OBBLIGO O VERITÀ - L'IMMUNOLOGO LE FOCHE È CONTRARIO ALL'INTRODUZIONE DEL VACCINO PER LEGGE: "CON CHI ESITA SERVE LA PERSUASIONE. HO RIBATTUTO CON CALMA AI DUBBI DI UN RUNNER, CREDO DI AVERLO CONVINTO. LA NORMALITÀ È VICINA, L'OBIETTIVO È AVER IMMUNIZZATO L'80% DELLA POPOLAZIONE OVER 12 ENTRO SETTEMBRE. I GIOVANI NON PREOCCUPANO, HANNO CAPITO MEGLIO DEGLI ADULTI CHE BISOGNA EVITARE IL VIRUS..."
-Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
«L'altro giorno per strada sono stato fermato da un runner che si stava allenando. Non sapeva se fossi medico o giornalista, in ambedue i casi mi ha accusato di non dire la verità sui vaccini. Ci siamo fermati a parlare. Gli ho chiesto di esprimermi i suoi dubbi ai quali ho ribattuto uno per uno, con calma e fermezza. Mi ha ringraziato. Credo di averlo convinto».
La persuasione è, secondo l'immunologo clinico Francesco Le Foche, la via più veloce per ricondurre una buona parte di italiani «esitanti» a convertirsi alla profilassi anti Covid.
Sono 10 milioni i cittadini non ancora raggiunti neppure da una dose. Come si fa a recuperarli?
«Non dispero, sono certo che se avessero l'opportunità di un incontro con un medico motivato potremo portarne almeno il 10% dalla nostra parte. L'obiettivo della struttura commissariale è arrivare a coprire l'80% della popolazione over 12 entro settembre per mettere in sicurezza la comunità, innanzitutto i non vaccinati.
Non chiamiamola immunità di gregge, concetto superato. Ma immunità sociale. La vita potrebbe riprendere il normale corso. La normalità è dietro l'angolo. Non sprechiamo questa occasione. I giovani non preoccupano, hanno capito meglio degli adulti che bisogna evitare il virus».
Lo stesso obiettivo non sarebbe più velocemente raggiungibile con l'obbligo?
«No, penso il contrario. La persuasione sarebbe anzi una scorciatoia. I no vax sono sempre esistiti, ma restano una minoranza. Gli altri sono solo titubanti che per paura si barricano dietro informazioni alterate, non veritiere».
Però non tutti hanno l'opportunità di incontrare medici motivati o, meglio, di imbattersi in qualcuno di loro mentre si allenano.
«Confido invece nella collaborazione dei colleghi. Chi in famiglia non ha contatti con un medico di famiglia o uno specialista?».
Crede sia sufficiente?
«La persuasione è l'arte di chi ha argomenti inconfutabili e la scienza li possiede in quanto si basa su studio e prove dimostrabili, incontestabili. Inoltre possiamo contare su uno stimolo a vaccinarsi molto efficace, il green pass. Senza quello la libertà personale è già molto limitata e lo diventerà ancora di più».
Sono scoperti da ambedue le dosi 3,5 milioni di over 50, 1,7 milioni di 12-19 enni, 5 milioni fra 20 e 49 anni, un milione di 60enni. Non pochi.
«Sopra i 50-55 anni i non vaccinati sono un pericolo per sé stessi perché rischiano di sviluppare una forma di Covid-19 grave ed essere ricoverati e soprattutto mettono a repentaglio la salute di chi non può vaccinarsi per motivi medici.
Bisogna guardare oltre sé stessi e pensare a tutti quei malati con patologie gravi diverse dal Covid, a cominciare dagli oncologici, che in questi lunghi mesi non sono stati curati tempestivamente o per nulla proprio perché gli ospedali erano ingolfati dal Covid».
Finora ripetere che in ospedale finiscono solo i non vaccinati non è stato un argomento vincente. Come mai?
«Dovrebbe esserlo. L'Istituto superiore di sanità ha pubblicato dati inconfutabili: i vaccini riducono del 96% la probabilità di malattia grave o del ricovero in ospedale. La prospettiva di finire in rianimazione ed essere intubati può essere evitata con due punture che nella stragrande maggioranza dei casi non producono effetti avversi e quei pochi episodi gravi, ammesso che siano collegabili alla somministrazione, si risolvono senza conseguenze per la salute. L'ultimo rapporto di farmacovigilanza dell'agenzia Aifa parla chiaro».
Si avvicina l'avvio dei richiami con una terza dose. Alcune Regioni, come il Lazio, sono pronte dalla prossima settimana. Si comincia con le persone dal sistema immunitario debole. Perché è importante?
«In Israele è stato osservato che la terza dose aiuta a rinforzare la risposta immunitaria. In certe persone questa tende a decadere più velocemente. Poi toccherà anche agli operatori sanitari, esposti per professione, e agli anziani delle residenze sanitarie assistite. La validità di questa strategia è dimostrata da dati raccolti sul campo».