OBLIO, BALSAMO MIO! - MASSIMO CACCIARI E L’ELOGIO DELLA DIMENTICANZA (O DEL RINCOGLIONIMENTO): "LA MEMORIA È LA NOSTRA OSSESSIONE, CON LEI PENSIAMO DI SPIEGARE OGNI COSA. MA NON SI DAREBBE ALCUN RICORDO SE NON DIMENTICASSIMO. NON RICORDARE DATI E FATTI CI STUPIRÀ QUANDO PER FORZA DOVREMO RICHIAMARLI ALLA MENTE. COSI’ PER PERDONARE CHI CI HA OFFESO O È IN DEBITO CON NOI DIREMO: HO DIMENTICATO" 

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Massimo Cacciari per “la Stampa”

 

massimo cacciari a cartabianca

Perché elogiare la dimenticanza? Non è soltanto la memoria che per noi ha valore? Certo, ora la memoria è affidata ai nostri potenti strumenti (o a quella Tecnica che scioccamente presumiamo sia soltanto "strumentale"), ma è discorso antico, nato già con la scrittura.

 

Anche allora molti saggi affermavano o temevano che quella straordinaria invenzione avrebbe finito con l'infiacchire sempre di più la nostra facoltà di ricordare.

 

Comunque sia, l'arte della memoria ha costituito l'ossessione della nostra specie. Vorremmo tutto ricordare, così come tutto sapere, risalire alla Causa, spiegare così la ragione sufficiente di ogni cosa. Ammiriamo la potenza della memoria, magna ista vis, nimis magna, grande, troppo grande, dice Agostino.

 

Ci inoltriamo con ogni mezzo nei suoi campi immensi, ne proviamo meraviglia come di fronte a un abisso, a un "orrendo": nescio quid horrendum, si sgomenta quasi Agostino di fronte alla sua profunda et infinita multiplicitas.

 

piacere oblio

Perché molteplice la memoria? Di alcune immagini che essa custodisce vado affannosamente alla ricerca, altre immediatamente le trovo, altre ancora mi sorprendono più forti di ogni mia volontà o coscienza. Molteplice sì - ma infinita? Ai suoi spazi non posso assegnare una misura, certamente però non sono infiniti. Essi sono abbracciati dall'oblio, dalla oblivio. Ricordo soltanto ciò che l'oblio non ha sepolto.

 

Immensa è la forza della memoria, ma infinita quella della dimenticanza. Per un nome, un volto, un fatto che della mia vita ricordo, innumeri sono quelli di cui non trovo più traccia. Eppure ricordo di averli dimenticati. Se non lo ricordassi neppure potrei dire che l'oblio li ha sepolti.

 

La forza della memoria giunge al suo culmine allorché ricorda la oblivio, e rende omaggio alla potenza di quest' ultima.

 

cacciari

Oltre ancora a ricordare ciò che ha dimenticato la memoria si protende a "ciò" che è in sé immemorabile. Ogni suo ricordo si staglia sullo sfondo dell'immemorabile. Non ne siamo soltanto coscienti, il fondo in-conscio della nostra coscienza ci costringe non solo a ricordare - in qualche modo come ogni altra specie -, non solo a ricordare la dimenticanza, ma anche a ricordare che vi è un oblio in sé assolutamente incolmabile, quello che riguarda l'Inizio, il Principio, perché si dà vita invece che niente. L'autentica memoria è "modesta" come l'autentica filosofia.

 

L'elogio della dimenticanza è dovuto, tuttavia, anzitutto alla funzione essenziale che essa svolge nel ricordare inteso nel suo senso più proprio. Non si darebbe alcun ricordo se non dimenticassimo.

 

Ricordare tutto è ricordare nulla. Se riportassi al mio cuore, ri-cor-dare, o alla mia mente, tutto, niente conterebbe come essenziale per me, nulla riguarderebbe il mio cuore, ovvero il centro della mia esistenza.

 

La memoria seleziona, discerne, decide, non importa qui se coscientemente o meno. La memoria è forza attiva e immaginativa. Non lo sarebbe se non agisse insieme alla dimenticanza, se tenesse tutto nella sua luce senza essere sempre accompagnata dall'ombra della oblivio.

 

Ricordiamo per umbras, come per umbras vediamo e conosciamo. Il vero ricordare è il vero elogio della dimenticanza.

 

DIRITTO ALL OBLIO

Un barbarico horror vacui sta impadronendosi della nostra idea di memoria, pretendendo di seppellire in sé la oblivio.

 

Dilaga un'idea di memoria come di un immenso contenitore in cui accatastare mucchi di indifferenti ricordi - dati e fatti che col ricordo nulla hanno di affine. Ma per quanto immenso sia l'armadio dei ricordi che riusciremo a costruire, sarà misera cosa rispetto all'infinito della dimenticanza.

 

E alla forza di quest' ultima dovremo per forza ricorrere quando vorremo richiamare alla mente un ricordo o un ricordo ci sorprenderà - o quando, scoprendo una scintilla di bontà nella nostra natura, giungeremo davvero a saper perdonare chi ci ha offeso o è in debito con noi: anche allora diciamo, infatti, "ho dimenticato".

piacere oblio