AI PADRONI, LO SMARTWORKING, CONVIENE – TWITTER HA COMUNICATO AI PROPRI DIPENDENTI CHE CHI VUOLE POTRÀ CONTINUARE A LAVORARE DA CASA, ANCHE A FINE EMERGENZA – LA MAIL DELL’AD E FONDATORE JACK DORSEY: “GLI ULTIMI MESI HANNO DIMOSTRATO CHE FUNZIONA. SE VOGLIONO LO POSSONO FARE PER SEMPRE” – LA MINISTRA DADONE: “VORREI CHE SI MANTENESSE IL LAVORO AGILE AL 30% COME PERCENTUALE MINIMA”
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Il lockdown deciso a livello mondiale per contenere la diffusione del Coronavirus ha costretto milioni di lavoratori a operare da casa. Il cambiamento potrebbe non essere temporaneo per alcuni: il social network Twitter ha comunicato ai propri dipendenti che chi vuole potrà continuare a farlo permanentemente da casa, in smart working, anche una volta che sarà passata l'emergenza sanitaria. Lo ha scritto in un'email interna il Ceo della compagnia Jack Dorsey. Dunque il lavoro da remoto diventa lo standard per il colosso dei social media.
"Gli ultimi mesi hanno dimostrato" - ha scritto Dorsey nel tweet - che il lavoro da casa "può funzionare. Se i nostri dipendenti sono in un ruolo e in una situazione che consente loro di lavorare da casa e se vogliono continuare a farlo per sempre lo renderemo possibile". "Aprire gli uffici sarà una nostra decisione, quando e se i nostri dipendenti vogliono rientrare sarà loro", mette in evidenza la società dei cinguettii.
Un esempio che potrebbe essere copiato da molte altre aziende, soprattutto nel settore dei servizi online anche nel nostro Paese. La ministra per la P.a. Fabiana Dadone ha in questi giorni dichiarato che la modalità dello smart working potrebbe costituire in futuro più di un terzo del monte ore complessivo dei lavoratori italiani: "Anche quando usciremo da questa fase di emergenza - ha annunciato - vorrei che si mantenesse il lavoro agile al 30% come percentuale minima". Con lo smart working "si lavora in maniera diversa, si lavora di piu' dal mio punto di vista, e in maniera positiva perché si riesce non solo a conciliare i tempi di vita e di lavoro, ma si cambia l'ottica, non è piu' stare 8 ore in ufficio, ma si impronta tutto sul risultato".
Una dichiarazione d'intenti che riguarda un contesto, quello italiano, che ha scoperto solo in questi ultimi mesi il fenomeno del lavoro agile, solo a causa dell'emergenza: prima della diffusione del Coronavirus e delle misure del lockdown, il 46% delle aziende non aveva mai fatto uso dello smartworking e ora solamente l'1% prosegue sulla stessa linea. Come fotografato da un'indagine su 200 imprese condotta da Hc, società di formazione controllata da Openjobmetis, il 66% degli intervistati (direttori del personale di aziende per lo più) ha dicharato di voler intensificare lo smart working alla fine del lockdown.