QUÉ FANTASTICA ESTA SOSTA - LA STORIA DELLA MACCHINA CHE A CONEGLIANO VENETO, IN PROVINCIA DI TREVISO, È FERMA PARCHEGGIATA DA 47 ANNI - L'AUTO, MAI SPOSTATA, È UNA LANCIA FULVIA DI ANGELO E BERTILLA, EX EDICOLANTI CHE ORA HANNO 94 E 84 ANNI: "APPOGGIAVAMO I GIORNALI NEL BAULE" - ZAIA: "ERA LÌ QUANDO ANDAVO A SCUOLA" - LA POLIZIA VUOLE TRASFERIRLA NEL CORTILE DELLA SCUOLA E FARNE UN MONUMENTO...
-Alice D’Este per www.corriere.it
Sporge a lato della strada come un segno del tempo, di quelli che non lasciano dubbi e si fanno riconoscere subito. L’auto di Angelo Fregolent e Bertilla Modolo è lì da quasi 50 anni, a lato di via Zamboni a Conegliano. Una Lancia Fulvia.
L’hanno vista per decenni passando per andare a scuola gli studenti dell’Itis lì accanto, chi si fermava qualche minuto per prendere il giornale, i pendolari di corsa ma lei, l’auto non si è mai mossa. E ora è tornata a far parlare di sé sul web, come una scheggia impazzita, dove qualcuno la propone come monumento simbolico di Conegliano.
Insieme dal 1962
L’hanno parcheggiata lì quando hanno preso in gestione l’edicola, nel 1974, per appoggiare i giornali, custodire le copie invendute. E l’hanno lasciata lì anche quando Angelo 2 anni fa si è rotto un’anca e ha dovuto smettere l’attività.
Lui classe 1927, lei 1937, per molti anni meccanico della Fiat prima a Conegliano poi a Treviso e anche in Germania, appena sposato. «Ci siamo conosciuti come si faceva a quel tempo, ad una festa di famiglia — dice Bertilla — ci siamo sposati nel 1962, la settimana dopo lavoravamo già, avevamo preso un’osteria qui vicino, poi dieci anni dopo siamo passati all’edicola».
A casa di Angelo e Bertilla ci sono Billy e Bobby, i due cani che trattano come fossero figli. «Figli? No, non ne abbiamo mai avuti — continua Bertilla — ma non mi sono mancati, per noi i clienti dell’edicola erano come una famiglia, in tanti ci hanno voluto bene».
«Scampato alla fucilazione»
Bertilla e Angelo, 84 e 94 anni sono comunicativi, hanno voglia di condividere. Entrare nelle loro vite in punta di piedi ha il sapore del ricordo dei nonni, le stesse parole. «La guerra? Sì me la ricordo eccome — dice Bertilla — passava “Pippo”, come lo chiamavamo tutti, un aeroplano che segnalava dove sarebbero arrivate le bombe, appena vedevi dovevi scappare. Ma io ero giovane, non me ne importava nulla».
«Una volta in via dei Mille sono scampato ad una fucilazione solo per un colpo di fortuna — continua Angelo — queste cose vanno così. Il ragazzo accanto a me è morto, io non mi sono fatto nemmeno un graffio. E adesso? Sono arrivato a 94 anni. La cosa bella è che non me li sento nemmeno».
L’auto? Il ricordo di Zaia
Il segno del tempo però c’è, è parcheggiato lì fuori. È la Lancia Fulvia azzurrina. Che tutti, perfino il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ricordano benissimo («Era lì quando andavo a scuola...»). «Piace a tutti in questi giorni — ridono Angelo e Bertilla — per noi è un gran regalo, questa attenzione, queste chiacchiere, queste persone che ci vengono a trovare. Anzi, le dico, io la aspetto. Torni quando vuole».
La proposta della polizia: «Spostiamola a scuola»
La Lancia Fulvia presto, però, potrebbe essere spostata. «I parcheggi un po’ in strada un po’ sul marciapiede sono stati realizzati molti anni fa, molto prima del codice della strada del 1992 — spiega Claudio Mallamace, comandante della polizia locale di Conegliano —
È stata una soluzione di compromesso per evitare di fare verbali a tutti i clienti del bar. È chiaro che non possono più rimanere e andranno tolti visto che il marciapiede è fruito dai pedoni e ci sono molti ragazzi che lo usano per andare a scuola.
Si potrebbe mettere l’auto in centro al cortile della scuola enologica, dove c’era il pioppo. Un piccolo monumento alla storia della città all’interno della scuola enologica. L’auto non viene buttata via e i due proprietari affacciandosi la vedono».