PRONTO, CHI TRUFFA? – IL GIP DI TRENTO DISPONE L’ARRESTO DI UN PAKISTANO E MISURE CAUTELARI PER DUE PROFESSIONISTI TRENTINI ACCUSATI DI GESTIRE UNA RETE SOCIETARIA TRANSNAZIONALE CHE COMMERCALIZZAVA PRODOTTI DI TELEFONIA MOBILE IN TOTALE EVASIONE FISCALE – LA FINANZA HA SCOPERTO UNA SCHIERA DI "IMPRESE APRI E CHIUDI" INTESTATE A PRESTANOME PAKISTANI CHE, TRA IL 2015 E IL 2023, HA EFFETTUATO COMPRAVENDITE PER 88 MILIONI DI EURO, CON UN’EVASIONE ACCERTATA DI 8,7 MILIONI..
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(ANSA) - I finanzieri del Comando provinciale di Trento hanno eseguito un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale che ha disposto misure cautelari personali nei confronti di tre persone: la custodia in carcere per un cittadino pakistano e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per due professionisti trentini.
Il reato contestato è associazione a delinquere, comprendente altre due persone pakistane, finalizzata all'occultamento e distruzione di documentazione contabile e all'evasione fiscale. Le indagini - si legge in una nota - sono state condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Trento e coordinate dalla Procura della Repubblica di Trento.
Sono scaturite da un'autonoma attività investigativa contro il riciclaggio e la frode fiscale e dallo sviluppo di numerose segnalazioni di operazioni sospette. È stata disvelata una rete societaria transnazionale dedita alla commercializzazione internazionale di apparecchi e materiali di telefonia, in totale evasione fiscale.
Dalle investigazioni è emerso che l'organizzazione, alternando nel tempo sette soggetti economici (ditte individuali e/o società) dalla breve durata operativa, le cosiddette "imprese apri e chiudi" intestate a diversi prestanome di origine pakistana, acquistava prodotti di telefonia mobile da varie società dislocate in Italia e in diversi Paesi dell'Unione Europea, per poi rivenderli formalmente a società appartenenti alla stessa organizzazione e ubicate in Spagna, Francia e Belgio (sconosciute al Vies).
In tal modo, trattandosi di cessioni intra-Ue, le operazioni venivano documentate come non imponibili, ma in realtà gran parte della merce era destinata al mercato italiano senza l'assolvimento dell'imposta, consentendo così la rivendita a prezzi più bassi e condotte anticoncorrenziali. Le imprese coinvolte risultavano "evasori totali" o avevano presentato dichiarazioni fiscali con importi pari a zero.
Solo grazie al ricorso alle banche dati in uso al Corpo e al riscontro delle indagini finanziarie è stato possibile ricostruire che, tra il 2015 e il 2023, sono stati effettuati scambi commerciali per oltre 88 milioni di euro, con un'evasione fiscale accertata di oltre 8,7 milioni. Tra i veri amministratori delle imprese c'è il destinatario della misura cautelare in carcere odierna. I due professionisti trentini destinatari delle altre misure cautelari avevano nel tempo curato la costituzione e la gestione contabile di alcune delle imprese coinvolte.