ORA È NETANYAHU A ESSERE SOTTO ASSEDIO: I PARENTI DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI A GAZA HANNO FATTO IRRUZIONE IN PARLAMENTO A GERUSALEMME E CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PREMIER. OGGI I LABURISTI PRESENTERANNO UNA MOZIONE DI SFIDUCIA, CHE DIFFICILMENTE PASSERÀ, MA È L’ENNESIMO SEGNALE CHE “BIBI” HA LE ORE CONTATE. GLI AMERICANI LO HANNO SCARICATO E IMMAGINANO UN PIANO PER IL CESSATE IL FUOCO INSIEME A EGITTO E SAUDITI – L’ALTO RAPPRESENTANTE UE BORRELL ALL’ATTACCO: “OPPORSI AI DUE STATI È INACCETTABILE. QUAL È LA LORO SOLUZIONE? UCCIDERLI TUTTI?”
-? ?? Hostage families storm Israeli Knesset
The Knesset was suspended after families of the hostages forced their way through security.
Satanyahu is loosing it big time
— Dr. Suhail (@suhaichemistry) January 22, 2024
IRRUZIONE PARENTI RAPITI ALLA KNESSET,'RIPORTATELI A CASA'
(ANSA) - Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani a Gaza ha fatto irruzione questa mattina nella commissione finanze della Knesset chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei rapiti dalla Striscia.
Il gruppo fa parte della protesta che da ieri sera si sta svolgendo nei pressi della residenza a Gerusalemme del premier Benyamin Netanyahu, del quale contestano la scarsa azione per riportare a casa gli ostaggi "prima che sia troppo tardi". Il gruppo dei manifestanti è stato allontanato dalla commissione che tuttavia ha sospeso i suoi lavori.
BORRELL, 'INACCETTABILE OPPORSI A SOLUZIONE A DUE STATI'
(ANSA) - "D'ora in poi si deve parlare di soluzione a due stati e non processo di pace, le parole sono importanti". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell arrivando al consiglio affari esteri.
"So che Israele non è d'accordo ma è inaccettabile, come ha detto il segretario generale dell'Onu. Quindi dobbiamo discutere. Qual è la loro soluzione? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni", ha precisato. "Hamas è uno degli ostacoli alla soluzione a due stati, ma non il solo. Dobbiamo lavorare con il mondo arabo e discutere fra noi gli approcci per ottenere passi avanti".
LABURISTI ISRAELE, MOZIONE SFIDUCIA PER GOVERNO NETANYAHU
(ANSA) - I laburisti israeliani, 4 seggi su 120 alla Knesset, presenteranno oggi una mozione di sfiducia - la prima dall'inizio della guerra - contro il governo di Benyamin Netanyahu a causa "del suo fallimento nel riportare a casa gli ostaggi" trattenuti da Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il partito sottolineando che "il governo non sta prendendo le necessarie decisioni per salvarli e portarli indietro". I laburisti - guidati da Merav Michaeli - hanno detto di attendersi che i partiti di opposizione "sostengano la mozione di sfiducia", anche se le possibilità che questa passi sono scarsissime.
IL PREMIER EQUILIBRISTA TRA IL PRESSING DI BIDEN E IL “NO” DEGLI ESTREMISTI
Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”
Non è un assedio come quello a Yahia Sinwar, il capo di Hamas infrattato nei tunnel che corrono sotto Khan Younis per eludere la caccia dei soldati israeliani, ma anche il primo ministro Netanyahu a questo punto – dopo 106 giorni di guerra – è sotto assedio politico.
A guidare questo assedio c’è l’Amministrazione Biden, che assieme a un gruppo di Stati arabi di primo piano, dall’Egitto all’Arabia Saudita al Qatar, ha immaginato un piano ambizioso per liberare gli ostaggi e restituirli a Israele, terminare il conflitto contro Hamas nella Striscia di Gaza, raccogliere fondi per ricostruire la Striscia devastata dai raid aerei e avviare un processo di pace che culminerà con la creazione di uno Stato palestinese smilitarizzato, vale a dire dotato soltanto di una forza di polizia.
Biden vuole che nel dopoguerra i palestinesi dell’Anp prendano il controllo anche di Gaza. Gli alleati arabi vogliono che questa gestione diventi l’inizio di uno Stato palestinese. Uno Stato arabo influente come l’Arabia Saudita è stato chiaro: se ci sarà lo Stato palestinese riconosceremo Israele e normalizzeremo le relazioni diplomatiche con gli israeliani (e garantiremo finanziamenti per ricostruire Gaza).
Netanyahu risponde no a ripetizione. Giovedì ha detto che «Israele deve controllare l’intera area a Ovest del fiume Giordano, non soltanto a Gaza ma anche in Giudea e in Samaria», che è un respingimento secco dell’idea di Stato palestinese – e rovescia in modo simmetrico lo slogan di molte manifestazioni filopalestinesi, “dal mare al fiume la Palestina sarà libera”. Ha aggiunto anche: «Il primo ministro d’Israele dev’essere capace di dire no anche al migliore dei nostri amici».
Sottinteso: agli Stati Uniti. Venerdì c’è stata una telefonata fra Biden e Netanyahu, per chiarire la cosa e il presidente Usa davanti ai giornalisti ha detto che il premier israeliano non è contrario ai due Stati. Ma con una mossa irrituale, perché è stata fatta durante il sabato ebraico [...].
Sul New York Times l’editorialista Tom Friedman, che parla con Biden, riassume così l’offerta del presidente a Netanyahu: puoi essere ricordato come il leader israeliano che ha fallito e ha permesso l’attacco del 7 ottobre oppure come quello che ha trovato una soluzione di pace con i palestinesi e inaugurato la normalità con gli Stati arabi.
[...] Biden […] ha bisogno che Netanyahu ceda, non può accettare di fare la figura di uno che si fa rispondere sempre no da Israele durante un anno elettorale, mentre il suo partito e i suoi elettori gli chiedono conto dell’appoggio incondizionato alla guerra – e una percentuale è pronta ad abbandonarlo per questo motivo – e mentre c’è un accusa di genocidio contro il governo israeliano al Tribunale internazionale di Giustizia.