CON LA PIVETTI NEL SACCO - LA PROCURA DI BUSTO ARSIZIO CHIEDE IL PROCESSO PER L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA: “DURANTE LA PANDEMIA FECE ARRIVARE 10 MILIONI DI MASCHERINE INUTILIZZABILI DALLA CINA” - IL PM HA CHIESTO IL PROCESSO PER NOVE PERSONE. TRA REATI IPOTIZZATI CI SONO FRODE IN FORNITURE PUBBLICHE, RICICLAGGIO, BANCAROTTA FRAUDOLENTA. PIVETTI È STATA GIÀ RINVIATA A GIUDIZIO A MILANO PER UN’ALTRA VICENDA...
-Estratto da repubblica.it
Secondo il sostituto procuratore di Busto Arsizio Ciro Caramore Irene Pivetti, insieme all’imprenditore Luciano Mega e ad altre sette persone, nel 2020 ha messo in piedi un sistema fraudolento proprio nel mesi drammatici della pandemia, approfittando dell’emergenza covid e della scarsità di mascherine.
Sono in tutto 92 i capi d’accusa elencati nella richiesta di rinvio a giudizio depositata in questi giorni a Busto Arsizio per l’ormai nota vicenda della fornitura di 10 milioni di mascherine inutilizzabili alla Protezione Civile nazionale, ma anche all'Asl di Napoli 3, all’Atm Genova e ad Estar Toscana, oltre ad una serie di aziende private.
Pivetti si trova già a processo a Milano, per un altra vicenda in cui è accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio.
Oltre all’ex-parlamentare e all’imprenditore di Vanzago ne dovranno rispondere anche la figlia di Pivetti e il genero, oltre ad altri che avrebbero fatto da prestanome per i passaggi di denaro che è evaporato dai conti della Only Italia all’estero (India, Romania, Ungheria ma anche Cina).
I reati ipotizzati sono frode in forniture pubbliche, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio, contrabbando aggravato e bancarotta fraudolenta, evasione fiscale e false fatturazioni.
Secondo la Procura bustese, Pivetti e Mega avrebbero fornito alla Protezioni Civile all’epoca guidata da Angelo Borrelli, con due diversi contratti da 23 milioni di euro e 2 milioni di euro, milioni di mascherine FFP 2 e chirurgiche inutilizzabili in quanto non rispondenti ai criteri minimi imposti dall’Unione Europea ma nemmeno a quelli, meno stringenti, della Repubblica Popolare cinese.
A confermarlo, emerge dall’inchiesta, ci sarebbero diverse consulenze tecniche che hanno stabilito che alcune sarebbero state addirittura dannose per la salute.
(...)