PROVE DI DISGELO SULL'UCRAINA - GLI USA HANNO CONFERMATO CHE GIA' A GENNAIO POTREBBE ESSERE MESSO IN AGENDA UN INCONTRO BILATERALE CON UNA DELEGAZIONE RUSSA - ANCHE LA NATO SI DICE DISPONIBILE AL DIALOGO CON MOSCA - PUTIN: "SIAMO NOI RUSSI CHE CI TROVIAMO CON LE SPALLE AL MURO IN QUESTA SITUAZIONE. SE I MISSILI STATUNITENSI DOVESSERO ESSERE INSTALLATI IN UCRAINA, NOI CI TROVEREMMO IN UN RAGGIO DI AZIONE DI APPENA 7-10 MINUTI..."

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Flavio Pompetti per il Messaggero
 

vladimir putin

«Siamo noi russi che ci troviamo con le spalle al muro in questa situazione». Vladimir Putin, con un discorso ai suoi capi militari, ieri al ministero della Difesa ha cercato di ribaltare l'ottica con la quale gli Usa e l'Europa guardano alla crisi in Ucraina, per denunciare gli alleati atlantici come i veri aggressori: «Perché hanno allargato i confini della Nato e si sono tirati fuori dai trattati sui missili? si è chiesto il leader russo - «Siamo molto preoccupati all'idea che elementi di difesa missilistica globale statunitense siano dislocati in prossimità dei nostri confini».
 
Il riferimento è alla Polonia e alla Romania, ma il centro della contesa resta l'Ucraina, per la quale Putin continua a chiedere l'assicurazione che non entrerà a far parte della Nato, mentre a Kiev il presidente Zelenskyy si lamenta del ritardo con il quale la richiesta di accesso avanzata dal suo paese viene considerata a Bruxelles.
 

Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucraina

I MISSILI «Se i missili statunitensi dovessero essere installati in Ucraina» ha detto Putin, ventilando un'ipotesi al momento più che remota, visto che né la Nato né gli Usa l'hanno avanzata, «noi ci troveremmo in un raggio di azione di appena 7-10 minuti. E se dovessero essere impiegate armi ipersoniche, il tempo scenderebbe a cinque minuti». Sullo sfondo di questo scambio di accuse, gli Usa hanno denunciato la militarizzazione dei confini settentrionale e orientale dell'Ucraina, lungo i quali il Pentagono ritiene che la Russia abbia ammassato 80mila soldati pronti a invadere il paese lungo un corridoio centrale che porta fino alla controllata Crimea.
 

soldati russi

Nelle ultime settimane la retorica patriottica è salita di tono a Mosca, e si moltiplicano esercitazioni di volontari nelle strade che chiedono il restauro dei confini della vecchia URSS. Putin promette che risponderà in modo «adeguato con misure tecnico-militari» ad un eventuale attacco da parte delle forze alleate, ma è anche pronto ad assicurare che non ha nessun interesse a trovarsi di fronte ad «un conflitto armato e uno spargimento di sangue» nella regione.
 
A questo scopo è anche disposto a fare un passo indietro rispetto al diktat con il quale tre giorni fa aveva chiesto garanzie di non annessione dell'Ucraina e la rimozione di tutte le installazioni difensive impiantate dalla Nato dopo il 1997 nelle ex province sovietiche. Il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, nella stessa conferenza alla quale partecipava Putin, ha denunciato la presenza di 8.000 soldati Usa nelle prossimità del confine con la Russia, e si è lamentato della pericolosa prossimità dei voli di bombardieri strategici Usa allo spazio aereo sovrano del suo paese. Ma dopo la tensione dei primi comunicati nei giorni scorsi, quello che sta emergendo è la volontà da entrambe le parti di sedersi e tentare un negoziato.
 

escalation militare tra russia e ucraina

IL NEGOZIATO Fonti diplomatiche russe parlano della breccia che le loro richieste di garanzie di sicurezza reciproche hanno aperto a Washington, dove la vicesegretaria di Stato degli Stati Uniti, Karen Donfried, in carica per gli affari europei ed euroasiatici, conferma che un incontro bilaterale con una delegazione russa potrebbe essere messo in agenda già a gennaio.
 
Anche il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, si sta muovendo per un tavolo parallelo in Europa dal quale ci si aspetta un «dialogo significativo» e a cui chiede che partecipino tutti i paesi membri del patto atlantico, invitati a solidarietà e unità di intenti. Alla riunione dovrebbe partecipare anche una rappresentanza del governo di Kiev, nonostante le proteste di Mosca che vede nella proposta una dissimulata accettazione dell'ex provincia sovietica all'interno della Nato. 
 

Volodymyr Zelensky

Stoltenberg si dice pronto anche a riattivare il Consiglio Nato-Russia che era stato creato nel 2002 con il proposito di facilitare le consultazioni tra le rispettive rappresentanze militari, ma che non si riunisce dal 2019, da quando le tensioni su Crimea e Donbass hanno congelato il dialogo.

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jens stoltenberg