POLVERE DI CINQUE STELLE - IN ASSEMBLEA CONGIUNTA IL MOVIMENTO DOVRÀ DECIDERE CHE STRADA PRENDERE: SE REAGIRE ALLO SCHIAFFO SUBITO, DANDO BATTAGLIA IN PARLAMENTO A SUON DI EMENDAMENTI, O SE ACCETTARE LA RIFORMA COSÌ COM'È, PER EVITARE ULTERIORI INTERVENTI PEGGIORATIVI. SPUNTA L’IPOTESI DI UNA FUTURA USCITA DEL MOVIMENTO DALL'ESECUTIVO, QUANDO PRENDERÀ IL VIA IL SEMESTRE BIANCO, MA IL CONTE CACADUBBI NON VUOLE TORNARE ALL’OPPOSIZIONE…

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Federico Capurso Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

I parlamentari del Movimento 5 stelle vogliono sapere cosa è accaduto la sera in cui i loro ministri, invece di astenersi come concordato, hanno votato in Consiglio dei ministri la riforma della Giustizia. Vogliono capire quanto hanno inciso le telefonate di Beppe Grillo e quanto le minacce di dimissioni di Mario Draghi, e per quale motivo nessuno sia stato informato della virata. Ne parleranno in assemblea congiunta, oggi pomeriggio, con i membri M5S del governo chiamati a testimoniare.

 

giuseppe conte vs beppe grillo meme

Ma la partita è talmente delicata, per un movimento nato sul tema della Giustizia, che non potrà risolversi tutto nel solito sfogatoio. Stavolta si dovrà anche decidere che strada prendere: se reagire allo schiaffo subito, dando battaglia in Parlamento a suon di emendamenti, o se invece accettare la riforma così com' è, per evitare ulteriori interventi peggiorativi. E con l'occasione iniziare a capire se in questa trincea può essere gettato il seme di una futura uscita del Movimento dall'esecutivo, quando prenderà il via il Semestre bianco che anticipa l'elezione del Presidente della Repubblica, durante il quale non è contemplato un ritorno al voto.

 

conte grillo

La strada della Giustizia si incrocia così con quella della leadership ancora vacante dei Cinque stelle. Le voci circolate sull'intervento risolutore di Grillo per l'ok alla riforma Cartabia hanno irritato non poco gli eletti M5S. E intorno a Giuseppe Conte c'è chi ha colto al volo l'occasione per evidenziare, ancora una volta, la necessità di definire meglio i ruoli all'interno del partito. Grillo si è informato su cosa stesse succedendo e ha sollecitato una mediazione. Poi Draghi ha minacciato le dimissioni e a quel punto si è chiuso ogni spazio di manovra, perché, racconta un ministro sotto garanzia di anonimato, «nessuno di noi aveva la legittimità politica per aprire una crisi».

 

conte grillo

La cerca Conte, quella legittimità, anche se non ha alcuna intenzione di usarla per tornare all'opposizione. Non in questo momento, per lo meno. Adesso vuole mettere ordine nel Movimento, riportare «lucidità», impostare l'agenda politica ed evitare altri addii (l'ultimo ieri, del deputato Devis Dori, passato a Leu). Gli è parso lunare, infatti, l'essere dipinto in questi giorni come un novello Di Battista, quando fino a ieri era considerato un mediatore. E nel rapporto con Draghi «non rinuncerà - spiega chi gli è vicino - a una sana dialettica, nella convinzione di dover riaffermare il primato della politica».

 

alfonso bonafede

Per riportare il sereno sopra la testa dei grillini, però, è necessario tamponare l'emorragia in corso sul fronte della Giustizia. Per questo Conte sta studiando, insieme all'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, una strategia per provare a modificare il testo della riforma. L'ex premier ha ancora in testa il modello tedesco di prescrizione, che invece di adottare la tagliola dell'improcedibilità nei processi, prevede uno sconto di pena se i tempi per arrivare a sentenza dovessero allungarsi troppo.

 

Non solo. Bonafede vorrebbe intervenire sul processo d'appello, inserendo in alcuni casi il giudice monocratico e abolendo il divieto della reformatio in peius, che non permette ai giudici di aumentare le pene previste dalla sentenza di primo grado. Sarebbero pronti anche degli emendamenti per modificare la messa alla prova, cioè la possibilità di dimostrare con comportamenti attivi di aver capito il proprio errore e non avere così conseguenze penali, fino al limite di sei anni: o si abbassa il limite di anni di reato, da 6 a 4 o 3, in modo da comprendere reati meno gravi, o si mettono delle limitazioni forti per evitare che incida su casi delicati come il revenge porn, le truffe informatiche o i matrimoni imposti.

 

GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Altro obiettivo è eliminare la possibilità che il Parlamento si esprima sui criteri generali dell'azione penale delle procure. E si vorrebbero reintrodurre delle pene accessorie nei casi di patteggiamento. I Cinque stelle però sono soli. Gli alleati non li seguono: «Sul tema della giustizia abbiamo un approccio diverso», dice il segretario Pd Enrico Letta intervenendo alla Repubblica delle idee. Qualcuno però, tra i grillini, spera che sottotraccia, nell'ombra dei lavori parlamentari, i Dem possano dare una mano.

grillo conte
ALFONSO BONAFEDE
grillo conte