"I CLAN SFRUTTERANNO L'EMERGENZA PER MANGIARSI L'ECONOMIA" - SENTITE IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA CAFIERO DE RAHO: "ABBIAMO EVIDENZE CHE IN CAMPANIA LA CAMORRA SI STIA MUOVENDO PER DISTRIBUIRE SPESA ALIMENTARE ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ - I SETTORI PIÙ A RISCHIO? EDILIZIA E SANITÀ – IL BUSINESS DELLE MASCHERINE? ALLE MAFIE INTERESSA QUALSIASI MANIERA PER FARE SOLDI…"
-Giuliano Foschini per “la Repubblica”
«La crisi sanitaria è una crisi economica e sociale. Dunque, una questione criminale. Non c' è crisi che non sia una grande opportunità per le mafie».
Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho non nasconde la sua preoccupazione. Parla di «momento di grandissima delicatezza», teme «passi indietro rispetto a conquiste importante fatti in questi decenni». E cita fatti, episodi per spiegare la sua preoccupazione.
«Le mafie nascono come agenzie di servizi. Proliferano laddove lo Stato non c' è, arriva in ritardo, manca o fa comunque fatica a fare il proprio mestiere. Hanno un piano chiaro: attaccano disagio sociale e difficoltà economiche per costruire consenso.
Questo è il tempo un cui quei disagi e quelle difficoltà stanno esplodendo: le attività commerciali sono chiuse, chi si arrangiava con piccoli lavori a nero non lo può più fare. Le famiglie hanno difficoltà a fare la spesa. Questo, dunque, è il tempo ideali per i mafiosi. E, purtroppo, non è soltanto una preoccupazione di scuola».
In che senso, procuratore?
«Abbiamo evidenze che in Campania, per esempio, la camorra si stia muovendo per distribuire spesa alimentare alle famiglie in difficoltà.
E lo hanno cominciato a fare prima dei buoni spesa del governo. E non perché ci siamo mossi tardi. Ma perché i mafiosi sono per definizione veloci, non hanno burocrazia, hanno grandissima liquidità. E sanno che questo è il momento giusto per investire».
Che bisogna fare?
«Il consenso sociale è una parte del loro piano di espansione. Il secondo riguarda la conquista di settori dell' economia. Ecco, bisogna anticiparli. Loro andranno dalle aziende in crisi con grande disponibilità economica e proveranno a mangiarle. Dobbiamo evitare che accada. Intervenendo sul sistema di credito, snellendo le procedure di accesso, rendendo tempi veloci ma non per questo pensando a meno controlli. Lo Stato deve difendere l' impresa sana».
Non si rischia così però una deregulation?
«Le regole servono. Ed è importante farle rispettare. Ma non bisogna avere paura nel dare fiducia. Se tu rendi troppo difficile l' accesso al credito fai il più grande regalo alle mafie. Lo stesso regalo, però, lo fai se non controlli che il denaro non venga speso per le ragioni per cui è stato preso».
Quali sono i settori più a rischio?
«Storicamente edilizia e sanità sono i settori preferiti dalle mafie. Anche perché hanno il contatto più diretto con la politica».
Uno dei problemi principali in questo momento in Italia è la mancanza di mascherine, anche in vista di una possibile fase 2. È un business che alle mafie interessa?
«Alle mafie interessa qualsiasi maniera per fare soldi. Dopodiché ci sono delle cose molto chiare. Sulle mascherine esiste una grandissima domanda e una scarsissima offerta. È difficilissimo movimentarle nel mondo. Bene, i mafiosi sono tra i migliori operatori di import ed export.
Hanno rotte e canali con cui muovono da decenni, da un continente all' altro, la droga. Sono in grado di mettere sul mercato tonnellate di contante, l' unica lingua conosciuta in tutto il mondo. E possono corrompere, dalla Cina ai paesi dell' Est, chi fa muovere le merci. Ecco, è importante che l' Italia, e tutti i paesi europei, facciano presto a risolvere il problema di produzione e approvvigionamento delle mascherine. Altrimenti, potrebbe cominciare già a essere molto tardi».