LE PALLE DEI “PRO-PAL”: CHIEDONO LO STOP ALLE BOMBE DI ISRAELE MA NON A QUELLI DEGLI STRACCIACULI ISLAMISTI – COME MAI I “PACIFINTI” INVOCANO IL CESSATE IL FUOCO AGLI ISRAELIANI MA NON FANNO LO STESSO CON GLI HOUTHI, CHE HANNO LANCIATO DRONI E MISSILI CONTRO ISRAELE OLTRE 200 VOLTE – GLI ATTACCHI DELLE MILIZIE ISLAMICHE DELLO YEMEN, CHE DANNEGGIANO IL COMMERCIO INTERNAZIONALE FACENDO IMPENNARE I COSTI DEI TRASPORTI MARITTIMI VIA CONTAINER, AVREBBERO FATTO MIGLIAIA DI VITTIME SE NON FOSSERO STATI INTERCETTATI…
-Estratto dell’articolo di Maurizio Caprara per www.corriere.it
[…] Il «cessate il fuoco» può risultare utile allo scopo in molti casi, non in tutti. Sarebbe stato improprio, per esempio, perseguirlo in Italia il 18 o 20 aprile 1945. Oggi il cessate il fuoco viene richiesto da alcuni sempre e comunque, anche a spese dell’Ucraina invasa mentre tenta di difendersi. […] ed è tra l’altro il caso di domandarsi: perché i movimenti cosiddetti «Pro Pal» non si mobilitano per chiederlo agli Houthi di cessare il fuoco?
[…] Le milizie fondamentaliste islamiche dello Yemen partecipano a un’offensiva a largo raggio guidata da un Iran con mire imperiali. Dall’autunno gli Houthi hanno lanciato contro lo Stato ebraico oltre 200 attacchi. Di recente uno ha causato un morto e dieci feriti a Tel Aviv. Se missili e droni non hanno determinato migliaia di vittime è perché Israele investe nella difesa dello spazio aereo e le bombe sono state intercettate.
Ulteriori droni nel frattempo danneggiano il commercio internazionale aggredendo cargo di aziende che hanno rapporti con israeliani e tocca a un ammiraglio della nostra Marina il comando operativo della missione europea «Aspides», incaricata di proteggere la navigazione nel Mar Rosso meridionale.
Il fuoco degli Houthi abbonda, dunque, e come dal Libano l’artiglieria di Hezbollah può dare origine a una guerra assai più estesa di ciò che è in corso a Gaza. Di fronte a esso a cessare, da parte dei «Pro Pal», sono proteste e cortei. […]