OSTIA, CHE GUAIO! 100 BAGNANTI A RISCHIO COVID PER IL POSITIVO ALLO STABILIMENTO LA VELA- SECONDO LA REGIONE LAZIO UN CITTADINO DEL BANGLADESH HA LAVORATO PER DUE GIORNI COME LAVAPIATTI NEL RISTORANTE NONOSTANTE MOSTRASSE I SINTOMI DEL CORONAVIRUS. LA TITOLARE PERÒ SMENTISCE: “AVEVA SOLO UN FORTE MAL DI SCHIENA. PER QUESTO ERA ANDATO IN OSPEDALE. LÌ GLI HANNO FATTO IL TAMPONE E HA SCOPERTO DI ESSERE POSITIVO PER CASO…”

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Da nextquotidiano.it

 

la vela ostia

Un cittadino del Bangladesh ha lavorato per due giorni nello stabilimento La Vela di Ostia come lavapiatti nel ristorante nonostante mostrasse i sintomi del Coronavirus SARS-COV-2. Secondo la Regione Lazio l’uomo presentava sintomi febbrili «fin dal giorno 14 luglio e dolori muscolari già dal 12 di luglio. Ha lavorato presso la struttura fino al 16 luglio».

 

 

 

La titolare dello stabilimento di Ostia però smentisce: «Niente febbre, né tosse – puntualizza con Il Messaggero Susanna Corti, de “La Vela”. Aveva solo un forte mal di schiena. Per questo era andato in ospedale. Lì gli hanno fatto il tampone e ha scoperto di essere positivo per caso, per quel mal di schiena». Spiega il quotidiano:

 

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E ora la preoccupazione potrebbe essere per tutti i clienti dello stabilimento. Un centinaio di bagnanti che, soprattutto nel week end, hanno affollato la spiaggia e usufruito anche del ristorante. La Asl 3 di Roma ha avviato l’indagine epidemiologica, a partire dai dipendenti della struttura e dai contatti stretti dell’uomo che è stato posto in isolamento.

 

 

 

Saranno 14 i lavoratori che a cominciare da questa mattina saranno sottoposti ai test sierologici, oltre che al tampone oro-faringeo. Sotto chiave, invece, sia il ristorante che l’intero stabilimento. A deciderlo sono stati proprio gli ispettori dell’azienda sanitaria che effettuato un’accurata ispezione all’interno delle cucine dello stabilimento.

 

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La Regione Lazio fa intanto sapere che il caso indice sembra essere un coinquilino sempre di nazionalità del Bangladesh andato a Milano e che sono state avviate le procedure del contact tracing nazionale. L’uomo sarebbe impiegato nel bar-ristorante della struttura e lavorerebbe nella cucina. Non avrebbe quindi contatti con i clienti.

 

Ma la paura si è diffusa sul litorale romano. Casi simili si sono verificati qualche tempo fa anche in due locali di Fiumicino, altra località del litorale, ma l’attività di tracciamento è riuscita a circoscrivere gli episodi. La Comunità bengalese è da tempo sorvegliata speciale a Roma e nel Lazio. Numerosi i casi di contagi di importazione, specie prima dello stop dei voli da quel Paese. La Regione Lazio ha disposto tamponi a tappeto, finora ne sono stati fatti oltre seimila. Intanto nel Lazio si sono registrati 14 nuovi casi, 13 riguardano persone rientrate dall’estero, 9 hanno collegamenti con il Bangladesh. C’è stata una crescita di contagi di Covid-19 in poche ore: il bollettino del giorno prima aveva registrato 9 casi (8 di importazione).

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