POLLO DA SPENNARE - VIRGINIA GIUFFRE PUNTA IL DITO IN TRIBUNALE SUL PRINCIPE ANDREA, NON SOLO IL NOME PIÙ ALTISONANTE, MA ANCHE QUELLO CON IL MALLOPPONE PIÙ GROSSO (SULLA CARTA) – LUI AL MOMENTO TACE E SVACANZA A BALMORAL: ARRIVARE A UN ACCORDO EXTRAGIUDIZIALE, SGANCIANDO UNA COSPICUA CIFRA PER METTERE A TACERE LE ACCUSE, SAREBBE STATA UN’AMMISSIONE DI COLPEVOLEZZA. QUINDI ORA LA PALLA PASSA AI GIUDICI – IRONIA DELLA SORTE: LA LEGGE AMERICANA CHE HA CONSENTITO ALLA GIUFFRE DI FARE CAUSA E' STATA VOLUTA DA ANDREW CUOMO…
-1 - FA CAUSA AL PRINCIPE «ABUSÒ DI ME TRE VOLTE QUANDO AVEVO 17 ANNI»
Anna Guaita per "il Messaggero"
Aveva solo 17 anni, ma i suoi sfruttatori l'avevano addestrata alle «arti erotiche» e la «mettevano a disposizione» dei vip di turno. Virginia Giuffrè Roberts adesso chiede i risarcimenti a uno di quei potenti che abusarono sessualmente di lei nell'arco di tre anni, fra il 2001 e il 2003. L'uomo contro cui punta un dito accusatore, e contro cui ha aperto una causa per danni presso il tribunale di New York, è lo stesso che chiama in causa oramai da due anni, il principe Andrea, duca di York, e terzogenito della regina Elisabetta d'Inghilterra.
Nel passato Virginia ha testimoniato sotto giuramento contro Andrew, ma lui ha sempre risposto negando di averla incontrata e tantomeno di aver avuto con lei incontri sessuali. Tuttavia il principe è molto esposto nell'ambito dello scandalo dello sfruttamento minorile che faceva capo al pedofilo miliardario Jeffrey Epstein e alla sua amica Ghislaine Maxwell, e una foto di lui che mette il braccio intorno alla vita della teen-ager, nell'appartamento londinese di Ghislaine, inficia almeno parte dei suoi dinieghi.
L'INCHIESTA Epstein è morto suicida in prigione il 10 agosto del 2019, proprio due giorni dopo che la testimonianza di Virginia davanti al procuratore distrettuale Geoffrey Berman era trapelata, rivelando gli oscuri segreti del giro di festini rosa di cui tante giovani erano state vittime. Dopo la morte di Epstein, il procuratore Berman decise di continuare comunque l'inchiesta, per rispetto verso tutte le donne che «avevano avuto il coraggio di farsi avanti e testimoniare».
Un anno dopo, Maxwell veniva arrestata e incriminata per traffico di minorenni a scopo di sfruttamento sessuale. Varie delle donne che furono intrappolate nel giro di prostituzione minorile di Epstein hanno insistito che era stata proprio lei a contattarle, ad arruolarle, addirittura ad «addestrarle» nell'arte del «massaggio erotico».
Ghislaine le andava a pescare all'uscita della scuola, 14enni, 15enni, giovanissime, inesperte. E una volta che le aveva allenate, le consegnava a Epstein, che le usava per il proprio piacere o le prestava a qualche amico vip in visita nella sua villa nell'isola privata ai Caraibi, o nella magione di New York, o nell'appartamento di Londra. Una di queste ragazze era proprio Virginia Giuffrè, assunta a 15 anni quando lavorava come guardarobiera nella villa di Donald Trump a Miami.
Oggi sposata, 38enne e madre di tre bambini, Virginia vive in Australia, ma non ha voluto tacere sugli abusi subiti da ragazzina: «Venti anni fa - si legge nella causa per danni che ha sporto a New York contro il reale britannico - la ricchezza, il potere, la posizione e le connessioni del principe Andrea gli consentirono di abusare di una ragazzina spaventata e vulnerabile che non aveva nessuno che la proteggeva. È ora che ne risponda». Lo scandalo per la corte dei Windsor è sicuramente grave, e deve pesare sulle spalle della regina che ha appena subito il dolore di perdere il consorte, il principe Filippo. Ma è bene ricordare che quando si terrà il processo contro Ghislaine Maxwell probabilmente altri vip vedranno il proprio nome tirato in ballo.
Documentazioni raccolte dalla stampa Usa rivelano numerosi contatti fra Epstein e due ex presidenti, Bill Clinton e Donald Trump, oltre a vari esponenti di spicco della società Usa, incluso Bill Gates. Quest' ultimo infatti ha sentito il bisogno di mettere le braccia avanti pubblicamente, dichiarando che aveva avuto contatti con Epstein solo nella speranza che volesse partecipare alle iniziative di beneficenza: «Quando capii che non c'era un reale interesse, i nostri rapporti finirono», ha dichiarato Gates. Il fondatore di Microsoft ha finalizzato il divorzio dalla moglie Melinda proprio in questi giorni. Il divorzio era stato richiesto da Melinda, e fra le cause c'erano anche i rapporti di eccessiva amicizia fra il marito e il noto pedofilo.
