PROVE TECNICHE DI NEGOZIATO – LA TRATTATIVA SULLO SBLOCCO DEL GRANO UCRAINO, IMBASTITA DA ERDOGAN, È IL SEGNALE CHE IL NEGOZIATO TRA MOSCA E KIEV È PRONTO A RIPARTIRE – IL “SULTANO” HA OTTENUTO IL VIA LIBERA PER FAR PARTIRE IL FRUMENTO RIMASTO NEI PORTI DELL’UCRAINA, E SPERA DI POTER ESSERE IL MEDIATORE ANCHE PER LA PACE – IL DAGOREPORT: SONO PARTITI I NEGOZIATI PER RAGGIUNGERE UN CESSATE IL FUOCO ENTRO L’ESTATE
-Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
Non sono usciti dalla riunione con la firma dell'accordo sul grano, ma almeno russi e ucraini si sono parlati. Non accadeva da mesi. Per un'ora e mezza, militari di Mosca e di Kiev hanno discusso a Istanbul attorno ad un grande tavolo quadrato, gli uni in faccia agli altri, in abiti civili.
Agli altri due lati del tavolo i protagonisti di un eventuale meccanismo di garanzia: militari turchi e funzionari delle Nazioni Unite. Non c'è stata fumata bianca, il grano ucraino resta bloccato nei porti e quello russo sotto sanzioni come tutto il commercio di Mosca, ma Istanbul e l'Onu sperano che il negoziato si concluderà settimana prossima. Il Cremlino sostiene di aver presentato una «soluzione pratica e veloce», il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, parla di un «passo positivo, ma che per la pace la strada è ancora lunga».
Le Nazioni Unite si stanno ritagliando un ruolo importante nella crisi come non accadeva da diversi anni. L'obbiettivo minimo è quello di esportare 22 milioni di tonnellate di grano ucraino (secondo una stima del presidente Zelensky) bloccate dalla guerra nei silos e sulle navi.
Sarebbe così possibile abbassare il prezzo sul mercato mondiale di un bene indispensabile e, allo stesso tempo, fare spazio al raccolto di agosto che altrimenti andrebbe perduto. Ogni parte ha le sue ragioni per diffidare dell'altra, ma l'Onu sta lentamente cesellando un sistema che rassicuri tutti.
Le navi cargo che andrebbero a ritirare il grano, ma anche eventualmente mais e semi di girasole, sarebbero ispezionate a Istanbul da militari turchi e funzionari Onu perché non nascondano armi destinate all'Ucraina. Le navi sarebbero poi scortate (e sorvegliate) dalla Marina turca sul Mar Nero e infine guidate da vascelli ucraini attraverso le mine che difendono i porti.
Dal canto loro, i russi dovrebbero garantire di non bombardare le città dell'export durante i carichi e di non approfittare dell'allentamento della protezione offerta dalle mine galleggianti.
Fonti diplomatiche vicine alla mediazione fanno sapere al Corriere che Mosca preme per ottenere un trattamento di favore anche sulle sue esportazioni alimentari. Sempre in nome del bene superiore dell'approvvigionamento mondiale, la Russia vorrebbe che fossero tolte le sanzioni che rendono difficile agli imprenditori stipulare contratti di affitto e di assicurazione delle navi per l'export.
Sul fronte dei combattimenti si è registrato un altro avanzamento russo in Donbass. Sarebbe stata presa Siversk a circa metà strada tra Lysychansk, occupata dieci giorni fa, e le ultime due città della regione che sfuggono al controllo di Mosca, Sloviansk e Kramatorsk.
Consolidando la presa di Siversk i cannoni russi saranno a soli 30 chilometri da Sloviansk. La città è già colpita dall'artiglieria da nord e ora sarà martellata anche da est. È difficile che possa resistere a lungo. Favorevole a Mosca anche la scelta dell'Unione Europea di allentare la tensione sull'exclave russa di Kaliningrad. La Lituania, in base alle sanzioni commerciali che puniscono il Paese invasore, aveva di fatto bloccato il traffico merci con l'exclave. L'Ue ha sconfessato la linea dura lituana sostenendo che le sanzioni non si applicano al traffico via ferrovia e che i controlli devono essere «mirati e proporzionati».
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