"CONOR È UN GENTILUOMO, UN EROE IRLANDESE DAL CUORE PROLETARIO. FACCHINETTI LO AVRÀ INFASTIDITO" - PHILIP SUTCLIFFE SENIOR, EX PUGILE OLIMPICO, DIFENDE CONOR MCGREGOR, DI CUI E' STATO PRIMO ALLENATORE, DOPO L'ACCUSA DI AGGRESSIONE A FACCHINETTI - "ALCOL E DROGA? I SOLDI POSSONO DARE ALLA TESTA ED È NORMALE CHE OGNI TANTO ESAGERI BEVENDO E CHE SI RILASSI IN QUALCHE ALTRO MODO… "
-Estratto dell'articolo di Valerio Lo Muzio per www.repubblica.it
La nebbia autunnale attanaglia l'Estragon Club di Bologna mentre all'interno un gruppo di irlandesi festeggia. Sono seduti a bordo ring e levano in alto bicchieri di whiskey and cola che alternano a qualche pinta di birra. Sono i pugili della Crumlin Boxing Club di Dublino, in trasferta in Italia per "Bologna Vs Dublin, la sfida continua" la riunione pugilistica organizzata dalla palestra popolare Bolognina Boxe del maestro Alessandro Danè e dal decano del pugilato bolognese, Franco Palmieri.
Sette incontri di boxe olimpica con gli atleti bolognesi a sfidare i fighter irlandesi, un sodalizio che dura da più di dieci anni: da quando nel Tempio del Rock bolognese si celebrava l'Irlanda in Festa, in occasione della festa di San Patrizio, ora a distanza di qualche anno il format è ripartito.
"Potete andare in albergo e poi siete in libera uscita" la voce perentoria è quella del coach, Philip Sutcliffe Senior, 61 anni, ex pugile con alle spalle due partecipazioni ai Giochi Olimpici nel 1980 e nel 1984, e per 4 volte campione di Irlanda - "mi raccomando, non fate cazzate altrimenti vi strappo il passaporto" la faccia è quella di un duro, scavata dall'aria fredda dei docks e da una vita passata in trincea, tra la divisa dell'Irish Army e i guantoni.
"Sono dei bravi ragazzi, ma ogni tanto bisogna minacciarli" sorride il coach, abbozzando un mezzo sorriso, la maglia che indossa del resto non mente: "Mc Gregor Sport & Entertainment" al posto della O, un leone con in testa la corona, il logo del campione mondiale di MMA (arti marziali miste) Conor McGregor: "Faccio parte del suo team, sono stato uno dei suoi primi allenatori e abbiamo ripreso a lavorare assieme lo scorso anno, quando ha richiesto la mia consulenza tecnica prima del match contro Donald Cerrone, nel main event UFC".
Una storia che parte da lontano, dal 1998 a Crumlin, meglio nota come D12, uno dei 22 diversi codici postali in cui è divisa Dublino. È in questo quartiere di periferia, a sud-ovest del fiume Liffey che spacca in due la città, che è cresciuto The Notorius, il divo delle arti marziali miste: "La prima volta che ho visto Conor McGregor, aveva solo dieci anni, ricordo che entrai in palestra e vidi questo bambino che prendeva a pugni e a calci un borsone più grosso di lui e mi disse che voleva fare il pugile, io gli risposi che prima avrei dovuto parlare con i suoi genitori".
Poche semplici regole, in un quartiere difficile, simbolo della working class dublinese e così il piccolo Conor, ottenuto il permesso del papà tassista Tony e di mamma Margaret non esce più dalla palestra: "Era un ragazzo che amava lo sport, per un periodo ha giocato anche a calcio per la squadra del quartiere", racconta Philip.
"Conor è cresciuto insieme a mio figlio e insieme ai figli degli altri coach, preferivamo tenere i ragazzi in palestra invece che lasciarli bighellonare in strada, questo è un quartiere proletario dove nessuno ti regala nulla, qui vengono ad allenarsi gli operai, gli elettricisti e i disoccupati".
La carriera di pugile per il ragazzino di Crumlin promette bene, Conor riesce a vincere il Dublin Novice Championship, un campionato dilettante per i giovani amatori, ma poi inizia a sperimentare nuovi sport: "Ha sempre amato la boxe era un ragazzo che rimaneva in palestra anche dopo gli orari degli allenamenti, si tratteneva fino a tardi ad allenarsi al sacco, voleva migliorare la tecnica perché voleva diventare un lottatore professionista, ma poi attorno ai 16 anni ha iniziato a scoprire altri sport da combattimento: kickboxing, MMA, jiu-jitsu brasiliano e ha conosciuto John Kavanagh, il suo storico tecnico, e a me non piaceva perché questi sport lo distraevano e gli rubavano tempo dalla boxe" racconta divertito Philip Sutcliffe mentre versa del whiskey, rigidamente irlandese, al suo secondo Paddy Brady, altro storico patriarca della Crumling Boxe.
A diciotto anni McGregor inizia la carriera da apprendista idraulico, ma non ha neanche i soldi per comprare gli attrezzi e così si rivolge al coach Paddy Brady: "Gli prestai gli attrezzi per rifare un impianto idraulico in una casa, e non me li ha più ridati, così negli anni successivi ogni volta che lo rivedevo gli dicevo scherzando che aveva un debito con me.
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