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Una condanna all'ergastolo è stata confermata grazie alla testimonianza di una persona morta. Lo ha deciso la Cassazione riguardo al ricorso di un albanese, Sadik Dine, riconosciuto colpevole di omicidio.
Dine, che viveva a Rimini, era stato assolto in primo grado ma condannato in corte d'assise d'appello a Bologna. Tale sentenza era stata emessa in base alla rilettura delle dichiarazioni rese da una conoscente dell'accusato: dichiarazioni che però la donna, deceduta per malattia, non aveva potuto ripetere nel processo d'appello.
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L'avvocato di Dine aveva richiamato una precedente decisione della Suprema corte, per cui l'impossibilità di risentire la coimputata avrebbe dovuto condurre a confermare l'assoluzione di primo grado.
Ora invece si è stabilito che è possibile confermare la condanna confrontando con altri riscontri le dichiarazioni accusatorie non più ripetibili. (Enrico Chiavegatti) [Corriere Romagna]