IL NUOVO FRONTE DELLA GUERRA È IL MEDITERRANEO – LA MARINA AMERICANA HA RECUPERATO UN CACCIA F-18 HORNET, CADUTO LO SCORSO 8 LUGLIO DALLA PORTAEREI TRUMAN, NON LONTANO DALLE COSTE CALABRESI – C’È CHI IPOTIZZA CHE QUEL TIPO DI JET ABBIA APPARATI SPECIALI IN GRADO DI SPIARE LE NAVI RUSSE ATTIVE NELLA ZONA: EQUIPAGGIAMENTI TOP SECRET CHE NON DEVONO FINIRE IN MANI STRANIERE – LA TENSIONE PER IL PASSAGGIO DI UNA PATTUGLIA RUSSA E IL RECUPERO A 3MILA METRI
-Gianluca Di Feo per www.repubblica.it
Una missione di soccorso nelle profondità del Mediterraneo è stata portata a termine dall'Us Navy. Obiettivo: recuperare un caccia F-18 Hornet caduto dal ponte della portaerei Truman lo scorso 8 luglio non lontano dalle coste italiane. Una giornata di maltempo e venti improvvisi aveva messo in crisi l'ammiraglia americana schierata per contrastare l'invasione dell'Ucraina.
L'incidente
Da febbraio i suoi aerei garantiscono la difesa del fronte sud della Nato e proprio uno degli Hornet appena rientrato da un pattugliamento ha rotto i cavi che lo tengono fissato al ponte ed è finito in acqua: un incidente senza precedenti, che aveva destato grande stupore. In quel momento la Truman stava venendo rifornita da una nave cisterna: si ritiene che si trovasse nello Ionio, a largo della Calabria; ma la posizione non è mai stata confermata.
Lo spionaggio nel Mediterraneo
Gli F-18 dispongono di strumentazioni top secret, come il sistema radar, e c'è chi ipotizza che abbiano apparati speciali installati per spiare le navi russe attive nel Mediterraneo: equipaggiamenti che non possono finire in mani straniere.
Per questo i palombari sono intervenuti subito, utilizzando un minisottomarino telecomandato chiamato Curv-21 per individuare la posizione del caccia: lo hanno trovato su un fondale di quasi tremila metri.
Una profondità superiore agli strumenti dell'Us Navy, che ha ingaggiato una nave speciale - la MPV Everest - della società lussemburghese Maritime Construction Services: si tratta di un'unità impiegata per riparare condotte sottomarine e piattaforme petrolifere.
Il recupero
Il recupero è stato completato il 3 agosto: il velivolo è stato agganciato e portato in superficie, per poi venire issato sulla Everest. Ora si trova in una base americana - probabilmente Sigonella in Sicilia - in attesa di essere trasferito negli States. Il comando della VI Flotta ha lodato la rapidità del recupero, anche se resta aperta un'indagine sull'incidente.
Lo scorso anno un F35B britannico, la versione più segreta del supercaccia, era precipitato nel Mediterraneo orientale, in un'area battuta dagli incrociatori e dai sottomarini di Mosca: in quel caso l'operazione per difendere il relitto era stata più frenetica, con la partecipazione di tutta la flotta Nato, nel timore che parte degli equipaggiamenti venissero prelevati dai mezzi russi.
La sfida con Mosca
Questa volta i rischi di spionaggio sono stati limitati dalla vicinanza alle coste italiane, anche se il movimento di alcune navi russe in viaggio dalla Siria all'Algeria alcuni giorni dopo "l'affondamento" dell'F-18 ha creato momenti di tensione: la pattuglia era composto da una petroliera e da un battello per ricerche idrografiche, in grado di perlustrare i fondali.
La scorta della Truman ha impedito che si avvicinassero alla zona delicata, tenendo d'occhio gli spostamenti della Marina di Mosca. Si tratta delle ultime operazioni della portaerei, rimasta per oltre sei mesi in azione: nei prossimi giorni verrà rimpiazzata dalla Bush, salpata alcuni giorni fa dagli States.