QUANTI TERRORISTI SI NASCONDONO TRA I MIGRANTI CHE ARRIVANO IN ITALIA? L’ATTENTATORE DI BRUXELLES ERA SBARCATO A LAMPEDUSA - IL 45ENNE TUNISINO, CHE HA AMMAZZATO DUE TIFOSI SVEDESI, ALL’ARRIVO IN SICILIA NEL 2011 AVEVA DATO UN NOME FALSO ALLE FORZE DI POLIZIA. DOPO AVER CHIESTO ASILO ALLA SVEZIA (CHE LO HA ESPULSO), SI ERA SPOSTATO IN BELGIO: A INIZIO ANNO ERA STATO SEGNALATO PER LE MINACCE VIA SOCIAL (L’ORGANO CHE DOVEVA AFFRONTARE IL CASO SI DOVEVA RIUNIRE IERI) - IL MOVENTE CHE HA PORTATO IL TUNISINO AD APRIRE IL FUOCO POTREBBE ESSERE LEGATO AI... – VIDEO
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Valeria Di Corrado per il Messaggero - Estratti
Abdesalem Lassoued, l'attentatore tunisino di 45 anni che lunedì ha ucciso due tifosi svedesi a Bruxelles a colpi di kalashnikov, dodici anni fa era approdato con un barchino a Lampedusa. Fotosegnalato a Porto Empedocle il 26 gennaio del 2011 per ingresso illegale in Italia, dà alle forze di polizia un alias, invece del suo vero nome.
Il 9 aprile successivo lo dimettono dal Cie di Torino, con un permesso di soggiorno per "motivi umanitari". Si sposta in Norvegia ma, l'8 novembre, viene costretto a rientrare in Italia in base alla "procedura di Dublino". Viene identificato a Fiumicino e poi a Terni nel febbraio del 2012. Sparisce dai nostri riflettori e ricompare il 24 aprile del 2014, quando la Svezia lo espelle e lo rispedisce in Italia. A questo punto, il 26 maggio 2016, Lassoued formalizza la richiesta di protezione internazionale a Bologna, dove era stato rintracciato durante un controllo. La Digos lo definisce come radicalizzato, in quanto aveva espresso la volontà di aderire alla jihad e partire per combattere.
La sua richiesta viene quindi rigettata dalla commissione territoriale di Bologna e il tunisino spedito nel Cie di Caltanisetta, il 26 giugno, per il rimpatrio. Da qui riesce a uscire con un permesso di soggiorno valido fino al 24 gennaio 2017. Ma Lassoued si sposta in Belgio, dove, nel novembre 2019, presenta richiesta di asilo, respinta nell'ottobre dell'anno successivo. Il 12 febbraio del 2021 il suo nome viene cancellato dal registro nazionale del Comune fiammingo. L'ordine di lasciare il Belgio, emesso nel 2021, non diviene mai operativo.
Ma sul suo profilo Facebook (ora bloccato) compare una foto di due anni fa che lo ritrae a Genova, in piazza Della Vittoria. Presumibilmente era di passaggio in Liguria, diretto verso la Francia. A inizio del 2023 un occupante di un centro per richiedenti asilo nei pressi di Anversa denuncia Abdesalem per minacce via social e comunica alla polizia locale che è stato già condannato per terrorismo in Tunisia (in realtà era stato condannato solo per reati comuni). Le autorità di Anversa a quel punto convocano una riunione sul caso, che si sarebbe dovuta tenere proprio ieri.
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SVEZIA NEL MIRINO «Al momento pensiamo più a un lupo solitario» che «non era parte di una cellula terroristica», ha spiegato il ministro della Giustizia del Belgio, Vincent Van Quickenborne. Il movente che ha portato il tunisino a prendere di mira tifosi svedesi potrebbe essere legato ai roghi del Corano avvenuti in Svezia nei mesi scorsi. Ma non si esclude nemmeno che abbia colpito per il malcontento che provava verso il Paese da cui era stato espulso.
L'uomo, negli ultimi mesi, avrebbe continuato a vivere a Schaerbeek, lo stesso quartiere dove risiedeva Najim Laachraoui, uno degli attentatori dell'aeroporto internazionale di Bruxelles nel 2016. E a una manciata di chilometri da Molenbeek, il rifugio di Salah Abdeslam, tra gli assassini della strage del Bataclan. Nelle ore precedenti all'omicidio dei due svedesi, sul suo account Facebook, l'attentatore dapprima gira un video in cui, col volto incappucciato, dichiara che «il libro di Allah è una linea rossa per cui sacrificarsi». Dopo, a volto scoperto, rivendica l'appartenenza all'Isis e l'attentato: «Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora», facendo riferimento anche al bambino musulmano accoltellato nell'Illinois.