Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per www.corriere.it
Un gruppo di Paesi europei, fra i quali la Germania e i Baltici, sta considerando l’ipotesi di lanciare un’iniziativa per togliere la presidenza di turno dell’Ue all’Ungheria, se Viktor Orbán dovesse continuare con le sue cosiddette «missioni di pace», decise in segreto e senza alcun coordinamento con le istituzioni europee e i governi degli Stati membri.
Domattina, nella riunione degli ambasciatori dei Ventisette a Bruxelles, l’esordio controverso della presidenza ungherese sarà al centro della discussione e un «chiaro avvertimento» verrà dato al rappresentante di Budapest. Lo rivelano diplomatici europei alla Süddeutsche Zeitung e al sito Politico e lo confermano al Corriere fonti bruxellesi degne di fede.
Orbán aveva già irritato i partner con la decisione di copiare il famoso slogan elettorale di Donald Trump per farne il motto della sua presidenza: Make Europe Great Again. Ma da quando ha assunto la guida dell’Ue, il 1° luglio, si è lanciato in una serie di viaggi, mirati, secondo lui, a favorire una tregua in Ucraina, che ha lasciato tutti basiti.
Soprattutto la visita a Mosca, dove Putin lo ha accolto a braccia aperte ma dicendogli chiaramente che non intende cedere dalle sue condizioni per un eventuale negoziato, cioè il ritiro completo e preventivo delle truppe ucraine dalle provincie parzialmente occupate dai russi.
viktor orban e volodymyr zelensky
Anche se Orbán ha dovuto ammettere di non agire e parlare a nome dell’Ue, si è trattato di un vero e proprio bacio della pantofola allo Zar, raddoppiato qualche giorno dopo da un’altra visita a Pechino a Xi Jinping, il più stretto alleato di Putin che il premier ungherese vede come inevitabile protagonista di ogni soluzione negoziata in Ucraina.
«La diplomazia parallela di Orbán mentre esercita la presidenza di turno – dice un diplomatico europeo -, è un’umiliazione per l’Ue, perché confonde i ruoli e minaccia la determinazione e l’unità fin qui mostrate dall’Europa nel contrasto alle mire espansionistiche di Putin e nel sostegno a Kiev».
patrioti per l europa - formazione
«Non si è mai visto – aggiunge un altro - che un presidente di turno vada per il mondo dicendo cose, sia pure a titolo personale, in totale opposizione alle decisioni dell’Unione europea».
La riunione del Coreper di domattina si annuncia incandescente. Almeno una quindicina di ambasciatori intendono ribadire al collega ungherese che il comportamento di Orbán è «inaccettabile» e che il premier magiaro in futuro dovrà astenersi da iniziative simili.
L’ipotesi dell’”arma nucleare”, quella cioè di togliere anzitempo la presidenza a Budapest, rimane naturalmente uno scenario di ultima istanza, assolutamente inedito nella storia dell’Unione. […]
GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO
Sul piano procedurale la cosa è difficile ma non impossibile: occorrerebbe infatti in Consiglio una maggioranza qualificata e rafforzata di quattro quinti, cioè venti Paesi che insieme rappresentino almeno il 65% della popolazione europea, per decidere di terminare in anticipo una presidenza rotante trasferendola al Paese successivo, che in questo caso è la Polonia.
“Non siamo ancora a questo, ma se Orbán dovesse insistere, basterebbero poche settimane per togliergli il giocattolo della presidenza dalle mani”, spiega Daniel Hegedus, del German Marshall Fund.
Non è detto che l’uomo nero di Budapest si pieghi. Per carattere, in primo luogo. Ma soprattutto perché si sente forte grazie alla tela molto più vasta che sta tessendo e che oltre alle finte mediazioni con Putin e all’uso spregiudicato del ruolo di presidente dell’Ue, comprende la chiamata a raccolta di tutta l’estrema destra europea nel neo-gruppo dei Patrioti, che ha messo in secondo piano l’ECR di Giorgia Meloni, e il filo diretto con Donald Trump, sulla cui vittoria a novembre egli ha fatto una chiara scommessa […]
roberta metsola viktor orban giorgia meloni giorgia meloni e viktor orban con dietro emmanuel macron e klaus iohannis VIKTOR ORBAN - VOLODYMYR ZELENSKY