NON È UN MONDO PER UOMINI: VOGLIONO METTERE LA GONNELLA PURE A JAMES BOND – IN QUESTA SBORNIA DA CANCEL CULTURE E DI PSEUDO-FEMMINISMO, L’UNICO MODO PER SCALFIRE LE “CERTEZZE DEL MASCHIO BIANCO” PARE ESSERE DIVENTATO SNATURARE LO 007 PARTORITO DA IAN FLEMING – IN REALTÀ JAMES BOND È JAMES BOND PROPRIO PERCHÉ È SEMPRE UGUALE A SE STESSO: RENDERLO DONNA SAREBBE COME REVOCARGLI LA LICENZA DI UCCIDERE PERCHÉ NON È PIÙ POLITICAMENTE CORRETTO – E PURE DANIEL CRAIG SI INCAZZA… VIDEO
-
Caterina Soffici per "la Stampa"
Come non essere d'accordo con Daniel Craig? «James Bond non può essere donna» ha detto in un'intervista a Radio Times per il lancio di No Time To Die, di cui si è già parlato a dismisura perché l'ultimo capitolo che vedrà Craig nei panni di 007 è stato rimandato all'infinito causa pandemia. Ora sta finalmente per uscire nelle sale e l'abile operazione di marketing ha già suscitato l'effetto voluto, e infatti siamo a qui a parlare non tanto del film quanto del fatto se a prendere il testimone debba essere una donna, meglio se nera, come era trapelato già un paio di anni fa.
Allora si parlò di Lashana Lynch, 33enne londinese di origini giamaicane e la reazione della rete - il vero accanito termometro per questi tempi di rancori e opinioni a ruota libera - fu talmente violenta da costringere l'attrice a cancellarsi dai social.
Vedere infrangersi le certezze del maschio bianco predatore da tastiera sarebbe per me l'unico punto a favore dell'idea di mettere la gonnella al mito dell'agente segreto al servizio di sua maestà. Ma sarebbe ben poca soddisfazione e - credo - produrrebbe gli effetti contrari a quelli sperati. Se è vero che i tempi cambiano e che anche la fiction deve cambiare di pari passo perché la rappresentazione non sia troppo lunare rispetto alla realtà, 007 è 007 perché è sempre uguale. Sono cambiati i vestiti, da quelli di sartoria di Savile Row ai completi attillati di Tom Ford.
Ha armi sempre più diaboliche, auto sempre più sofisticate, effetti speciali sempre più avveniristici, cattivi sempre più all'avanguardia, ma lui è sempre lui, è il gentiluomo uscito dai romanzi di Ian Fleming, è il tipico britannico snob dall'aplomb impeccabile. Renderlo donna sarebbe come fargli mescolare il Martini invece di agitarlo, tagliare la battuta che tutti aspettano («Mi chiamo Bond, James Bond») o revocargli la licenza di uccidere perché non è più politicamente corretto.
In questo turbine di cancellazioni culturali, dove si modificano le curve a Jessica Rabbit e si inseriscono avvisi prima della visione di film «colonialisti» come Via col vento per non turbare le coscienze woke, sarebbe invece più utile e intelligente ridisegnare gli altri personaggi, farli crescere e renderli più accattivanti. E anche su questo siamo d'accordo con Daniel Craig, quando a Radio Times ha spiegato che per lui la soluzione è chiara: «Ci dovrebbero semplicemente essere parti migliori per le donne e gli attori di colore». A cominciare dalle figure femminili, le cosiddette Bond Girls, le morette e le biondine il cui unico ruolo era sculettare, fare le gattine per sedurre l'affascinante agente segreto per conto di qualche cattivo.
Mettiamo definitivamente le bond girls nell'armadio insieme ai vestiti anni 70 della nonna, cospargiamole di naftalina e chiudiamo a chiave la porta. E facciamo che quel tontolone di James si accompagni con donne intelligenti e professioniste, con ingegnere spaziali e ossi duri, con cattive di rango e con donne di piglio. In verità il percorso di rinnovamento delle ancelle di 007 è già stato intrapreso e ci aspettiamo che prenda il volo con No Time To Die, visto che a firmare la sceneggiatura è Phoebe Waller-Bridge, attrice, comica e autrice di comprovata fede femminista, mente geniale che ha creato capolavori dell'ironia e dell'innovazione come Killing Eve e Fleabag, una a cui piacciono le donne che fanno cose che non dovrebbero fare e dicono cose che non devono dire.
Le premesse ci sono, aspettiamo di vedere se il risultato è all'altezza. Queste innovazioni sarebbero di certo più utili per rompere gli stereotipi e gli schemi della discriminazione di genere. Mentre uno 007 donna non servirebbe neppure a rompere il soffitto di cristallo (abbiamo già avuto un M donna, nei panni di Judi Dench) ma piuttosto consacrerebbe l'originale nel suo ruolo di macho mitologico