QUELLO DEL 14 AGOSTO ERA DAVVERO IL PRIMO INCONTRO TRA MORISI E I DUE ESCORT? – PETRE, IL VENTENNE RUMENO INDAGATO INSIEME ALL’EX SPIN DOCTOR DI SALVINI PER CESSIONE DI DROGA, HA PARLATO DI ALCUNE CHAT WHATSAPP CHE POTREBBERO SVELARE GLI ACCORDI PRESI TRA I DUE RAGAZZI E MORISI – UNA DELLE IPOTESI È CHE L’EX BRACCIO DESTRO DI SALVINI SIA RIMASTO VITTIMA DI UN RICATTO. MA ALLORA PERCHÉ I DUE GIGOLO’ HANNO CHIAMATO I CARABINIERI DENUNCIANDO UN FURTO? SE SI DIMOSTRERÀ CHE A PORTARE LA “DROGA DELLO STUPRO” È STATO UNO DI LORO, L’ACCUSA CONTRO MORISI POTREBBE ESSERE ARCHIVIATA. MA ORMAI IL DANNO È FATTO…
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Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Ci sono chat registrate su WhatsApp che potrebbero aggiungere nuovi dettagli all'inchiesta che vede indagato per cessione di stupefacenti Luca Morisi, l'ex responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini. E svelare quali accordi furono presi con i due rumeni che trascorsero la notte del 14 agosto nella sua casa di Belfiore, in provincia di Verona.
Ne ha parlato Petre, 20 anni, uno dei due escort adescato in Rete e anche lui indagato per lo stesso reato visto che nello zaino aveva un flacone di droga liquida. Per l'indagine i prossimi giorni saranno decisivi. Morisi potrebbe essere interrogato già la prossima settimana.
Il suo avvocato Fabio Pinelli ha presentato richiesta alla Procura di Verona. Aprendo così la strada per il confronto - sia pur a distanza - con i due escort che il 14 agosto trascorsero con lui una notte di sesso a pagamento e cocaina.
Sono numerose le circostanze che il creatore della «Bestia», la micidiale macchina social del leader del Carroccio, dovrà chiarire. La partita giudiziaria si gioca su quel flacone. L'esito degli accertamenti di laboratorio sul contenuto del flacone sequestrato, quel «liquido trasparente» (come dice il verbale) che Petre «asseriva essere della droga da stupro (Ghb)».
Era, più esattamente, una bottiglia in vetro quasi piena, «da 125 ml, estratta dallo zaino di Petre e consegnata spontaneamente ai militari». I magistrati hanno indagato sia Morisi sia Petre per la cessione di Ghb. «Quel flacone di droga liquida non era mio. Posso provarlo e lo farò», ripete Morisi al legale anticipando quanto dichiarerà di fronte ai magistrati. Petre sostiene il contrario.
Ma se davvero si dimostrerà che a portare la «droga dello stupro» è stato il giovane rumeno, quell'accusa contro Morisi potrebbe essere archiviata, mentre rimarrà la segnalazione al prefetto per il consumo di uso personale di cocaina.
Con i pubblici ministeri Morisi dovrà ricostruire quanto accadde in quelle ore che gli hanno cambiato la vita, dalla sera del 13 agosto al primo pomeriggio del 14. Ma raccontare anche come abbia adescato i due giovani, quale cifra abbia pattuito con loro, se davvero - dopo aver accreditato 2.500 euro - avesse concordato un pagamento ulteriore di 1.500 euro.
E ancora era davvero il primo incontro? Oppure i due stranieri sono parte di un «giro» frequentato abitualmente da Morisi? Possibile che sapessero perfettamente con chi avessero a che fare? Una delle ipotesi esplorate dai carabinieri è che Morisi sia rimasto vittima di un ricatto: rivelare che custodiva droga in casa per aver rifiutato di pagare le prestazioni sessuali una cifra più alta di quella pattuita. E anche per questo è ritenuto molto strano che i rumeni abbiano deciso di chiamare i carabinieri denunciando di essere stati derubati.
Dettagli per scoprire che cosa davvero accadde potrebbero essere rintracciati esaminando i telefoni che i due rumeni hanno già dichiarato di voler mostrare agli inquirenti. Chat con Morisi che anche il social media manager potrebbe aver conservato. Secondo Petre, Morisi contattò sul sito online di incontri gay il suo amico Alexander che a sua volta lo contattò e gli presentò via chat il «cliente» per andare da lui a Belfiore e trascorrere la notte in cambio di molti soldi.
Nei prossimi giorni Petre (che è il solo indagato dei due rumeni) tornerà dalla Romania dove dice di essere andato a curarsi per gli «effetti devastanti della droga presa quella sera». Incontrerà per la prima volta la sua avvocata, Veronica Dal Bosco e metterà a fuoco ogni passaggio della sua versione per la notte e la mezza giornata passata con Morisi. Dopodiché la legale chiederà che il suo assistito venga sentito in Procura.
Nell'appartamento di Morisi sono stati trovati 0,31 grammi di cocaina che lui stesso ha consegnato ai carabinieri. Residui di una quantità molto più grande che sarebbe stata consumata durante la notte. I carabinieri sono alla ricerca del fornitore e certamente anche di questo i magistrati chiederanno conto a Morisi. Ulteriore tassello di una storia ancora da scrivere per intero.