LA PILLOLA NON VA GIÙ – NON SI È FATTO NEMMENO IN TEMPO A ESULTARE PER LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE GRATUITA CHE IL GOVERNO VUOLE BLOCCARLA – IN AIFA LE COMMISSIONI CHE HANNO DATO IL VIA LIBERA ALLA RIMBORSABILITÀ RESTANO FINO A OTTOBRE, MA IL 24 MAGGIO, GIORNO IN CUI SI RIUNIRÀ IL CDA CHE DI SOLITO RATIFICA LE DECISIONI DELLE COMMISSIONI, CHI VUOLE STOPPARLA GIOCHERÀ LE SUE CARTE: GIÀ SI PARLA DI “PROBLEMI ECONOMICI” AD ASSICURARE I 140 MILIONI NECESSARI E…
-Estratto dell’articolo di Michele Bocci per www.repubblica.it
La riforma di Aifa va a rilento e il governo che non riesce a concluderla è costretto a prorogare ancora una volta le sue due commissioni, quella tecnico scientifica (Cts) e quella che si occupa di prezzi e rimborsi (Cpr). Restano almeno fino ad ottobre i tecnici che il 21 aprile scorso hanno dato il via libera alla rimborsabilità della pillola anti concezionale, una decisione che lo stesso esecutivo non avrebbe gradito e per bloccare la quale da giorni si stanno valutando varie strategie.
Sarà difficile però fermarla, anche alla luce di una lettera di febbraio nella quale il Consiglio di amministrazione, al quale spetta la decisione finale e che si riunirà il 24 maggio, parlava di "portare avanti il programma di inserimento dei contraccettivi orali nel prontuario del servizio sanitario nazionale". Il Cda, guidato da Giorgio Palù, potrebbe puntare sui consultori per la distribuzione del farmaco e così seguire la strada già intrapresa da alcune Regioni, come Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e altre ancora.
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La questione economica
E con Aifa in situazione di grande precarietà è arrivata in fondo la questione della pillola anticoncezionale. A parte del governo non piace molto la decisione, tutta tecnica, che permette di non far pagare la pillola a gran parte delle donne. E' giunta, tra l'altro, mentre si facevano grandi proclami sulla ripresa della natalità, che comunque niente ha a che fare con la gratuità dei metodi anti concezionali. Il 24 maggio si riunirà il Cda, che di solito ratifica le decisioni delle commissioni.
E' quello il momento in cui chi vuole bloccare la novità giocherà le sue carte. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, alla Camera ha detto che potrebbero esserci problemi economici ad assicurare i 140 milioni necessari per la novità e che comunque "andrà valutato che non si concorra allo sfondamento della spesa farmaceutica".
A parte che il governo ha più volte rivendicato una maggiore finanziamento della sanità (da più parti contestato), in realtà i soldi ci sono. Ogni anno in Finanziaria si stanzia il fondo sanitario nazionale, stabilendo quante risorse vanno in farmaceutica. Quella cosiddetta convenzionata, che riguarda prevalentemente i farmaci distribuiti dalle farmacie, vale 8,7 miliardi di euro. Di solito i soldi non vengono spesi tutti, l'anno scorso sono avanzati 700 milioni (poi investiti dalle Regioni in altre spese sanitarie).
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