QUANTI MISTERI SI PORTA NELLA TOMBA ACHILLE LOLLO? – L’EX MILITANTE DI POTERE OPERAIO MORTO IERI È STATO L’UNICO A FINIRE IN CARCERE PER IL ROGO DI PRIMAVALLE. MA NON TUTTO DI QUELLA STORIA È STATO CHIARITO – LA SORELLA DEI FRATELLI MATTEI, UCCISI QUEL GIORNO DEL 1973: “NON È UN GIORNO DI GIOIA, È MORTO UN ASSASSINO” – L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA: “È STATO PROTETTO DA UNA PARTE DELLA SINISTRA, CHE POI RICATTAVA, ED È STATO STRUMENTALIZZATO DALLA DESTRA…”

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1 - MORTO ACHILLE LOLLO PORTA CON SÉ I SEGRETI DI PRIMAVALLE

Stenio Solinas per "il Giornale"

 

achille lollo 3

Il rogo e la tentata strage di Primavalle del 16 aprile 1973 avevano una firma, con tanto di rivendicazione: «Brigata Tanas Guerra di classe -Morte ai fascisti- la sede del Msi Mattei e Schiavoncino colpiti dalla giustizia proletaria». Era talmente mirata e giusta quella giustizia che storpiava persino il nome di uno dei bersagli: Schiaoncin, braccio destro di Mario Mattei, era quello vero e il particolare, come vedremo, è significativo.

 

Gli assassini nascosti dietro quella sigla si chiamavano Achille Lollo, Manlio Clavo e Marino Grillo, tre militanti di Potere operaio, ma, come titolerà Lotta continua a cadaveri appena bruciati, «La provocazione fascista oltre ogni limite è arrivata al punto di assassinare i suoi figli».

 

Quanto al Manifesto: «È un delitto nazista. Fermato un fascista»... Quasi mezzo secolo dopo, di quel rogo tragico e bestiale nella sua stupidità ancora non si sa tutto, anche se si sa molto.

 

rogo di primavalle

Ma fra il primo processo del 1975, conclusosi con un'assoluzione per insufficienza di prove, e un secondo d'appello che rovescia il verdetto passeranno undici anni e ce ne vorranno ancora venti prima che Lollo, espatriato come gli altri pressoché da subito, ammetta dal Brasile che sì, quella sera, davanti a quella porta c'erano loro, e non solo loro: erano addirittura in sei, i componenti di un collettivo creato qualche mese prima e dove aspiranti proletari e veri borghesi si davano la mano.

 

targa in memoria dei fratelli mattei

C'era Diana Perrone, la figlia di Ferdinando Perrone e la nipote di Sandro Perrone, gli allora proprietari del quotidiano Il Messaggero; c'era Elisabetta Lecco, che poi diverrà un'affermata gallerista; c'era Paolo Gaeta, futuro gestore di enoteche... In quel 2005 in cui verranno tirati in causa, reagiranno con lo sdegno di classe e di censo che gli è proprio: quel Lollo è un poveraccio, un borgataro, brutto, sporco e cattivo, insomma...

 

i fratelli mattei

Adesso che Achille Lollo è morto settantenne in un ospedale di Bracciano, si può convenire con Giampaolo Mattei, il fratello di Virgilio e Stefano Mattei che morirono bruciati vivi, sul fatto che «si è portato molte verità scomode nella tomba», e tuttavia, il Rogo di Primavalle resta emblematico per il clima intellettuale che si creò intorno a esso. Potere operaio curò un libretto, Primavalle, incendio a porte chiuse, in cui si parlava «di un oscuro episodio, nato e sviluppatosi nel verminaio della sezione fascista del quartiere».

 

mario mattei con la moglie

Come era scritto nell'introduzione, avevano contribuito «alla realizzazione di questa contro-inchiesta un gruppo di giornalisti democratici» e del resto da Alberto Moravia a Dario Bellezza, da Elio Pecora a Ruggero Guarini, la crème dell'intellighentia di sinistra romana dell'epoca, saranno tutti lì ad alzare il calice nella casa di Fregene dei genitori di Lollo al tempo del primo processo... Quarant' anni dopo sarà proprio Guarini a raccontare come quel libretto era nato.

 

achille lollo

Ci aveva lavorato lui, capo dei servizi culturali del Messaggero, insieme con due colleghi, un redattore capo e un inviato, aiutando quelli di Potop «a spazzolare stilisticamente un testo che avevano messo in piedi, scritto in un sinistrese indigesto». Lo aveva fatto perché degli amici del Movimento con cui la sera giocava a poker gli avevano detto: «Credi davvero che dei ragazzi colti, intelligenti, preparati come noi, dei marxisti che leggono i Gundrisse di Karl Marx, possano individuare in un povero netturbino, segretario di sezione dell'Msi di Primavalle, un nemico di classe?».

 

rogo di primavalle2

Infatti Lollo, Clavo e Grillo, la parte per il tutto potoppino, erano talmente a loro agio con il tedesco dei «Gundrisse» da non saper nemmeno scrivere correttamente, come abbiamo ricordato all'inizio, il nome italiano di uno dei missini da abbattere... Guarini dirà allora che lui all'innocenza di Lollo e compagni ci credeva: peccato non ci credessero proprio gli amici del Movimento andati a chiedere il suo aiuto.

