NON FATE GIRARE I BERGOGLIONI AL PAPA - DOMANI MATTINA, I VERTICI DELLA COMUNICAZIONE VATICANA PAOLO RUFFINI E ANDREA TORNIELLI SONO STATI CONVOCATI DAL PONTEFICE CHE NON HA GRADITO LA CENSURA CHE ATTUANO OGNI VOLTA CHE DECIDE DI CONCEDERE UN'INTERVISTA - LA GOCCIA CHE HA FATTO TRACIMARE IL VASO È STATA L'INTERVISTA DATA DA PAPA FRANCESCO A “SPORTWEEK”, DI INIZIO ANNO. A QUEL PUNTO E' STATO LUI A FAR PRENDERE CONTATTO DIRETTO CON FABIO MARCHESI RAGONA PER L’INTERVISTA SU CANALE5 – PERCHÉ IL RAPPORTO CON LA RAI È FINITO SU UN BINARIO MORTO…
-VIDEO: L'INTERVISTA DI FABIO MARCHESI RAGONA A PAPA FRANCESCO
DAGONOTA
Domani mattina, 16 gennaio, i vertici della comunicazione vaticana Paolo Ruffini e Andrea Tornielli sono stati convocati dal Papa. Probabilmente non succederà, almeno non subito, ma tra gli addetti ai lavori (e ai livori con la tonaca) quasi tutti sperano che questa sia la volta buona perché i due, facendo appello a un minimo di dignità, approfittino della probabile sfuriata papale per togliere il disturbo.
Bergoglio non ha gradito la censura che i media vaticani attuano continuamente ogni volta che decide di concedere un'intervista oppure di partecipare a qualche evento comunicativo come prefare qualche libro, registrare un video messaggio o altro.
La goccia che ha fatto tracimare il vaso è stata l’ennesima protervia operata dai media vaticani (il fatto è stato da loro totalmente ignorato) sull'intervista data da Papa Francesco a ‘’Sportweek’’, di inizio anno. La rivista ha anche distribuito un libro con i pensieri finora espressi dal Papa sul calcio e dintorni. Alcuni estratti dell'intervista del settimanale erano stati anticipati sulla Gazzetta dello Sport il 2 gennaio.
Quanto invece all'apparizione del Papa sulle reti del Biscione, la richiesta giaceva nei cassetti del Dicastero della Comunicazione da molti anni, dai tempi di don Dario Viganò e lì sarebbe restata se dopo l'ennesima censura subita, al Papa argentino sono girati i bergoglioni.
E' stato lui a far prendere contatto diretto con Fabio Marchesi Ragona, il bravo vaticanista che ha de-ciellinizzato l'informazione religiosa del Biscione, e a mettersi d'accordo sui tempi e modi di realizzazione. La vera esclusiva mondiale il Papa l'aveva data al Tg1 il 3 aprile, quando al Tg delle 20 aveva consegnato il messaggio per le famiglie del mondo ripreso dai network dell'intero pianeta.
E quindi nessuno in Vaticano si è meravigliato se venerdì 8 gennaio siano state fonti del Tg1 (che lo avevano certamente appreso da fonte diretta) ad avvertire la sala stampa vaticana, all'oscuro come sempre di tutto, dell'avvenuta registrazione e dell'imminente messa in onda del Papa sulle reti della concorrenza.
Mediaset, che si è ben guardata dal far uscire la sua "esclusiva mondiale" il sabato per non disturbare la De Filippi, ha usato l'artiglieria pesante bombardando le sue reti di spot e raccogliendo, tutto sommato, anche abbastanza poco. Il clou della serata è stata ovviamente l'intervista di Bergoglio che ha superato il 19 di share mentre i programmi Amadeus e Elena Sofia Ricci, in onda nella stessa fascia oraria, non perdevano nulla dei loro ascolti, attestandosi come di consueto oltre il 17 e il 22 per cento.
La serata Mediaset comprendeva anche un film e un dibattito che non hanno avuto alcun tipo di exploit, attestandosi sotto i risultati domenicali di Canale 5. L'aspetto positivo per la Rai è l'apertura di una prima, e seria riflessione, sui suoi vaticanisti, mammasantissimi (e mammasantissime) intoccabili perché presunti garantiti da questo e quello, tutti sicuri di avere contatti potenti e alti, con almeno un'intervista al Papa nel cassetto, tutti rivelatisi invece come degli scappati di casa, appartenenti alla categoria “cattolici di professione” autoreferenziati, miracolati da chissà chi, certamente non dal Papa o dal Vaticano.
Il quale, dopo la stagione d'oro della vaticanistica Rai terminata nella seconda decade del 2000, è fortemente tentata di togliere la trasmissione degli eventi papali alla nostra radio televisione di stato. Cosa che, tutto sommato, andrebbe anche a vantaggio della Rai che per il Vaticano spende generosamente ricavandone solo dispute e pettegolezzi dai soliti tre o quattro cortigiani di turno.
E che si vede costretta a sopportare, da anni, che tutti i membri dell'ufficio comunicazioni sociali della Cei abbiano il contratto di autori della trasmissione "A sua immagine" (una macchinetta mangiasoldi ormai vecchia di quasi 40 anni) e che alcuni di loro abbiano anche contratti nella fascia di Uno Mattino gestita da Rai Uno.