PIÙ "AI", MENO GUAI – GOOGLE TREMA PER L'ASCESA DI "CHATGPT" E PER NON PERDERE LA SUA POSIZIONE DOMINANTE ANNUNCIA L’IMPLEMENTAZIONE DI “BARD”, IN UNA SERIE DI PROGRAMMI – TRA LE NUOVE FUNZIONI, LA POSSIBILITÀ DI FARE DOMANDE PIÙ COMPLESSE AL MOTORE DI RICERCA, QUELLA DI CREARE IMMAGINI DA UN TESTO, E DI INVIARE EMAIL USANDO ALCUNE PAROLE DI SUGGERIMENTO – “BIG G” PROMETTE DI UTILIZZARE UN “APPROCCIO RESPONSABILE” E DICE DI VOLER DIMOSTRARE CHE I BOT NON SERVONO SOLO A SPARGERE DISINFORMAZIONE, MA IN REALTÀ...

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1. GOOGLE PROMETTE UNA «NUOVA ERA»: INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LE RICERCHE

Estratto dell’articolo di Alice Scaglioni per il “Corriere della Sera”

 

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«È stato un anno impegnativo per l’intelligenza artificiale, oggi mostreremo un uso utile di questa tecnologia per gli utenti e per il lavoro». Con queste parole Sundar Pichai, ceo di Alphabet, ha aperto i lavori a Google I/O 2023, la conferenza annuale per gli sviluppatori a Mountain View. E ha citato nei primissimi momenti del suo intervento la necessità di un «approccio responsabile»: un modo per rispondere a quanti nelle ultime settimane hanno sollevato preoccupazioni per l’intelligenza artificiale, monopolizzando il dibattito sul tema.

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[…] il senior vice president James Manyika, che guida l’area chiamata Technology and Society ha detto  che «Crediamo sia fondamentale avere un approccio responsabile all’intelligenza artificiale—. Sviluppare AI in modo responsabile deve essere un lavoro collettivo, che coinvolge ricercatori, scienziati sociali, esperti, governi, creator, nonché le persone che ogni giorno la usano». 

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«È importante essere consapevoli che l’intelligenza artificiale ha anche il potenziale di peggiorare alcune sfide sociali esistenti, come l’influenza di pregiudizi ingiusti, e di porne di nuove via via che diventa più avanzata e ne emergono nuovi usi». Il problema non sono (solo) i potenziali bias, ma anche la disinformazione, che lo stesso senior vice president cita […]

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Tra le principali novità di Google presentate, una delle più attese è sicuramente l’implementazione di Bard, il chatbot di Mountain View lanciato meno di due mesi fa. Sarà disponibile in 180 Paesi in lingua inglese (finora lo era soltanto per gli Stati Uniti e il Regno Unito) e funzionerà anche in giapponese e coreano, ma ben presto, dicono sul palco, anche in altre 40 lingue. Lavorerà insieme ad altri tool, come Adobe Firefly: in questo modo sarà possibile chiedere a Bard di creare nuove immagini partendo dalla didascalia.

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 E utilizzerà le foto per rendere le risposte più complete: si potrà per esempio chiedere a Bard cosa vedere in un giorno a Washington e il chatbot risponderà in maniera più complessa. Migliorerà anche la ricerca, grazie all’AI generativa: questo consentirà di fare domande più complesse e ricevere come risposta dal motore di ricerca una panoramica delle informazioni chiave. 

 

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Per Google Workspace arriverà Duet AI, che permetterà grazie alle novità su Gmail di inviare email di risposta complesse usando solo alcune parole come suggerimento, ma anche di creare immagini originali dal testo, direttamente in Google Presentazioni. Sul finire dell’evento poi Google ha presentato il prodotto più atteso senza ombra di dubbio: Pixel Fold, il suo primo smartphone pieghevole. Costerà 1.799 dollari e arriverà il prossimo mese. Ma solo negli Usa.

 

2. GOOGLE PARLA PERCHÉ SULL’IA TEME IL SORPASSO

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per "la Repubblica"

 

Google non poteva più aspettare. Perché il rischio, da “codice rosso”, è perdere il ruolo che la sua barra di ricerca ha da anni, quello di porta d’accesso principale all’universo del web. .[…] Il fenomeno ChatGpt ha mostrato al mondo un modo nuovo, dialogante, di ottenere informazioni, un assistente universale e molto intelligente.

 

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 E Microsoft ha avuto la prontezza di investirci e integrarlo nel proprio motore di ricerca Bing, a lungo negletto. Ecco allora, dopo tre mesi eterni, la risposta di Google: un’iniezione di intelligenza artificiale in tutti i suoi prodotti.[…]

  

 Le risposte infatti non verranno date in forma di chat,[…] bensì aggregate in un testo che conterrà riferimenti e link. Un tentativo di difendere l’affidabilità che gli utenti riconoscono a Google. O forse la resistenza al cambiamento che ha condannato tanti dominatori, quando l’era cambia.