Rory Cappelli per “la Repubblica - Edizione Roma”
Sono le dieci di sera e piazza dei Sanniti inizia a riempirsi di gente. Un ragazzo con una bottiglia in mano e uno zainetto sulle spalle ingolla un sorso di birra e poi dice: «Ogni sera scenno a San Lollo». E come lui centinaia di altre persone che invadono le strade, le piazze, gli androni, gli scalini, gli ingressi delle scuole. In piazza dei Sanniti c'è il Nuovo Cinema Palazzo, «un angolo di legalità rimasto, almeno per ora, al quartiere: per un periodo ha ospitato un Bingo, poi doveva diventare una sala giochi» dice Viola, attivista di Libera Repubblica di San Lorenzo, che riunisce un gruppo di associazioni del quartiere.
«Ci stanno portando via tutto: Il grande cocomero, impegnato a combattere il disagio mentale, che ha ricevuto lo sfratto con la delibera 140» dice ancora Viola, «così come lo sfratto l'ha ricevuto la Palestra popolare, mentre le ex Fonderie Bastianelli, dove c'era un centro sociale, sono state prima sgomberate e poi buttate giù».
Poco oltre piazza dei Sanniti, superato il ristorante Pommidoro dove consumò la sua ultima cena Pier Paolo Pasolini, si entra in via degli Ausoni: ragazzi a frotte davanti a Celestino, vero spaccio di alcolici («fanno lo sciottino a due euro» spiegano) che gli abitanti di questo spicchio di San Lollo vedono come il fumo negli occhi. Schiamazzi, urla, gente sdraiata sui marciapiedi, portoni usati come orinali, Celestino sono riusciti a farlo chiudere quattro volte.
Ecco San Lorenzo, dove accanto al degrado, al vandalismo, alle decine di furti nelle scuole, alla droga, all'alcol e agli arresti c'è una comunità impegnata e creativa, un quartiere dalla doppia anima, che dai tempi della Resistenza non smette mai di lottare.
Tra locali striminziti gestiti da bengalesi e pizze al taglio, si arriva in via dei Sabelli.
Qui c' è il murales contro il femminicidio: lo avevano imbrattato, lo hanno ripulito, e mostra una sfilata di sagome femminili, al centro un nome e una data, quella della morte. Intanto il vociare da rumore di sottofondo, quasi discreto, si fa fracasso confuso, sembra di stare a un concerto: assiepati, attaccati l'uno all' altro come sotto un palco, si entra in largo degli Osci dove verso l'una arriva a sirene spiegate un'ambulanza. E poi sirene e ancora sirene perché più sotto, in via degli Anamari, è andato a fuoco un pub, e accorrono 3 autobotti dei vigili del Fuoco, viene sgomberato un palazzo di 7 piani, il proprietario resta ferito e due inquilini intossicati.
All'ingresso dell'asilo Lucignolo e Pinocchio è pieno di persone sdraiate e bottiglie: «Fossero le bottiglie il problema» dice Eva, che ci porta la figlia. «La mattina sono ancora tutti qui, collassati: se vuoi entrare devi scavalcarli». E tutt' intorno spazzatura a mucchi: «E certo» dice Gigliola, attivista anche lei di Libera Repubblica. «L'Ama fa la raccolta per 10mila persone, ma ogni giorno ne passano il doppio».
In piazza dell'Immacolata Yasmine offre «erba bona, ne ho sacchettate, annamo, divertiteve». Intanto una donna prende a schiaffi, calci e pugni un «infame! Stamme lontano! Nun me devi nomina', frocio de mmerda!» che si difende alzando le mani. «Ma San Lorenzo non è solo degrado» dice ancora Gigliola. «Certo se cancelli tutti gli elementi identitari positivi poi non puoi lamentarti se c'è un deserto» continua.
«Ci sono due importanti pressioni sul quartiere: una è quella commerciale. Licenze a centinaia e locali con lavoratori in nero. L'altra pressione è edilizia: il piano regolatore prevedeva una compensazione per la mancanza di verde. Dov'è? Si continuano a dare permessi per costruire: il vero degrado è l'incapacità dell' amministrazione».
Anche perché in mezzo a tutto questo baillame notturno, c' è anche una San Lorenzo di giorno, una fucina di iniziative, solidarietà, spazi pieni di energia e idee. Davanti all'ex Dogana che il sabato diventa discoteca e ospita concerti (il 6 aprile si esibiscono gli Oasis), c'è Karalò, che in lingua mandinga vuole dire "sarto". E infatti si tratta di un gruppo di sarti africani che fa di tutto e lo fa bene. Karalò si trova all'interno di Communia che ha anche un'aula studio, sempre affollatissima.
Qui dietro, in via dei Bruzi, c'è Civico Zero, di Save The Children, per minori migranti che seguono anche corsi di fotografia e vengono spesso esposti da Come Se, gestito dall'architetto Rosetta Angelini, che, oltre a mostre, organizza eventi legati aambiente, economia sociale e anche un Gas (gruppo di acquisto solidale): «Siamo 50 famiglie e acquistiamo da piccoli produttori del Lazio con lavoratori in regola». Rosetta una volta a settimana offre il pranzo ai 70-80 ragazzi di Civico Zero e per il 9 aprile ha previsto una cena per raccogliere fondi per Emergency.
Di giorno, poi, nella piazza del mercato che di notte si trasforma in un macello, c' è anche chi fa lezioni di latino: nel banchino della Nave dei Folli. C' è anche questo laggiù, a San Lollo, dove scendono i ragazzi.