"DOBBIAMO TROVARE UN ACCORDO CON LA JUVE CHE CI PERMETTEREBBE DI EVITARE I RISCHI, OLTRE CHE DI DARE UN’IMMAGINE DI SQUADRA FATTA DI UOMINI DI VALORE" - SONO LE MAIL DEL CAPITANO GIORGIO CHIELLINI AI SUOI COMPAGNI DI SQUADRA DURANTE LA PANDEMIA, A PROPOSITO DEL TAGLIO DEGLI STIPENDI FINITI NEL MIRINO DELLA PROCURA DI TORINO - FIN DALL’INIZIO SI PARLAVA DI POSTICIPARE I PAGAMENTI E NON DI SEMPLICE TAGLIO, IN LINEA CON QUELLO CHE SOSTIENE CHI STA INDAGANDO SUI CONTI - DOPO CHIELLINI, BONUCCI E CUADRADO DOVREBBE ESSERE ASCOLTATO L'EX ALLENATORE SARRI...
-Massimiliano Nerozzi per il “Corriere della Sera”
Davanti alla prima ondata di pandemia, al blocco del campionato e ai probabili tagli di stipendio, nel marzo 2020 lo spogliatoio della Juve si mosse per trovare un accordo con il club: «Ho parlato con Paratici e con il presidente — scrisse ai compagni Giorgio Chiellini, da buon capitano e laureato in Economia — a proposito dell’emergenza attuale, che ha creato grandi problemi finanziari, soprattutto di liquidità. Il club vorrebbe trovare un’intesa per una nostra partecipazione al momento di difficoltà».
Insomma, un compromesso, cui lavorò anche Leonardo Bonucci. Non era solo una (legittima) questione di tasche, ma anche la presa di coscienza di un disastro planetario: «Credo che anche noi dobbiamo fare un passo, come stanno facendo altri club in Europa, e trovare un accordo che ci permetterebbe di evitare i rischi, oltre che di dare un’immagine di squadra fatta di uomini di valore».
I giocatori, nonostante alcuni stranieri contrari, sceglieranno la «proposta B: marzo 100% nelle prossime stagioni, aprile 0%, maggio 100% nelle prossime stagioni. Giugno: se annullano il campionato 0%, se riusciamo a terminare il campionato 100% nelle prossime stagioni».
Morale: fin dall’inizio si parlava di posticipare i pagamenti e non di semplice taglio, in linea con la contestazione della Procura di Torino, che sta indagando sui conti della Juve, tra plusvalenze e «manovra stipendi».
E ieri, il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, hanno sentito come persone informate sui fatti proprio Chiellini e Bonucci, oltre che Cuadrado.
Audizioni durate circa un paio d’ore ciascuna. I giocatori avrebbero sostanzialmente confermato che si trattò di «differimento» di stipendi e non di «rinuncia»: o meglio, che nell’anno contabile successivo, furono pagate tre mensilità su quattro, come ipotizzato dagli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Torino.
A cui verranno delegate le altre audizioni, tra cui quella dell’allora tecnico Maurizio Sarri. Nell’inchiesta sono indagati 7 dirigenti (ed ex) del club, oltre alla stessa società.