PER QUESTO L'INDIA STA DALLA PARTE DI PUTIN: STA DIVENTANDO UNA "DEMOCRATURA" - SEBASTIEN FARCIS, CORRISPONDENTE FRANCESE IN INDIA, DENUNCIA L'"INCOMPRENSIBILE CENSURA" DI DEHLI DOPO GLI È STATO NEGATO IL RINNOVO DEL SUO PERMESSO DI SOGGIORNO - "IL RIFIUTO MI È STATO COMUNICATO ALLE VIGILIA DELLE ELEZIONI E ARRIVA IN UN INQUIETANTE CONTESTO DI CRESCENTI RESTRIZIONI AL LAVORO DEI GIORNALISTI STRANIERI. ALMENO 5 CORRISPONDENTI STRANIERI SONO STATI..."
-After 13 years working as a correspondent in India, the authorities have denied me a permit to work as a journalist. I have thus been forced to leave the country.
Here is my statement. pic.twitter.com/m52Q4ABsRk
— Sébastien Farcis (@sebfarcis) June 20, 2024
(ANSA) - Il giornalista corrispondente francese in India, Sébastien Farcis, ha dichiarato oggi di aver lasciato il Paese dopo che le autorità di Nuova Delhi hanno rifiutato di rinnovare il suo permesso di lavoro sul posto, una situazione che denuncia come una ''incomprensibile censura''. In una nota trasmessa da Parigi, il corrispondente per diversi media francofoni, come Radio France internationale (RFI), Libération, ma anche per radio pubbliche della Svizzera e del Belgio, esprime ''profondo shock", precisando, di essere partito dall'India a inizio settimana dopo che a marzo scorso è stato rifiutato il rinnovo del suo permesso di lavoro, il che l'ha privato di ''qualsiasi forma di reddito''.
"Questo rifiuto del permesso arriva in un inquietante contesto di crescenti restrizioni al lavoro dei giornalisti stranieri", dichiara Farcis, secondo cui ''almeno cinque corrispondenti stranieri (con statuto di residente permanente sul posto Overseas Citizen of India) sono stati interdetti al lavoro come giornalisti per almeno due anni''. ''Nessuna giustificazione è stata fornita per spiegare questo divieto, malgrado ripetute richieste formali al ministero dell'interno", continua Farcis, precisando: "Il divieto di lavoro mi è stato comunicato alla vigilia delle elezioni politiche indiane, le più grandi elezioni democratiche al mondo, che non ho dunque avuto il diritto di coprire". Appare "quindi come una censura incomprensibile".