LA PAROLA DI BILL NON È TESTAMENTO – MELINDA GATES PUNTA ALLA REVISIONE DELLE ULTIME VOLONTÀ DELL’ORMAI EX MARITO: ISPIRATO DAL RIGORE E DELL’ETICA PROTESTANTE DEL PADRE, IL MILIARDARIO HA DECISO DI LASCIARE AI TRE FIGLI APPENA 10 MILIONI DI EURO A TESTA, CONVINTO CHE I SOLDI NON AIUTINO A CRESCERE – UN BEL GRUZZOLETTO CHE, PERÒ, È NULLA IN CONFRONTO AI 130 MILIARDI DI DOLLARI CHE ALLA SUA MORTE ANDRANNO A…
-Matteo Persivale per "www.corriere.it"
Bill Gates senior (1925-2020), padre di Bill, avvocato di un ottimo studio di Seattle, ha cresciuto i suoi figli nell’agiatezza ma ha sempre insistito con Bill junior detto Trey, con Kristi e Libby, sull’importanza di mantenere un basso profilo, instillando nella prole una rigorosa etica protestante molto americana «vecchia scuola» che lega indissolubilmente al benessere economico il senso del dovere, del rigore, della beneficenza verso i più deboli, e l’allergia alle spese inutili, allo sfoggio pacchiano di denaro.
Pochi uomini al mondo sono meno eccentrici di Bill Gates, che all’insegnamento paterno si è ispirato per la sua fondazione benefica: l’unica famosa bizzarria di Gates, miliardario che non ha mai amato vestiti o orologi o vita notturna, è sempre stata la passione per la velocità e per le belle macchine (i primi soldi di Microsoft furono subito investiti dal giovane Bill in una Porsche, con quasi immediato arresto per eccesso di velocità: la foto segnaletica diventa periodicamente virale su Internet).
Proprio per questo senso dell’etica protestante assimilato da papà, Gates prese una decisione netta che stupì tutti, vent’anni fa: annunciò che ai suoi figli non avrebbe lasciato l’enorme patrimonio (attualmente intorno ai 130 miliardi di dollari, vedremo quanti ne resteranno dopo il divorzio da Melinda), che quei soldi sarebbero finiti in beneficenza, che ereditare miliardi non aiuta a tracciare il proprio percorso nella vita.
Per questo, si è sempre saputo che Jennifer Katharine (25 anni), Rory John (21, quasi un sosia del papa da giovane, occhiali da vista extra-large compresi), e la più piccola, Phoebe Adele, avrebbero un giorno ereditato «soltanto» dieci milioni di dollari a testa, nient’altro. Ovviamente, tutto è relativo: trenta milioni (da dividere per tre) sono da una parte tantissimi soldi, ma sono anche lo 0,00023% della fortuna paterna.
Una lettura attenta delle (poche) carte del divorzio Bill-Melinda Gates finora rese pubbliche sembrerebbe però indicare che tra i temi attualmente in discussione tra i due team di avvocati, c’è anche la possibile revisione del testamento del fondatore di Microsoft, per modificare (si presume in senso migliorativo) la quota dei 10 milioni a testa decisa da Bill (i coniugi dicevano ai bei tempi di aver deciso di comune accordo, ma si sa le cose cambiano).
Melinda ha infatti ingaggiato Robert Cohen dello studio Cohen Clair Lans Greifer Thorpe & Rottenstreich (tra i clienti, il magnate Michael Bloomberg e Ivana Trump), 81enne, che da decenni è uno dei più famosi divorzisti d’America; ma anche – e questo è il dato insolito, per un caso di divorzio – un’esperta di diritto di successione (Loretta Ippolito dello studio Paul Weiss) e Bruce Birenboim, specializzato in trust e affidamento fiduciario.