IL PRESENZIALISMO DA’ ALLA TESTA - MAURIZIO DE GIOVANNI FRIGNA PERCHE’ SUI SOCIAL LO CHIAMANO “TUTTOLOGO” O “PREZZEMOLINO”, VISTO CHE PORTA IL SUO FACCIONE A OGNI INCONTRO, PURE ALLE RIUNIONI DELLA BOCCIOFILA - AL “CORRIERE” AFFIDA UN PIANTO GRECO IN CUI PRIMA PROMETTE DI RINUNCIARE AGLI INCONTRI PUBBLICI E POI PIAGNUCOLA: “LA MIA NON È AFFATTO UNA DECISIONE PRESA A CUOR LEGGERO PERCHÉ A ME PIACE INCONTRARE I LETTORI” - MORALE DELLA FAVA: LO SCRITTORE NAPOLETANO, EBBRO DELLE ATTENZIONI DEI MEDIA, NON SA DOSARE LA SUA ESPOSIZIONE. NE’ TOLLERA LE CRITICHE…

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Estratto dell’articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

 

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Lo scrittore Maurizio de Giovanni continuerà come sempre a scrivere gialli, storie e sceneggiature, ma si farà vedere molto meno nelle occasioni pubbliche non collegate al suo lavoro. È stato lui stesso a comunicarlo con un post sulla sua pagina Facebook: «A partire da oggi (...) vi prego di non invitarmi, convocarmi, chiedermi o pregarmi di fare cose a supporto del lavoro degli altri».

 

[…] «Non mi sta bene essere considerato quello che non sono». […] «Sui social c’è chi mi ha definito tuttologo o addirittura prezzemolino. E questo non mi sta bene. La prima volta non ci fai caso, la seconda neppure. Poi ti accorgi che continuano, e allora arriva il momento in cui dici basta. Ecco, quel momento è arrivato».

 

Non sarebbe stato più semplice lasciare i social?

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«No, non sarebbe servito a niente. Magari non avrei più letto quel tipo di commenti, ma certo chi mi accusa non avrebbe smesso di farlo. E poi io sinceramente ritengo che chi fa il mio lavoro non possa stare fuori da queste piattaforme che oggi rappresentano i principali strumenti di comunicazione».

 

Quindi ha deciso di andarsene lei. Non dai social ma dagli incontri pubblici.

«Da quelli non legati al mio lavoro sì. E ho fatto quel post per far sapere a chi mi segue che le occasioni per vederci da oggi in poi saranno sempre meno. Rispetterò gli impegni già presi, ma non ne prenderò altri».

 

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E non le dispiace?

«Eccome. La mia non è affatto una decisione presa a cuor leggero perché a me piace incontrare i lettori. Ho un carattere estroverso, mi diverto a confrontarmi con le altre persone e magari anche stare a discutere».

 

Ma l’hanno accusata di farlo per tornaconto personale.

«Esattamente. Invece è vero il contrario. […]».

 

Diciamolo chiaramente: si è mai fatto pagare?

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«Assolutamente no, mai. E non solo non ho mai chiesto né preso un euro […] non ho nemmeno mai tratto alcun vantaggio dal partecipare a un evento o a una qualsiasi iniziativa pubblica. Non devo promuovere i miei libri né me stesso […]». […]