POLEMICHE A MISURA D'OMO – DIVENTA UN CASO LA CIRCOLARE DELLA REGIONE PIEMONTE ALLE ASL, IN CUI SI INDICANO “GAY, TRANSGENDER, BISESSUALI E ALTRI UOMINI CHE HANNO RAPPORTI SESSUALI CON UOMINI” COME MAGGIORMENTE ESPOSTI AL CONTAGIO DEL VAIOLO DELLE SCIMMIE – L’INFETTIVOLOGO GIOVANNI DI PERRI, UN'AUTORITÀ IN MATERIA: “DISAPPROVO IL DOCUMENTO IN MODO PESANTE. PERCHÉ L'ATTO SESSUALE IN SÉ NON È LA SOLA SCRIMINANTE. LO SCAMBIO DI UMORI POTREBBE FARE DA VEICOLO AL VIRUS…”
-Estratto dell’articolo di Lodovico Poletto per “La Stampa”
D'accordo, il vaiolo delle scimmie fa paura. È già un'«emergenza sanitaria globale», come ha dichiarato pochissimi giorni fa l'Organizzazione mondiale della Sanità. Miete morti in Congo. Il rischio contagio è alto. Lì. Ma chi è che realmente corre i rischi maggiori di infettarsi?
Regione Piemonte, sezione sanità pubblica. Il documento arrivato alle direzioni generali e sanitarie delle Aziende regionali non ha dubbi su chi sono le persone maggiormente a rischio. E punta il dito sul mondo gay.
[…] bisogna andare alla seconda pagina della segnalazione. Paragrafo numero due. Prima categoria (era così anche per il Covid): «Personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus».
Seconda riga. «Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (msm) che rientrino nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione ad eventi sessuali di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali, club, cruising e saune; recente infezione sessuale trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche».
La sentenza è già scritta. Chi contrae il vaiolo rientra tra questi casi. Ma è davvero così? Il professor Giovanni Di Perri, direttore del Dirmei - Dipartimento regionale malattie ed emergenze infettive -, è un'autorità assoluta in tema di malattie da contagio. Studioso di peso, ascoltatissimo durante il periodo del Covid, storce il naso davanti a chi gli domanda che cosa ne pensa del documento che individua le persone a rischio firmato dalla Direzione della sanità pubblica piemontese. E la sua è una battuta che vale una bocciatura senza appello: «Lo disapprovo in modo pesante».
Professore, perché? «Perché l'atto sessuale in sé non è la sola scriminante. Lo scambio di umori potrebbe fare da veicolo al virus». Dunque saliva, oppure sudore o lesioni e altri fluidi corporei. E Di Perri, a questo punto, fa un esempio che inquadra perfettamente la questione: «Penso ad esempio ai giocatori di una squadra di rugby che si abbracciano magari negli spogliatoi dopo il match. Non c'è atto sessuale. Ma scambio di umori corporali».
[…] Insomma: il Vaiolo delle scimmie non è l'Hiv. Il sesso c'entra, ma non la chiave del tutto. Ed elencare le categorie «a rischio» è una semplificazione quantomeno scivolosa che gli scienziati disapprovano. Anche perché - diversamente dall'epidemia di due anni fa - che interessava essenzialmente uomini, quest'anno il contagio è diffuso anche tra bambini piccoli e donne. […]