 

In La generazione degli anni perduti, uno di essi, Lanfranco Pace, dirà trent' anni dopo: «Fummo costretti ad assumerne le difese nonostante la loro colpevolezza e così montammo una controinchiesta. Perché? Perché non c'erano alternative». E ancora: «Non ricordo tanta comprensione né tanta solidale vicinanza come quella volta che predicammo il falso».

virgilio mattei con la fidanzata

 

Superficialità, arroganza intellettuale, il gusto di civettare con la rivoluzione, senza firmarsi, non si sa mai, ma emotivamente e culturalmente sentendosi militanti dell'Idea, anche questo fu, fra una partita di poker e l'altra, il giornalismo italiano dell'epoca, un correre in aiuto del vincitore senza troppo preoccuparsi se il vinto rimasto morto sul terreno meritasse almeno una pietosa e onorevole sepoltura. È anche per questo che ogniqualvolta sento parlare di controinformazione metto idealmente mano al revolver che non ho.

 

prima pagina del secolo ditalia dopo il rogo di primavalle

2 - SONO PASSATI 48 ANNI DA QUELLA NOTTE DI FUOCO E TRAGEDIA

Cristiana Mangani per "il Messaggero"

 

Sono passati 48 anni da quella notte di fuoco e tragedia. Anni nei quali la giustizia non ha trionfato e neanche il perdono. Così ieri quando è stata resa nota la notizia della morte di Achille Lollo, 70 anni, ex esponente di Potere operaio, l'unico a finire in carcere per il rogo di Primavalle che ha ucciso Stefano e Virgilio Mattei, la sorella rimasta in vita, Antonella, ha commentato duramente: «Oggi non è un giorno di gioia, oggi è morto un assassino. Una persona che ha ammazzato un ragazzo di 22 anni e un bambino di 10. Io, che allora di anni ne avevo 9, sono viva grazie al coraggio di mia madre, che se ne è andata sette anni fa senza mai avere giustizia per i suoi figli».

 

rogo di primavalle 3

Era la notte del 16 aprile 1973 quando, davanti all'appartamento di Pietro Mattei, segretario della sezione Giarub del Movimento sociale italiano del quartiere romano di Primavalle, è stato versato del liquido infiammabile sul pianerottolo. L'incendio è esploso in un attimo e ha distrutto rapidamente l'abitazione.

 

Ma, mentre gli altri familiari sono riusciti a salvarsi, due dei figli di Mattei - Virgilio e Stefano - sono morti carbonizzati. Nel corso degli anni, l'inchiesta e poi il processo hanno fatto fatica a trovare una loro direzione. Achille Lollo è stato condannato in via definitiva a 18 anni di carcere.

mario e virgilio mattei

 

Era considerato uno degli organizzatori dell'attentato, aveva partecipato all'azione insieme ad altri due militanti di Potere operaio, Manlio Grillo e Marino Clavo. Dei tre, solo Lollo ha scontato alcuni anni in carcere. Grillo è fuggito in Nicaragua e di Clavo si sono subito perse le tracce.

 

I MISTERI

Ora, davanti alla notizia della morte, l'avvocato storico della famiglia Mattei, il penalista Luciano Randazzo, è molto duro nel commentare quegli anni: «Lollo è stato protetto da una parte della sinistra, che poi lui ricattava, ed è stato strumentalizzato dalla destra, che ha utilizzato come uno spot la strage di Primavalle, senza fare mai niente di concreto - spara a zero - Credo che si sia portato nella tomba più di qualche segreto. Mi dispiace che è morto, ma ancora non riesco a capire come sia potuto rientrare in Italia senza problemi, da uomo libero».

achille lollo

 

La vicenda giudiziaria è stata particolarmente lunga e complicata: per i tre l'estinzione della pena, prescritta attraverso un complesso meccanismo di calcolo, è arrivata il 12 ottobre 2003. Nel 2005, poi, è stato riaperto il fascicolo dopo un'intervista rilasciata da Lollo, secondo il quale alla strage avevano partecipato anche altre tre persone: Elisabetta Lecco, Diana Perrone e Paola Gaeta.

 

Durante le nuove indagini vennero indagate per strage, ma la loro posizione è stata archiviata l'anno successivo. L'ex militante di Potere Operaio venne convocato a piazzale Clodio nel gennaio del 2011, dopo essere rientrato in Italia dal Brasile dove ha vissuto per molti anni, per essere ascoltato dall'allora sostituto procuratore Luca Tescaroli. Accompagnato dal suo difensore si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il presunto coinvolgimento di altri complici è stato smentito da Manlio Grillo.

 

negri potere operaio

IL BLOG

Vista l'impossibilità di approfondire i temi di quella intervista, la Procura ha ottenuto dal gip l'archiviazione del fascicolo processuale soprattutto in virtù della scadenza dei termini (due anni) per lo svolgimento degli accertamenti nei confronti dei tre indagati. Anche se, contemporaneamente, un altro fascicolo è stato aperto per proseguire gli accertamenti nei confronti di Perrone, Lecco e Gaeta. Il nome di Lollo, poi, è tornato al centro del dibattito politico nel 2016 quando è venuta fuori la notizia della sua collaborazione con un blog, L'Antidiplomatico, vicino al M5S.