"CHIAMO LO SPACCIATORE, FACCIAMO FESTA. 1 GRAMMO" – NELLE CHAT DI GRILLO JR & FRIENDS, INDAGATI PER VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO, SI PARLA ANCHE DI DROGA – LO SCAMBIO DI MESSAGGI TRA CIRO GRILLO E CAPITTA: "FUMATO COME UN MAIALE CON GLI ALTRI”, “ERA BUONA L’ERBA?” – “NULLA DI CHE”, MENTRE IN UN ALTRO FRANGENTE SI LASCIA ANDARE A UN “BOTTA GIGANTE IERI” - ULTERIORI MESSAGGI CERTIFICANO L'ORGANIZZAZIONE DI SERATE NELLE QUALI L’OBIETTIVO ERA QUELLO D' IMBASTIRE UN "3 VS 1" COME QUELLO DEL 17 LUGLIO...
Matteo Indice per “La Stampa”
Si cerca di far luce su cosa significhi «1 grammo», a quale sostanza si riferisca quell' espressione. E non v' è dubbio che il consumo di stupefacenti sia uno degli elementi che emerge con più forza dalle chat intercettate al sospetto branco: «Oggi se vedemo, stecca canne del perlausen preso weed ma poi di nuovo scitto fumato come un maiale con gli altri chiamo lo spacciatore di Porto Cervo». Queste (e altre frasi) che fanno con chiarezza riferimento all' uso di droghe, sono state trovate esaminando i telefoni di Ciro Grillo (figlio del fondatore M5S Beppe), Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
Sono i quattro studenti genovesi indagati dalla Procura di Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo: secondo l' accusa hanno stuprato la studentessa italo-norvegese Silvia il 17 luglio 2019 nell' appartamento Grillo a Porto Cervo, mentre a Ciro, Capitta e a Lauria è contestato un secondo abuso, ai danni di Roberta, l' amica di Silvia che dormiva su un divano, per una foto oscena che li ritrae come fossero davanti a una preda.
Gli inquirenti, dopo aver sequestrato gli smartphone degli inquisiti, li hanno setacciati alla ricerca di messaggi che descrivessero la notte a casa Grillo. E però insieme a una serie di scambi ritenuti «significativi» su questo fronte ve ne sono altri che gli investigatori hanno raggruppato per capire quanto vada approfondito pure il filone droga.
In una lunga conversazione fra Edoardo Capitta e l' amico Luca risalente al pomeriggio del 14 luglio, quindi a poche ore dalla sospetta violenza, nella quale si descrive con dovizia di particolari e disprezzo di Silvia ciò che è avvenuto quella notte, vi sono riferimenti alla programmazione delle ferie: «Non ci vediamo fino al 29 (intende luglio 2019, ndr) - ribadisce quindi Capitta all' amico - torniamo: canna, 1 grammi per festeggiare». Sul medesimo fronte, un altro scambio WhatsApp rilevante è quello che si materializza l' 1 agosto fra Ciro Grillo e il solito Capitta, dove rimbalzano queste espressioni: «Sono a Genova bro (abbreviazione dell' inglese «brother», fratello, ndr).
Oggi se vedemo, yes, stecca canne del perlausen chiamo il plug (termine usato per indicare in gergo lo spacciatore) di Porto Cervo e in due minuti arriva ahahaha preso weed (erba, ndr), ma poi di nuovo scitto (si fa sempre riferimento a tipologie di droga, ndr)».
Poi ancora Grillo a Capitta nei giorni successivi: «Fumato come un maiale con gli altri». Capitta: «Era buona la weed?». Ciro: «Nulla di che», mentre in un altro frangente si lascia andare a un «botta gigante ieri!».
Ulteriori messaggi finiti agli atti certificano l' organizzazione di nuove serate fino alla fine dell' estate (in un caso almeno c' è un chiaro riferimento a un alloggio di Forte dei Marmi in Toscana come potenziale location), nelle quali il primario obiettivo era quello d' imbastire un «3 vs 1» come quello del 17 luglio.
Eppure, di nuovo in materia di sostanze assortite, non va dimenticato che anche le due ragazze presenti nel residence di Grillo avevano fatto riferimento alla volontà, da parte del gruppetto di consumarne e al fatto che stessero cercando quelle «avanzate».
Difficile prevedere quali sviluppi avranno gli accertamenti nel filone stupefacenti e soprattutto i tempi dell' inchiesta sullo stupro di gruppo. Nelle scorse settimane il procuratore capo Gregorio Capasso e la sostituta Laura Bassani hanno inviato un nuovo avviso di conclusione delle indagini preliminari, in cui circoscrivono meglio i vari addebiti e soprattutto la scansione temporale dei presunti soprusi. Successivamente Giulia Bongiorno, l' ex ministra che assiste Silvia, ha chiesto che fossero depositate alcune interviste da parte di persone che i pm avevano fatto ascoltare in qualità di testimoni. È possibile che, in tempi relativamente brevi, la Procura chieda comunque il rinvio a giudizio dei ragazzi, nel convincimento che solo un processo possa dirimere la vicenda.