ORCO IN DIVISA - UN COLONNELLO DELL'ESERCITO È STATO ARRESTATO PER AVER ABUSATO DI QUATTRO RAGAZZINI DI 12, 13 E 14 ANNI, FIGLI DI UN SUO AMICO - IL 56ENNE LI ACCOMPAGNAVA ALLE LEZIONI DI CALCIO, LI ANDAVA A PRENDERE A SCUOLA E DICEVA AI RAGAZZI DI CHIAMARLO "ZIO" - IL RACCONTO DELLE VITTIME: "SAPEVAMO CHE AVEVA UNA PISTOLA, AVEVAMO PAURA PER MAMMA E PAPÀ" - IL MILITARE È STATO INCASTRATO GRAZIE A DELLE MICROSPIE PIAZZATE NELLA SUA AUTO…

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Michela Allegri per “il Messaggero”

 

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Li accompagnava alle lezioni di calcio, oppure in palestra, e li andava anche a prendere a scuola. Diceva di chiamarlo «zio» ed era diventato praticamente uno di famiglia: si offriva di aiutare i ragazzi con i compiti a casa e poi, di nascosto, lontano dagli occhi dei genitori, allungava le mani, soprattutto quando dava passaggi in auto. Si tratta di veri e propri abusi, secondo la Procura, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di un colonnello dell'Esercito.

 

 L'uomo, 56 anni, che ora si trova a processo con l'accusa di violenza sessuale aggravata, era stato arrestato lo scorso anno su richiesta del pubblico ministero Daniela Cento. Gli inquirenti gli contestano di avere abusato di quattro ragazzini, di 12, 13 e 14 anni. Le vittime sono i figli di amici dell'imputato e due loro amichetti, che sarebbero stati molestati durante una vacanza.

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«Sapevamo che aveva una pistola - hanno raccontato gli adolescenti nel corso delle indagini, ascoltati in audizione protetta - avevamo paura per mamma e papà». A incastrare il militare, la microspia piazzata dagli agenti della Mobile nella sua auto.

 

LA FIDUCIA

Nel corso degli anni, l'uomo era riuscito ad avvicinarsi ai genitori delle vittime. Sembrava affidabile e anche il suo grado di colonnello dell'Esercito aveva contribuito a farlo diventare un punto di riferimento. La fiducia nei suoi confronti era totale, tanto che il militare era considerato una figura educativa per i ragazzi. Tra le accuse contestate dalla Procura, alcune carezze non gradite e illegali fatte sfruttando le scuse più diverse.

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In un caso, il militare si sarebbe giustificato dicendo di volere sottoporre una delle vittime ad una prova di postura: sostenendo di voler controllare la schiena e i muscoli dorsali, avrebbe allungato le mani. In un'altra occasione avrebbe detto di voler verificare la crescita di uno degli adolescenti. Ma i palpeggiamenti si sarebbero verificati anche in occasione di una trasferta per motivi sportivi e durante una vacanza. In questo caso, il colonnello avrebbe abusato - secondo la Procura - anche di altri ragazzini presenti.

 

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Agli atti dell'inchiesta ci sono alcune chat nelle quali l'imputato suggeriva alle vittime di mentire ai genitori che, insospettiti dagli strani atteggiamenti dei figli, avevano deciso di sporgere denuncia. Ad allarmarsi era stata la madre di uno degli adolescenti, un giorno in cui il colonnello aveva riaccompagnato a casa tardi il ragazzino. Il militare le aveva raccontato una bugia e con un messaggio su Whatsapp aveva consigliato alla vittima di confermare la sua versione: «Puoi dire che siamo andati a vedere anche la moto in garage».

 

I RACCONTI

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 «Non avendo figli ti dà molte attenzioni. Se non lo chiamo tutti i giorni si dispiace, si arrabbia. Mi vergogno a dire il resto. Non volevo», aveva raccontato uno dei minori ascoltato dagli inquirenti in fase di indagine. I fatti contestati dalla Procura vanno dall'estate del 2019 fino al momento dell'arresto, nel marzo 2021, mentre il colonnello era in compagnia di un quattordicenne. Erano in auto e il militare lo aveva invitato ad entrare in casa. Le telecamere nella macchina avevano registrato sfioramenti e carezze inopportune e l'arresto era scattato praticamente in flagranza di reato.