NON SOLO IL MOSE: DOBBIAMO SPENDERE ALTRI SOLDI PER VENEZIA - PER SALVARE PIAZZA SAN MARCO ARRIVA LA PROPOSTA DI INSTALLARE SUL MOLO DELLE PARATOIE AMOVIBILI, MODULI DI CIRCA TRE METRI PER UN METRO DI ALTEZZA NON VISIBILI, ALZATI CON DUE PISTONI IDRAULICI E DOTATI DI POMPA - SI LAVORA AL PROGETTO PER L'IMPERMEABILIZZAZIONE DELL'INTERA BASILICA CON UNA “BARRIERA” TRASPARENTE IN PLEXIGLASS, SPESSA DUE CENTIMETRI E ALTA DUE METRI…

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Enrico Tantucci per “la Stampa”

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Il futuro della difesa dalle acque alte si chiama «insulae». Microparti della città che possono essere rialzate e difese localmente con piccole paratoie e l' isolamento degli scarichi. L' idea non è nuova. Adesso ripresa da un ingegnere del litorale, Antonio Ieno, insieme a un gruppo di lavoro composto da Robis Camata, Giuseppe Limonta, Georg Umgiesser, Guglielmon & Nesto e Officine Vio.

 

Si chiama progetto «Papa» (Paratoie amovibili contro gli allagamenti) e si propone di «proteggere piazza San Marco e le sue immediate adiacenze dalle maree superiori a 76 centimetri e fino a 110, quota in cui dovrebbe entrare in funzione il Mose una volta ultimato».

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«L' idea», spiega il progettista, «è quella di installare sul Molo di San Marco uno sbarramento interrato tra pietra d' Istria e masegni. Moduli di circa tre metri, per un metro di altezza non visibili, alzati con due pistoni idraulici e dotati di pompa. Protezione che funziona fino a 190 centimetri, assicura l' ingegnere». Ieno era tra coloro che avevano presentato nel 2006 un progetto alternativo al Mose, poi bocciato dal governo. Anche quello basato sulla «reversibilità e sperimentabilità» delle difese. «La strada oggi», dice, «è quella predisporre difese locali a basso impatto». Progetto consegnato al Provveditorato e al Comune. «Avrebbe tempi brevi di realizzazione, e un costo complessivo piuttosto basso, non oltre i 15 milioni di euro».

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Il sistema prevede l' installazione di valvole e motopompe. E poi andranno bloccati con le piccole paratoie idrauliche i punti da dove l' acqua entra e arriva in Piazza. I rilievi batimetrici effettuati riguardano ad esempio la fondamenta della Canonica, dove l' acqua arriva in terra quando la marea supera i 125 centimetri. E poi le parti più basse. La calle dei «Baloni», a una quota di 105, il ponte della Guerra (100 centimetri), il ponte della «Vecchia Murano», allagato a 95 centimetri. Infine, il sotoportego del Cavalletto (105), il ponte della Paglia-palazzo Ducale (90 centimetri).

 

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Intanto la Procuratoria lavora al progetto per l' impermeabilizzazione dell' intera basilica di San Marco. Una «barriera» trasparente in plexiglass, spessa due centimetri e alta due metri, che dovrebbe isolare la chiesa dalle maree. Isolati i contorni, sarebbe garantita l' impermeabilità del pavimento, perché sotto le fondazioni a una quota di meno quattro metri si trova il caranto, la pietra sopra l' argilla impermeabile.

In discussione anche il progetto di isolamento della Piazza.

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Idee buone, le insulae, intanto per difendere il patrimonio artistico dalle maree medio alte. Un' opera intrapresa molti anni fa, ma poi abbandonate per finanziare il Mose. In laguna le difese per insulae funzionano adesso a Sant' Erasmo. Dove il restauro delle chiaviche ha permesso di isolare il territorio dall' acqua salata. Funzionava fino alla marea straordinaria dell' altro giorno a Pellestrina, dove sono state costruite vasche e muretti ma non le pompe. Dunque l' acqua che entra - come nel caso di martedì notte - non riesce più ad uscire.

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