ORA TOCCA A HEZBOLLAH – GLI USA HANNO AVVERTITO LE MILIZIE FILO-IRANIANE DI NON “ESSERE IN GRADO DI FERMARE UN ATTACCO ISRAELIANO IN LIBANO” – L’INVIATO SPECIALE USA PER IL MEDIO ORIENTE, AMOS HOCHSTEIN, HA TRASMESSO LA COMUNICAZIONE AL “PARTITO DI DIO”, CHE CON I SUOI 2-300MILA MISSILI E 100MILA UOMINI POTREBBE METTERE A DURA PROVA LO STATO EBRAICO (ALTRO CHE HAMAS) - LA MEZZA GAFFE DI NETANYAHU, CHE PARLA DI "ACCORDO PARZIALE" SUGLI OSTAGGI...A
-USA A HEZBOLLAH, 'NON IN GRADO DI FERMARE ATTACCO ISRAELE'
(ANSA) - Gli Usa hanno avvertito gli Hezbollah di non essere in grado di fermare un attacco israeliano in Libano. Lo riportano sia 'Politico' sia 'Axios' secondo cui l'inviato speciale per il Medio Oriente Amos Hochstein ha tramesso - nel suo ultimo viaggio in Libano - un messaggio chiaro ai miliziani sciiti, alleati dell'Iran, da parte del presidente Biden. Le fonti citate dai due media hanno poi sostenuto che Washington aiuterà Israele in caso di reazione degli Hezbollah. Se poi ci saranno razzi e missili sulle città israeliane, Washington - hanno detto - "potrebbe orientarsi verso un sostegno militare più diretto".
NETANYAHU: ORA TRUPPE VERSO IL LIBANO
Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
La guerra sta finendo, anzi no. Porteremo a casa gli ostaggi, ma solo alcuni. Bibi Netanyahu la chiama già fase C, ed è l’epilogo di Gaza: «La fase più intensa sta per terminare», annuncia. E ora su qualcosa, qualcosina, si può anche negoziare. Sia chiaro, dice il premier israeliano, «il nostro obbiettivo rimane distruggere Hamas e non sono disposto a rinunciarvi». Ma un cessate-il-fuoco e «un accordo parziale» per riavere almeno una parte degli ostaggi ancora vivi, perché no?
Quanto alla pace, scordatevela. «Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire che abbiamo smantellato la brigata Rafah di Hamas», spiega il generale israeliano Herzi Halevi. Ora però bisogna spostare le forze verso il Libano, aggiunge Netanyahu, «principalmente per scopi difensivi». Il piano d’attacco è pronto dal 18 giugno. E gli Hezbollah, coi loro 200-300mila missili a lungo raggio e i loro 100 mila uomini armatissimi, non s’illudano: «Possiamo lottare su più fronti: siamo preparati a questo».
Un po’ smagrito, ospite d’un intervistatore amichevole e d’un pubblico plaudente, per la prima volta dal 7 ottobre Bibi rimette piede in una diretta israeliana.
Guerra, solo guerra. In questa fase, Mister Sicurezza non parla d’altro […] . Nelle esternazioni di Netanyahu, una visione del dopoguerra esiste se non per chiarire che: 1) Israele manterrà il «controllo militare» di Gaza e un’amministrazione civile, «se possibile coi palestinesi locali», gestirà gli aiuti umanitari; 2) i coloni non torneranno mai nella Striscia, ma nemmeno vi rientrerà l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen; 3) non è il momento dei mea culpa per il disastro del 7 Ottobre, «ci sarà tempo per discuterne una volta finito questo intenso conflitto».
Non è poi molto chiaro che cosa sia «l’ accordo parziale» sugli ostaggi: forse una mezza gaffe, tanto da spingere il ministro della Difesa, Yoav Gallant, a precisare da Washington che «l’impegno è di riportare tutti alle loro famiglie, senza eccezioni». […]