PIOVE PLASTICA - OGNI ANNO CADONO AL SUOLO, INSIEME ALL'ACQUA, MILLE TONNELLATE DI MINUSCOLE PARTICELLE, L'EQUIVALENTE DI 120 MILIONI DI BOTTIGLIE - LE MICROPLASTICHE INFLUENZANO LA STRUTTURA DEL SUOLO E LA CRESCITA DI PIANTE E ANIMALI - E L'UOMO NON E' ESENTE DA CONSEGUENZE - LO STUDIO PUBBLICATO SU "SCIENCE"
-Dagotraduzione dal Daily Mail
Uno studio, pubblicato sulla rivista Science la scorsa settimana, ha scoperto che ogni anno più di 1.000 tonnellate di minuscole particelle di plastica, l'equivalente di oltre 120 milioni di bottiglie, cadono sulla Terra insieme alla pioggia.
Le particelle, troppo piccole per essere viste ad occhio nudo, vengono sospinte dal vento. Sono così leggere che rimangono in aria e spesso viaggiano per centinaia, persino migliaia di chilometri intorno al globo. E mentre salgono nell'atmosfera, agiscono come nuclei attorno ai quali il vapore acqueo si condensa per formare le nuvole.
L'allarme è stato lanciato da Craig Bennett, amministratore delegato del British Wildlife Trusts, che ha definito il crescente utilizzo di plastica monouso una «enorme, enorme preoccupazione». Un recente studio statunitense ha dimostrato che oltre il 98% dei campioni di pioggia e aria raccolti in 14 mesi in 11 delle parti più remote del paese erano inquinati da microplastiche.
Alcune microplastiche sono prodotte appositamente per una serie di prodotti come dentifrici, detergenti, cosmetici, vernici e detergenti. Altre derivano dall'usura di prodotti come pneumatici o tessuti sintetici: secondo un calcolo, un lavaggio in lavatrice produce 700.000 fibre microplastiche. La maggior parte però proviene dai pezzi di plastica più grandi che buttiamo via. Ogni singolo grammo degli otto miliardi di tonnellate di plastica - il peso di oltre un miliardo di elefanti - che il mondo ha prodotto è ancora in circolazione.
Invece di degradarsi, la plastica si scompone in pezzi sempre più piccoli; un sacchetto di plastica buttato via decenni fa rimane ancora, in innumerevoli minuscoli pezzi di microplastica che circondano il globo. E più passa il tempo, più piccoli - e più pericolosi e disperdibili - diventano i pezzi.
Sono state trovate microplastiche che ricoprono le Alpi più alte e il fondo della Fossa delle Marianne, il punto più profondo degli oceani del mondo. Si trovano sulle spiagge delle Maldive e nel ghiaccio artico e antartico. Si ritiene che fino a 125 trilioni di minuscole particelle di plastica inquinino gli oceani del mondo. E più di mezzo milione di tonnellate si siano accumulate nei suoli cinesi.
Le particelle influenzano la struttura del suolo, per esempio provocando la germinazione di un minor numero di semi e rallentando la crescita delle piante e delle colture. E anche quelle degli animali: hanno portato alla riduzione delle dimensioni e del peso dei lombrichi, influenzato la capacità dei pesci di galleggiare e ridotto quella di cozze e ostriche di filtrare l'acqua. È stato dismotrato che le microplastiche diminuiscono l'alimentazione di alcune specie e in altre attraversano la barriera emato-encefalica. Causano danni fisici agli organi interni, ma questo è solo un aspetto del pericolo che rappresentano.
Circa tre quarti dei prodotti di plastica di uso quotidiano contengono sostanze chimiche tossiche. Tra i più pericolosi ci sono gli ftalati e il bisfenolo A. Si tratta di sostanze chimiche che causano danni fisici e problemi di riproduzione. Ed è stato provato che la microplastica può attrarre altre sostanze dannose, come pesticidi e batteri, e trasportarle nell'organismo.
Non c'è motivo per pensare che gli esseri umani ne siano immuni. Le particelle entrano nei raccolti e si accumulano nelle catene alimentari su cui facciamo affidamento. Uno studio della Plymouth University ha scoperto che un terzo del pesce catturato dalle imbarcazioni britanniche - tra cui merluzzo, eglefino e sgombro - ne conteneva. Microplastiche sono state trovate anche nel sale, nello zucchero, nella birra e nella carne di pollo.
Un'indagine sull'acqua del rubinetto nei cinque continenti ha rilevato che l'83% di tutti i campioni prelevati era inquinato da particelle di plastica. E l'acqua in bottiglia normalmente ne contiene molto di più. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environment Science and Technology, le persone consumerebbero circa 50.000 particelle microscopiche all'anno in cibi e bevande. E altre 24.000 vengono respirate con l'aria. Per lo più queste sostanze vengono espulse: alcuni studi hanno trovato un'ampia gamma di diverse microplastiche nelle feci umane. Ma altre ricerche indicano che alcune di queste rimangono nel corpo e nei suoi organi, inclusi fegato, reni e cervello.
Uno studio condotto din Italia ad inizio anno ha mostrato che le microparticelle sono state trovate sia sul lato materno che su quello fetale della placenta, conseguenza di un passaggio dalla madre al piccolo.
Ad oggi non sappiamo però quale effetto possa avere su di noi. Come riconosciuto dalla Royal Society, gli studi sono «alla prima infanzia».