"IL 13 SETTEMBRE SARA' IL NOSTRO D-DAY" - IL GOVERNATORE DEL VENETO LUCA ZAIA E' PRONTO PER LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE "AI RAGAZZI FARO' TROVARE I TAMPONI ALL'INGRESSO. BISOGNA EVITARE LA DAD - IL PIANO DELLE "SCUOLE SENTINELLA": "E' IL NOSTRO PROGETTO INSIEME ALL'UNIVERSITA' DI PADOVA, PIACE MOLTO AL GENERALE FIGLIUOLO CHE ORA PARE INTENZIONATO A REPLICARLO A LIVELLO NAZIONALE..."
-Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera
«Dopo il bronzo di Bettella e l’argento di Beggiato, ecco l’oro di Stefano Raimondi nei 100 rana. Secondo giorno alle Paralimpiadi e abbiamo già un podio tutto veneto. In Giappone stiamo facendo un cacao...». Gli scappa il dialetto, Luca Zaia è entusiasta a dir poco, sebbene il Covid lo abbia privato della grande emozione di essere lì con loro, a Tokyo: «Mi ero prenotato per andare a vedere le gare - racconta il governatore del Veneto - e invece poi la pandemia ha fatto di nuovo chiudere tutto. Questi ragazzi per noi sono un esempio. Pieni di forza di volontà, visione del futuro, le qualità che ci vogliono per gestire bene la cosa pubblica».
Così, sulle ali dell’entusiasmo, presidente, può dire di sentirsi pronto per la ripartenza?
«Aspetto con ansia il 13 settembre, per noi veneti sarà il D-Day, la madre di tutte le battaglie. L’apertura delle scuole l’anno scorso per gli italiani fu un’esperienza dolorosa, stavolta però non si può fallire, dobbiamo evitare la Dad.
L’obiettivo è scuola in presenza al 100 per cento, così ecco che già il 13 mattina ai ragazzi farò trovare i tamponi all’ingresso. È il nostro progetto insieme all’università di Padova, piace molto al generale Figliuolo (il commissario per l’emergenza Covid, ndr) che ora pare intenzionato a replicarlo a livello nazionale...».
Sarebbe?
«Il piano delle scuole sentinella, una rete di decine di istituti sparsi in ogni provincia dove si monitora costantemente il livello di circolazione del Covid, facendo tamponi su tamponi, uno screening a tappeto. Abbiamo già comprato un milione di tamponi salivari molecolari in previsione del giorno della prima campanella per elementari, medie e superiori. Test per nulla invasivi, sarà come succhiare un lecca-lecca. Il generale Figliuolo credo ne abbia già disposto un maxi acquisto. Funziona così: tamponi salivari per scovare gli asintomatici e poi, in caso di positivi, tamponi nasali semplici per tutta la scuola. Una falange macedone contro il virus».
Basterà?
«No purtroppo, bisogna vaccinare ancora il più possibile, da un mese il Veneto consente l’accesso diretto agli hub senza prenotazione alla fascia 12-25 anni. E da due mesi agli over 60. È vero che adesso l’offerta di vaccini supera la domanda: così per convincere gli indecisi noi scriviamo a casa, spieghiamo, tante lettere contro le fake news, quelli che pensano ancora che insieme al siero t’inseriscono sotto pelle un microchip. I risultati per fortuna cominciano a vedersi: il 78% dei veneti è già immunizzato, il 55% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni. Ma l’amara verità è che mi ritrovo oggi col 98% dei ricoverati nelle terapie intensive che non sono vaccinati. Altro che fake news. Ci vuole presto la terza dose».
Davvero?
«Sì, faccio un appello al governo. Se la scienza ci indicherà di seguire questa strada, bisogna agire subito e non partire a novembre-dicembre quando potrebbe essere troppo tardi. In Israele, negli Usa, hanno già iniziato con le terze dosi. Io ho un milione e 600 mila over 60 in Veneto e 30 mila anziani nelle Rsa, persone che hanno una risposta immunitaria più bassa rispetto ai giovani. Con il virus non si può scherzare, teniamoci stretta la mascherina».
A settembre torneranno gli assembramenti: non solo in classe, anche sui mezzi pubblici.
«Per questo dico che la mascherina ci salva. Qualche ora fa le Regioni hanno avuto un incontro col governo proprio sul trasporto pubblico locale: noi in Veneto siamo pronti, condividiamo le linee guida che prevedono capienza all’80% nelle zone bianche e gialle, però è importante che tutto il discorso, anche quello dei controllori a bordo, venga normato bene. Che vengano approntate le risorse».
Regioni bianche, gialle. Il modello dei colori la soddisfa?
«Abbiamo fatto bene a giugno a modificare i parametri. Ora si cambia fascia in base al riempimento degli ospedali, all’occupazione dei posti letto. Se valeva ancora il vecchio modello, quello che si basava sul numero dei contagiati, anche solo asintomatici, adesso ci trovavamo tutti in zona arancione coi negozi chiusi».