LA PANDEMIA CI HA RESO PEGGIORI - GLI AUTOMOBILISTI DIVENTANO PIÙ AGGRESSIVI - NONOSTANTE IL LOCKDOWN, È RECORD DI AGGRESSIONI ALLE DIVISE SU STRADA: 1.414 ATTACCHI FISICI (+20,6% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2019) - QUASI IL 40% GLI ATTACCHI PORTATI DA STRANIERI, IL 28,6% DA UBRIACHI, IL 14,3% CON ARMI PROPRIE O IMPROPRIE…
-Vincenzo Borgomeo per repubblica.it
Il lockdown e l’emergenza coronavirus farà aumentare la solidarietà e ci renderà tutti più buoni? Assolutamente no, anzi: nel primo semestre 2020 sono cresciute le aggressioni alle divise su strada: 1.414 attacchi fisici, +20,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un record: quasi il 40% gli attacchi portati da stranieri, il 28,6% da ubriachi, il 14,3% con armi proprie o improprie.
I dati arrivano dall’Osservatorio “Sbirri Pikkiati” che l’Asaps, associazione amici polizia stradale realizza ogni mese. E, come dicevamo, sono dati da record, considerando i due mesi di lockdown con traffico quasi azzerato, e incidenti in netto calo oltre il 50%.
Probabilmente proprio i controlli anti covid 19 attivati dalle forze di polizia sulle strade possono aver determinato dei picchi nelle reazioni dei conducenti. Ma le aggressioni hanno il segno più anche alla ripresa della mobilità. Insomma violenza pura e generalizzata.
Seguono a poca distanza le aggressioni alla Polizia di Stato con 634 episodi (44,8%) in aumento rispetto al 42,2% del primo semestre 2019. 105 gli attacchi alla Polizia Locale 7,4%, in diminuzione rispetto lo scorso anno quando la percentuale toccò l’11%. Il 3,5% ha riguardato altri corpi. La percentuale è leggermente superiore a 100 in quanto in alcuni casi nell’aggressione hanno riportato lesioni agenti di corpi di polizia diversi o militari.
Gli ingressi di una divisa al pronto soccorso sono in media 235 al mese cioè quasi 8 al giorno. Come dire che viene rilasciato un referto ogni 3 ore. Una situazione impressionante quella registrata dall’Osservatorio dell’ASAPS. “Tutto questo – spiega Giordano Biserni, presidente Asaps - avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e della stessa politica. Posizione pericolosa e ingenua. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e carabinieri che si sentono sempre meno protetti dal sistema, perché dopo l’argine ci sono proprio loro, i cittadini, come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita”.