PUTIN HA FINITO LE ARMI DA MOSTRARE – C’ERA UN SOLO CARRO ARMATO A QUELLA GRAN BARACCONATA DELLA PARATA DELLA VITTORIA, A MOSCA. È UN VECCHIO TANK T-34 DI ERA SOVIETICA, CHE SFILAVA IN SOLITARIA, IN RAPPRESENTANZA DI TUTTI GLI ALTRI BLINDATI IMPEGNATI IN UCRAINA. NON PROPRIO UNA DIMOSTRAZIONE DI FORZA PER “MAD VLAD”, CHE SOSTIENE CHE LE FORZE STRATEGICHE RUSSE SIANO “SEMPRE PRONTE A COMBATTERE” - VIDEO
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Estratto dell’articolo di Micol Flammini per www.ilfoglio.it
La parata del 9 maggio, in Russia, è uno spettacolo a uso interno a cui però tutto il mondo guarda. Prima di iniziare l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio del 2022, Vladimir Putin voleva che le celebrazioni per ricordare la vittoria dell’Unione sovietica contro la Germania nazista fossero per tutti una fiera della potenza militare russa, e studiare aerei, lancia missili e carri armati era un modo per buttare un occhio su quello che la Russia dichiarava di essere pronta a mettere in campo.
Oggi nella Piazza Rossa c’era un solo carro armato T-34, solitario si aggirava tra i soldati schierati e sotto lo spalto su cui sedevano Putin e pochi leader stranieri. Da quando la Russia ha dichiarato guerra all’Ucraina, i mezzi militari servono al fronte, non serve più sfoggiarli, adesso vengono usati.
Sotto il nevischio, il circolo dei capi di stato e di governo stranieri era ridotto. C’erano i leader di Bielorussia, del Kazakistan, del Kirghizistan e del Tagikistan, tutti membri della Csto, l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettivo. Nikol Pashinyan, il premier armeno a capo del governo di una nazione che ormai vede nell’alleanza con la Russia un tradimento non era presente alla parata ma ieri ha incontrato Putin.
Putin ha parlato ai russi, ha dosato minacce e vittimismo, ha tentato di creare il legame tra la Seconda guerra mondiale e la guerra in Ucraina, ha rappresentato il conflitto in corsa come una necessità di difesa e di non di attacco.
Avrebbe voluto arrivare al 9 maggio con la presa di Chasiv Yar, la città ucraina assediata in cui ancora si combatte. Oppure con l’assasinio di Volodymyr Zelensky o del capo dell'intelligence militare Kyrylo Budanov […]. […] Non ci sono regali per il 9 maggio per la guerra di Putin. E’ stata una parata come le altre, una copia sotto il nevischio di quelle precedenti. […]
[…] Putin ha insistitito sui tradimenti, ha mostrato il vittimismo al quale è seguita la minaccia: “La Russia farà tutto il possibile per evitare un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetterà a nessuno di minacciarla. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte a combattere”.