2 - «ANDY IL MANDRILLO», L’AMICO EPSTEIN E IL REBUS DI MAMMA ELISABETTA
Matteo Persivale per il "Corriere della Sera"
"Vergogna a chi pensa male", honi soit quo mal y pense, recita la scritta sullo stemma re- ale del Regno Unito, ma le sgangherate vicende personali dei Windsor delle ultime generazioni rendono il motto del cavalleresco Ordine della Giarrettiera tristemente obsoleto.
Tra l’altro, siccome piove sul bagnato anche nei palazzi nobiliari, il destino dimostra d’avere un senso dello humour forse poco inglese ma sicuramente molto crudele: la legge americana che ha appena consentito a Virginia Giuffre, 38 anni, di fare causa al principe Andrea d’Inghilterra che avrebbe abusato di lei ventun anni fa, quand’era minorenne, e stata fortemente voluta dal governatore di New York Andrew Cuomo fresco dimissionario per evitare l’impeachment e a rischio d’incriminazioni penali per molestie sessuali (il Child Victims Act dello Stato di New York e stato convertito in legge da Cuomo due anni fa e di fatto estende i limiti della prescrizione, per permettere ai sopravvissuti di abusi sessuali quand’erano minorenni di fare causa anche a distanza di decenni).
Andrea, 61 anni, era finito nei guai due anni fa per l’amicizia con il miliardario americano (poi morto in carcere apparentemente suicida) Jeffrey Epstein, e dopo le accuse di Giuffre aveva rilasciato un’intervista disastrosa nella quale diceva di non ricordare la sua accusatrice (ci sono fotografie che li ritraggono insieme).
Poi lo scandalo era entrato in una fase di relativa quiete mediatica, ma come si e visto ieri i legali di Giuffre non avevano mai smesso di lavorare, e ora sostengono che il principe e i suoi rappresentanti abbiano in questi anni respinto numerose richieste di fornire «fatti, spiegazioni, e possibili per- corsi alternativi alla risoluzione della controversia».
E ovvio che Andrea non potrebbe mai, per ovvi motivi, accettare un ipotetico accordo extragiudiziale, cioe una transazione che in cambio di denaro otterrebbe si la fine del procedimento civile ma apparirebbe, al di la dei tecnicismi, un’ammissione di colpevolezza politicamente insostenibile per lui e per la monarchia.
Andrea nel 2019 ha lasciato ogni carica ufficiale ritirandosi di fatto a vita privata, pensionato prima dei 60 anni: scelta gia di per se clamorosa visto che suo padre Filippo, scomparso tre mesi fa a 99 anni, si chiamo fuori dagli impegni di Stato soltanto a 97 anni e mezzo.
Ora pero finisce impelagato in una causa complicatissima che umilia ancora una volta i Windsor ma entusiasma gli esperti americani di diritto: due anni fa, a Londra, ci si domandava se Andrea potrebbe contare o no sull’immunita diplomatica (la questione e spinosa, la risposta non e certa ma e piu si che no, e se gli americani volessero un giorno incriminarlo si aprirebbe un caso diplomatico senza precedenti).
E una causa civile in un tribunale di New York apre altri interrogativi. Andrea puo semplicemente ignorare il procedimento? Restare nel Regno Unito senza mai presentarsi in aula a New York? E se andasse negli Stati Uniti avrebbe comunque lo status di diplomatico con annessa immunita (i capi di Stato ce l’hanno ma lui e ormai lontanissimo dalla linea di successione della Regina che passa da Carlo a William ai figli di William)?
Di sicuro le avventure dei reali inglesi cosi ben narrate dal serial «The Crown» si stanno rapidamente avvicinando ai tristi casi di un altro telefilm, questa volta americano, il poliziesco Law & Order magari nella sottoserie «Special Victims Unit» che si concentra sui casi di reati sessuali.
L’avvocato di Giuffre e David Boies, veterano di casi clamorosi con clienti variegati da Al Gore alle case produttrici di sigarette, Harvey Weinstein, il Dipartimento di Giustizia nella epocale causa dell’antitrust nel 2001, insomma di tutto un po’. Come sempre quando si tratta di reali inglesi, l’eco mediatica globale non aiuta Andrea profeticamente soprannominato « », Andy l’arrazzato, dai tabloid anni ’80, prima di Face- book e Twitter, quando vigeva ancora il «contratto invisi- bile» tra reali e media, il baratto tra soffiate su temi superficiali e silenzio sui temi davvero caldi, patto scellerato ora in frantumi di cui ha parlato Harry, altro principe «di scorta» finito non benissimo.