PASSANO I GIORNI E AUMENTANO LE OMBRE SULL’ATTENTATO A TRUMP – THOMAS MATTHEW CROOKS, IL VENTENNE CHE HA TENTATO DI UCCIDERE IL TYCOON A BUTLER, IN PENNSYLVANIA, È ARRIVATO NELL’AREA DEL COMIZIO TRE ORE PRIMA DELL’ATTACCO. VIENE FERMATO PERCHÉ GLI TROVANO ADDOSSO UN MISURATORE DI DISTANZA, OGGETTO DI SOLITO USATO DA CACCIATORI O TIRATORI. LO LASCIANO PASSARE E LO PERDONO DI VISTA – CROOKS AVEVA GIÀ PERLUSTRATO L’AREA DUE VOLTE E NELLE 24 ORE PRECEDENTI ALLO SPARO… - VIDEO
-This is the full unedited footage of Trump being shot. I’ve been waiting to see it since yesterday. Here you go. Does anything seem strange to you? pic.twitter.com/QdjaRt2qpO
— Erin Elizabeth Health Nut News ? (@unhealthytruth) July 14, 2024
1. CNN, L'ATTENTATORE DI TRUMP PERLUSTRÒ AREA DEL COMIZIO DUE VOLTE
(ANSA) - L'attentatore di Donald Trump ha perlustrato l'area del comizio due volte prima dell'evento. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali il ragazzo aveva chiesto un giorno di permesso al lavoro e prevedeva di rientrare domenica.
2. SCALA E PALLOTTOLE COMPRATE AL MARKET LE ULTIME 24 ORE DEL CECCHINO CROOKS
Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
Non contiene segreti il cellulare di Thomas Matthew Crooks, […] Ma i dati recuperati dagli esperti dell’Fbi hanno perlomeno permesso di ricostruire i movimenti compiuti dal giovane nelle sue ultime 24 ore di vita.
Attività tutte legate all’attentato: che, almeno in apparenza, fanno pensare sia stato pianificato con brevissimo anticipo. Dopo aver ottenuto un giorno di riposo dai colleghi della mensa dove lavorava […], di buon mattino il ventenne ha chiesto l’arma in prestito al padre Matthew Brian, 53 anni, assistente sociale specializzato in disabilità di solida fede repubblicana, come emerso pure dalle liste della campagna di Trump, profilato come fervente sostenitore pro-armi.
L’ultimo dei dodici fucili da caccia conservati a casa […] era relativamente nuovo: acquistato dal padre solo sei mesi prima. «Tom ha detto che sarebbe andato ad esercitarsi al poligono di tiro dove siamo iscritti entrambi e sarebbe tornato per ora di pranzo», ha raccontato l’uomo ai detective […].
Il giovane Crooks si è effettivamente esercitato al Clairton Sportsmen’s Club. Il centro sportivo a mezzora da casa, in un bosco appena fuori Pittsburgh, dove dispone di uno spazio da tiro lungo circa 200 metri, ovvero più della distanza da cui poi ha sparato a Trump. E pazienza se molte testimonianze raccolte lo descrivono come “un pessimo tiratore”. Il mirino dell’arma era tarato (“azzerato” si dice in gergo) per compensare il più possibile le sue incapacità.
A pranzo, però, non si è presentato, pur tornando nella zona di casa. Ha invece fatto acquisti in due negozi: fermandosi prima all’Allegheny Arms&Gun Works, un’armeria di Bethel Park di cui la famiglia era cliente, dove ha comprato 50 munizioni. E poi al vicino Home Depot, un negozio di articoli per la casa: dove invece ha acquistato la scala alta un metro e mezzo usata per arrampicarsi sul tetto dell’edificio da cui poi ha sparato. Ultimato lo shopping, è salito sulla sua Hyunday Sonata e ha imboccato la strada di Butler: a un’ora di macchina dal centro commerciale.
Qui è arrivato intorno alle tre di pomeriggio di una giornata caldissima, proprio mentre migliaia di sostenitori dell’ex presidente entravano nell’area dell’evento attraverso porte controllate da metal detector. I suoi movimenti sospetti vengono notati circa un’ora prima della sparatoria, avvenuta alle 18.11.
Di sicuro una sua foto presa di profilo è stata scattata alle 17.30 mentre era ancora sul terreno […]. A ritrarlo, un membro del Beaver County Emergency Unit, la protezione civile locale: insospettito dal fatto che si muovesse nel perimetro esterno all’area del comizio trasportando una scala, l’ha girata alle autorità locali per chiedere se lo conoscessero.
