, oltre due ettari ricoperti di granito di Aswan con al centro un obelisco sospeso: un reperto mai esposto che ha la bella età di 3.500 anni. È la tecnologia a sostegno della Storia, un lusso che il vecchio Museo Egizio non avrebbe potuto permettersi per mancanza di spazio e sovrabbondanza di reperti. Da qui, a men che non si resti paralizzati da un attacco di agorafobia, si procede, a piedi o con navette elettriche già disponibili per anziani, disabili e visitatori pigri, verso i 500 mila (!!!) metri quadrati del GEM, l'area museale più grande del mondo dedicata a un'unica civiltà, delimitata da un muro perimetrale alto trenta metri che corre per oltre seicento a destra e a sinistra dell'ingresso principale.

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La facciata è realizzata in vetro, marmo e 10 mila tonnellate di alabastro (proveniente da cave egiziane) sagomati a triangoli (ci sono pannelli che alimentano la struttura con energia solare) […]

la statua di Ramses II (83 tonnellate, alta 12 metri) sia arrivata fin lì, ad accogliere i visitatori. «Fu scoperta dall'archeologo Giovanni Caviglia nel 1820, sarebbe finita in Italia se non fosse stata troppo pesante. Nel 1955, il presidente Nasser la volle a Bab el-Hadid Square, di fronte alla stazione ferroviaria del Cairo, e lì è rimasta fino a pochi anni fa. Il 22 ottobre e il 22 febbraio – giorni della sua nascita e dell'incoronazione – il volto del faraone verrà illuminato in pieno dal sole che filtra da quella fessura lassù. Come accade, esattamente nelle stesse date, alla sua statua all'interno del tempio di Abu Simbel».

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L'effetto scenografico ci aveva già sbalorditi a marzo, quando era iniziato il periodo di prova con visite guidate (30 euro) per piccoli gruppi. Di più ci ha colpiti a giugno, quando siamo tornati per verificare alcuni dettagli che erano stati messi a punto: le statue monumentali già al loro posto; cominciavano ad arrivare quattrocento reperti al giorno (il GEM ne ospiterà 100 mila, ventimila mai prima esposti);

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le 107 teche per i manufatti che Tutankhamon avrebbe dovuto usare nell'aldilà appena consegnate da produttori italiani e tedeschi; le due enormi barche solari riassemblate e sistemate nello spazio a loro riservato sul lato Nord (quella di Cheope è lunga 43 metri e larga 10).

E naturalmente i pezzi del tesoro del faraone bambino. Troni, sarcofagi, maschere mortuarie attentamente sottoposti a ulteriori lavori di conservazione liberandoli dalla cera con cui Carter li aveva spalmati per evitarne l'usura: tutto è pronto per la morbosità dei mortali.

 

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[…] il GEM ha bisogno di fare cassa, il costo della "quarta piramide" è di un miliardo di dollari e l'economia egiziana non versa in buone condizioni […]

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Il GEM, in lavorazione dal 2002, è fuori tempo massimo; il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, nel novembre 2022, è passato, sarebbe stata l'occasione d'oro per un'apertura memorabile.

Un progetto troppo ambizioso? Soprattutto ingrato: stupire con un'opera che si trova a gareggiare (a causa della distanza ravvicinata) con la più antica delle sette meraviglie del mondo antico. Tuttavia, la costruzione del GEM in questi ventun anni è stata assai tormentata, con impedimenti e intoppi che solo un faraone della statura di Ramses II avrebbe potuto superare.

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Il bando fu indetto nel gennaio 2002, quando il presidente Hosni Mubarak pose la prima pietra. Fu il team di architetti irlandesi Haneghan Peng ad aggiudicarsi l'appalto, nel 2003; i lavori iniziarono nel 2005, non senza problemi di varia natura, data l'entità del budget: ambientali, economici e politici. La Primavera araba del 2011 mise a repentaglio l'intero progetto; durante la rivoluzione di Piazza Tahrir un gruppo di ladri, approfittando del caos, entrò nel Museo Egizio e portò via alcuni oggetti, salvo poi abbandonarli poco dopo.

 

Nel 2014, dopo la presa del potere da parte di Al Sisi, la costruzione è ripresa, grazie anche a finanziamenti e prestiti arrivati dall'estero: fra tutti, il più consistente è quello giapponese, che ammonta a 350 milioni di dollari. Quando finalmente l'avanzamento dei lavori sembrava spedito, la pandemia ha causato una nuova battuta d'arresto, complicando ulteriormente la situazione economica dell'Egitto, che già non brillava.

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Tutti questi problemi però non hanno fermato il progetto

 

[…] Certo, il lavoro non è finito. Nel Centro di conservazione, il gigantesco laboratorio di restauro dove operano esperti egiziani e di ogni nazionalità, c'è ancora molto da fare, poiché le nuove scoperte archeologiche arrivano con frequenza quotidiana da Luxor, Asyut, Fayyum, Alessandria e Saqqara (il sottosuolo egiziano ne restituisce a getto continuo). Ma il GEM ora sembra finalmente pronto per accogliere il turismo di massa.

 

I visitatori, dopo aver indugiato di fronte al colosso di Ramses e alle statue di Tolomeo II e Arsinoe II collocate nel foyer, potranno varcare le porte a vetro scorrevoli e salire lo scalone monumentale, che si presenta come la gigantesca quinta teatrale di una austera Aida postmoderna in bianco e nero firmata Eisenstein, suggestivamente fiancheggiato da statue su quattro livelli che rappresentano una sorta di hall of fame dei faraoni e delle divinità dell'antico Egitto.

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In cima, la vetrata con una delle più belle cartoline del mondo: una vista della piana di Giza che certamente, dopo la visita alle stanze di Tutankhamon, sarà l'attrazione fatale del GEM.

 

La galleria dedicata al faraone bambino (1341 a.C. – 1323 a.C.) occupa uno spazio di settemila metri quadrati e mostra per la prima volta assemblato in un unico luogo il tesoro scoperto da Carter: quello in mostra al vecchio museo di Piazza Tahrir era solo una minima parte, il resto era nei depositi sotterranei. In tutto si tratta di oltre 5.500 reperti, ora organizzati dal tedesco Atelier Bruckner in un allestimento che suggerisce una vera processione funebre.

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