UN PAESE DI SCORAGGIATI – SEMPRE PIÙ PERSONE RINUNCIANO A CERCARE UN LAVORO: DA FEBBRAIO IL LIVELLO DELL’OCCUPAZIONE È SCESO DI CIRCA 600MILA UNITÀ, E 160MILA PERSONE SONO TALMENTE SFIDUCIATE CHE NON SI PREOCCUPANO NEMMENO DI TROVARE UN IMPIEGO – COME AL SOLITO A RIMETTERCI SONO I GIOVANI E I MENO TUTELATI: IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE PER CHI HA MENO DI 25 ANNI È AUMENTATO DI ALTRI DUE PUNTI A GIUGNO ARRIVANDO AL 27,6% (QUALCUNO ASCOLTI DRAGHI)
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Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
Dopo il discorso di Mario Draghi, ieri al meeting di Rimini si è parlato della crisi del mercato del lavoro, della necessità d'individuare al più presto misure in grado di contrastare la disoccupazione giovanile e del futuro dello smart working.
Il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo non ha nascosto la propria preoccupazione: «Lo scoraggiamento di chi ha smesso di cercare lavoro è un fenomeno inquietante che sta emergendo dopo la fase più acuta del Covid-19, in seguito alla quale si è registrata una perdita di 600 mila posti di lavoro, solo in parte recuperata nei mesi post-lockdown».
A giugno il tasso di disoccupazione in Italia è risalito all'8,8%, in aumento di 0,6 punti rispetto a maggio, secondo l'istituto di statistica. L'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, si è soffermato invece sulle criticità legate al lavoro da remoto: «Affinché diventi smart vanno cambiati i processi lavorativi, altrimenti aumenterà i rischi per la sicurezza informatica delle aziende, comprese quelle di grandi dimensioni».
All'incontro organizzato al Meeting di Rimini da Randstad, Unioncamere e Nier, hanno partecipato anche Marco Travaglia, presidente e ad di Nestlé Italia, e Marco Hannappel, numero uno di Philip Morris Italia. La voragine scavata in Italia dal virus nei settore del turismo, della ristorazione, dell'abbigliamento, del manifatturiero e dell'automotive, è profonda.
Da febbraio, ha rilevato l'Istat, il livello dell'occupazione è sceso di circa 600 mila unità, mentre 160 mila persone hanno smesso di cercare un impiego. «Il mercato del lavoro adesso è in lieve ripresa, ma ancora non sono stati raggiunti i livelli pre-Covid.
I SEGNALI
Qualche segnale positivo c'è, però va trasformato in qualcosa di strutturale per tornare alla situazione precedente», ha aggiunto il presidente dell'Istat. Gian Carlo Blangiardo si è poi soffermato sulla fuga all'estero dei giovani con un alto grado di formazione.
«I giovani vanno aiutati a stare su linee lavorative che hanno mercato. In questo modo si offrono le giuste possibilità e condizioni ideali per la loro valorizzazione in Italia. Il mestiere della politica è proprio quello di darsi da fare per capire come».
A giugno il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato al 27,6 per cento, in rialzo di 1,9 punti rispetto al mese precedente. Quanto al lavoro da casa, nel mese di marzo ha registrato un incremento dell'8,1% e del 14,1% in aprile. «Se da un lato però il lavoro a distanza presenta certamente dei vantaggi, dall'altro va evidenziato che ci sono anche delle controindicazioni, come per esempio le minori occasioni di socialità offerte dallo smart working», ha concluso il professore.
Ottimista Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli: «Questa crisi è stata imprevista e sconvolgente per tante sue conseguenze, ma al contempo ci ha mostrato nuove strade per l'economia, la vita sociale e la politica. Il nostro compito è dare un forte segnale di fiducia e di incoraggiamento e gli investimenti rappresentano la chiave per farlo».