Quindici minuti dopo, quella stessa persona lo ha fotografato di nuovo: questa volta appostato sul tetto dell’edificio da cui poi ha sparato. L’immagine, effettivamente inquietante, a quel punto viene condivisa con gli uomini dei servizi segreti, ma è ormai troppo tardi. Quando i cecchini la ricevono, il giovane è già stato individuato dalla folla. La gente intorno lo innervosisce, chiamando a gran voce gli agenti. E lui spara, prima di aver preso adeguatamente la mira.
3. CROOKS FERMATO NELL’AREA GIÀ TRE ORE PRIMA DEL COMIZIO
Estratto dal “Corriere della Sera”
[…] Thomas Crooks sarebbe arrivato nell’area del comizio quasi tre ore prima dell’attacco. Attorno alle 15 […] il giovane viene fermato perché gli trovano addosso […] un misuratore di distanza, oggetto di solito usato da cacciatori o tiratori. Lo lasciano passare, qualcuno lo tiene d’occhio o dovrebbe farlo. Di fatto scompare. Lo avvistano alle 17:45. È il momento critico, chiuso in 3-5 minuti: un tiratore scelto delle forze locali si accorge di lui e gli scatta una foto, per poi avvisare la catena di comando.
Sempre per l’emittente l’attentatore era sul tetto sette minuti prima che un poliziotto salisse a vedere, ricognizione interrotta perché l’agente è sceso in quanto minacciato col fucile.
Come ha fatto il killer a far passare l’arma attraverso i controlli? Altro punto sconcertante: le autorità locali avevano avvisato il Secret Service di non avere risorse sufficienti per poter piazzare un’autopattuglia davanti all’edificio. Mercoledì è trapelata un’indicazione sulla telefonata fatta dai genitori alle 23 di sabato (dice la Cnn ). Il figlio aveva detto che sarebbe andato al poligono fino alle 13 e invece non aveva dato più notizie. Erano preoccupati. Non sapevano ancora, pare, che Thomas era stato ucciso dopo aver sparato contro Trump.
4. SECRET SERVICE SOTTO INDAGINE,LA DIRETTRICE NEL MIRINO
(ANSA) - Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha aperto un'inchiesta sul Secret Service per far luce su quanto accaduto durante l'attentato a Donald Trump. Mentre le indagini sul campo proseguono a caccia di un movente che ancora non è stato trovato, la pressione resta alta soprattutto sulla direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle. Lo speaker della Camera Mike Johnson ne ha chiesto le dimissioni immediate per una gestione "imperdonabile" dell'attacco.
La commissione di supervisione della Camera l'ha invece convocata per una testimonianza volta a capire i dettagli dell'organizzazione e cosa sia andato storto, soprattutto considerate le varie versioni contradditorie sull'accaduto. Inizialmente infatti Cheatle aveva riferito che gli Swat erano all'interno del palazzo in cui si trovava l'attentatore di Trump ma non erano sul tetto "per motivi di sicurezza".
Nelle ultime ore invece un funzionario del Secret Service ha riferito che gli Swat non erano nello stesso palazzo di Thomas Matthew Crooks ma in un edificio nelle vicinanze. La contraddizione rafforza i già forti dubbi sull'operato del Secret Service e sulle decisioni prese per la messa in sicurezza dell'area del comizio di Trump. Secondo quanto riportato dal Washington Post, gli Swat avevano avvertito il Secret Service che non avevano le forze per controllare l'edificio dove si trovava Crooks e, nonostante questo, sarebbe stato deciso di appostare solo qualche agente fuori, lasciandolo di fatto esposto.
Mentre la bufera continua, sul campo l'Fbi continua a cercare il motivo del gesto folle. Il cellulare di Crooks - sbloccato in 40 minuti con la tecnologia israeliana Cellebrite - non ha portato informazioni in grado di imprimere una svolta alle indagini. E neanche i genitori di Crooks sembrano in grado di aiutare. Il padre credeva infatti che il 20enne avesse preso il fucile per andare al poligono e che sarebbe rientrato a casa verso le 13. Alle 23, però, il ragazzo non era ancora rientrato e i suoi genitori avevano deciso di denunciarne la scomparsa alla polizia. Una decisione presa senza mai aspettarsi che il loro Thomas fosse stato ucciso da un cecchino perché aveva sparato a Trump.