"CON I CONTRATTI SIGLATI A OGGI POSSIAMO VACCINARE IL 5% DELLA POPOLAZIONE ENTRO MARZO E MENO DEL 20% ENTRO GIUGNO" - NINO CARTABELLOTTA SMENTISCE ARCURI, SECONDO CUI CI SARANNO 21,5 MILIONI DI VACCINATI ENTRO MAGGIO: "LA SITUAZIONE POTREBBE CAMBIARE CON UN VIA LIBERA DELL EMA AD ASTRAZENECA IN TEMPI BREVI, MA È DIFFICILE CHE LE 40 MILIONI DI DOSI SARANNO DISPONIBILI NEL PRIMO SEMESTRE. IMPROBABILE CHE LE ULTERIORI FORNITURE DI PFIZER E MODERNA CONTRATTATE DALL'EUROPA VENGANO CONSEGNATE IN ANTICIPO"
-Carlotta Di Leo per il "Corriere della Sera"
«La terza ondata rischia di arrivare presto, quando ancora la seconda non ha affatto esaurito la sua forza. Dobbiamo prestare massima attenzione alle prossime due settimane: solo dopo la metà di gennaio capiremo gli effetti del decreto Natale sul contenimento dell' epidemia».
Nino Cartabellotta è il presidente della Fondazione Gimbe che dall' inizio dell' epidemia porta avanti un monitoraggio indipendente sul Coronavirus nel nostro Paese. Nell' ultimo report è emerso un incremento dei nuovi contagi(saliti a quota 114.132 in sette giorni) dopo cinque settimane di calo costante.
Siamo davanti a una ripresa dell' epidemia?
«Tecnicamente siamo in una fase di stabilizzazione della curva che ha raggiunto il picco a fine novembre. La discesa prima è rallentata, poi si è fermata e adesso si intravede un trend in rialzo. Stanno crescendo, seppur lentamente, i ricoveri con sintomi, i posti letto occupati in terapia intensiva e gli attualmente positivi sono arrivati a 571 mila. Con questi numeri il rischio è che la terza ondata si innesti nella fase discendente della seconda».
E quali effetti avrebbe?
«È difficile da prevedere anche perché non sappiamo quanto le zone rosse di Natale abbiano funzionato. E poi c'è la grossa incognita della variante inglese. Quel che è certo è che alla fine della prima ondata avevamo 41 persone in terapia intensiva, oggi i posti letto occupati sono 2.587. Siamo riusciti a flettere quasi completamente le curve nella prima ondata, ma non della seconda».
Perché?
«Il Dpcm del 3 novembre con il sistema dei colori assegnati alle Regioni è arrivato troppo tardi. Ha abbassato le curve di circa il 30%, un effetto moderato (e in parte sovrastimato), ma che adesso si è completamente esaurito. Ora serve una strategia diversa, con misure più rigorose soprattutto nel primo trimestre dell' anno, quando la circolazione del virus è massima e la copertura vaccinale minima. Ci aspettano scelte cruciali: dobbiamo smettere di inseguire il virus con un Dpcm dietro l' altro ed elaborare un piano strategico di medio-lungo periodo che proceda di pari passo con la campagna vaccinale».
Voi la state monitorando. Come procede?
«Con i contratti che sono stati siglati fino ad oggi possiamo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. La situazione potrebbe cambiare con un via libera dell' Ema ad AstraZeneca in tempi brevi, ma è difficile che le 40 milioni di dosi saranno disponibili nel primo semestre. Altrettanto improbabile che le ulteriori forniture di Pfizer e Moderna contrattate dall' Europa vengano consegnate in anticipo».
Quando raggiungeremo quindi l' immunità di gregge?
«Siamo ancora lontani dal tradurre questa straordinaria conquista della scienza in un tangibile risultato di salute pubblica. La comunicazione istituzionale dovrebbe diffondere la massima fiducia nel vaccino, senza sbilanciarsi in previsioni irrealistiche, visto che anche le persone vaccinate devono mantenere tutte le misure di prevenzione».