PEDOFILO O VITTIMA DI UN COMPLOTTO? - GLI AGENTI DELLA POLIZIA POSTALE HANNO TROVATO MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO NEI DISPOSITIVI DEL PARROCO E DIRETTORE DELLA CARITAS DI BENEVENTO, DON NICOLA DE BLASIO, FINITO AI DOMICILIARI: IMMAGINI E VIDEO DI ADOLESCENTI E BAMBINI IMPEGNATI IN ATTI SESSUALI - EPPURE LA COMUNITÀ STA COL SUO PASTORE: "NON CI CREDO NEANCHE SE LO VEDO CON I MIEI OCCHI". E QUALCUNO NON HA ESCLUSO L'IPOTESI DI UNA "VENDETTA"…
-Giuseppe China per "La Verità"
È finito agli arresti domiciliari con un'accusa particolarmente pesante, detenzione di materiale pedopornografico, il parroco e direttore della Caritas di Benevento, don Nicola De Blasio.
Oggi l'indagato, insieme ai suoi legali Massimiliano Cornacchione ed Alessandro Cefalo, dovrebbe essere ascoltato dal gip Gelsomina Palmieri per l'udienza di convalida dell'arresto, chiesto dal sostituto Marilia Capitanio.
Durante la perquisizione presso l'abitazione di De Blasio (svoltasi 48 ore fa) gli agenti della polizia postale avrebbero trovato nei suoi dispositivi, cellulare e computer fisso e portatile, immagini e video di adolescenti e bambini impegnati in atti sessuali.
Dalle prime indiscrezioni il nome di De Blasio, 55 anni, non sarebbe il solo presente nelle carte dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Torino, affidata al pubblico ministero Valentina Sellaroli che ha appunto ordinato la perquisizione dell'abitazione del parroco.
Nonostante le indagini siano iniziate nel capoluogo piemontese, la competenza sull'eventuale conferma della misura cautelare a carico del parroco spetta al gip di Benevento, dato che la richiesta di arresto è stata firmata dai togati sanniti.
La comunità della chiesa di San Modesto, nel complesso quartiere Libertà, area nella quale il sacerdote è impegnato da più di due decenni, per la precisione 25 anni, si è schierata a fianco del suo pastore.
Il quale è stato il principale fautore dell'iniziativa di market solidale, progetto in favore delle famiglie più bisognose. La maggior parte dei fedeli è rimasta basita al diffondersi della notizia: «Non ci credo neanche se lo vedo con i miei occhi» e «neanche sotto tortura ci crederei».
Altri, invece, si sono spinti oltre e non hanno escluso l'ipotesi di una «vendetta» proprio nei confronti di De Blasio. Netta la presa di posizione del presidente del consorzio Sale della terra, Angelo Moretti: «Ho visto e vedo ancora da dieci anni il bene che fa e come lo fa. La sua casa è da sempre luogo di accoglienza e di comunità. Ora si trova nel Jetsemani, molti lo hanno già condannato e altri sono pronti a sputargli in faccia, gli stessi che gli chiedevano aiuto. Ma don Nicola», ha scritto Moretti su Facebook, «sa che questa è la strada che tocca a persone controcorrente. Siamo in tanti a gridare "forza don Nik"».
Ha mostrato, invece, maggiore equidistanza rispetto ai fatti contestati e alla figura di De Blasio, il vescovo di Benevento Felice Accrocca: «Solidarietà alle famiglie dei minori oggetto di criminoso sfruttamento ripresi nei video e nelle foto e piena collaborazione perché venga chiarita la posizione di don Nicola».
E ancora: «Con il senso di responsabilità e di servizio che hanno contraddistinto la sua missione ecclesiale, sicuramente collaborerà con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto del suo coinvolgimento in questa triste vicenda».
Caso che in parte ricorda la storia di monsignor Carlo Alberto Capella, ex consigliere della nunziatura a Washington, condannato nel 2018 dal Tribunale Vaticano a cinque anni di reclusione e 5.000 euro di multa per divulgazione, trasmissione, offerta e detenzione di materiale pedopornografico.