QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA DAD - NONOSTANTE IL NUOVO PROTOCOLLO, PENSATO PROPRIO PER SCONGIURARE LA DIDATTICA A DISTANZA, LE SCUOLE SONO IN CRISI NEL GESTIRE LE QUARANTENE, LE ASL SONO IN AFFANNO, E GLI STUDENTI SONO COSTRETTI A STARE A CASA - A INCEPPARSI E' IL MECCANISMO CHE PREVEDE DUE TAMPONI. MA NON FUNZIONA...
-Ilaria Venturi per repubblica.it
Crescono i contagi, soprattutto tra i bambini non vaccinati alla materna e alla primaria, le scuole sono già in crisi nel gestire le quarantene, le aziende sanitarie in affanno. E torna la Dad. Doveva essere scongiurata, il nuovo protocollo lo prevedeva. Ma la sua applicazione arriva con due settimane di ritardo ed è confusa.
Sospira Paola Laureti, tre figli, sette quarantene dallo scorso anno: «Non si esce dal tunnel e ora sembra che siamo tornati all'anno zero». L'ultima fatta per la figlia alla primaria Le Corone di Spoleto: 12 giorni di isolamento, dal 4 novembre, a causa di un cluster di contagi amplificato dall'effetto festa di Halloween a cui aveva partecipato la classe. «Per il tampone ci hanno chiamato solo l'8, per un ritardo della scuola, due ore di fila, cosa mai successa prima. Ma qui il personale sanitario è ridotto all'osso».
Non solo in Umbria, dappertutto. I rappresentanti dei genitori in Emilia-Romagna denunciano: «Scuole in Dad per lentezze della sanità anche se abbiamo meno contagi dello scorso anno: cosa si è fatto in tutto questo tempo?». I presidi, con Antonello Giannelli (Anp), rincarano la dose: «Quasi sempre le autorità sanitarie non intervengono tempestivamente, la tanto demonizzata Dad sta riacquistando le posizioni perdute».
A incepparsi è il meccanismo che prevede, con il nuovo protocollo a firma dei ministeri alla Salute e all'Istruzione, due tamponi: uno subito per far rientrare a scuola, se tutti negativi, la classe con un caso positivo (e i vaccinati con due contagiati); il successivo dopo 5 giorni. Ma non funziona, denunciano presidi e famiglie. «Si constata l'impossibilità di gestire i due tamponi che finiscono col sovrapporsi» spiega Cristina Costarelli, dell'Anp del Lazio.
«Nel fine settimana la sanità pubblica non risponde - lamenta Anna Maria Catalano, preside dello scientifico Cannizzaro di Palermo - e c'è confusione tra le note ministeriali e la prassi delle aziende sanitarie locali». E così gli studenti vanno in Dad e ci restano più giorni del dovuto. Chiara Delucchi, un figlio al tecnico Da Vinci di Parma, è arrabbiata: «La sua classe è stata messa in Dad per cinque giorni solo in via precauzionale. Trovo allucinante che la scuola si fermi mentre i ragazzi possono comunque uscire, ci vuole chiarezza sulle quarantene».
Il ministro Bianchi tiene il punto: «Non temo un ritorno in Dad, stiamo lavorando con le autorità nazionali e locali per continuare a garantire un anno sereno in presenza». Parla all'inaugurazione del Salone Orientamenti a Genova e aggiunge: «La scuola oggi è in sicurezza, il 95% del personale ha fatto la prima dose di vaccino e il 92% ha fatto la seconda e stiamo andando a grandi passi verso la terza. I ragazzi tra i 16 e i 19 anni sono sopra l'84%, però non stanno solo a scuola. Controlliamo la situazione minuto per minuto».
Ma i dati nazionali sulle classi in quarantena non ci sono. L'aumento nelle ultime due settimane è un bollettino che arriva dalle Asl locali: più che raddoppiate (da 40 a 95) le classi in quarantena nelle Marche; 25 casi e 64 alunni isolati in una primaria a Mira, in provincia di Venezia; da 13 a 26 classi in quarantena su 108 all'Ic Albignasego in provincia di Padova; aumento a Bologna dal 15 ottobre a oggi del 160% dei casi tra i bambini. E ancora: le classi in quarantena in Piemonte passano da 200 della scorsa settimana a 234.
La Toscana da oggi è corsa ai ripari con un sistema basato sul Qr code che elimina prenotazioni dei tamponi e moduli e accelera via App la comunicazione di esiti e certificati per il rientro. Modello che alcune Regioni, tra le quali l'Emilia-Romagna, potrebbero adottare. Ma c'è anche chi sta segnalando al ministero che la fase epidemica è tale che forse bisognerebbe ripensare il documento. La risposta che danno i tecnici da Roma è che il documento non ha un'applicazione tassativa, si capirà a breve se qualcuno deciderà di procedere ancora con il vecchio sistema: quarantena immediata per tutta la classe con un caso. E, dunque, più scuola a distanza.