"GRAZIE, MI RICORDERO' DI TE" - IL FORTUNATO VINCITORE DELLA SESTINA DEL SUPERENALOTTO DA 156 MILIONI DI EURO TELEFONA AL GESTORE DELLA TABACCHERIA DI MONTAPPONE PER RINGRAZIARLO, PROMETTENDOGLI UN REGALO - LA VOCE ERA CAMMUFFATA, DIFFICILE RISALIRE ALL'IDENTITA' - POTREBBE ESSERE UN COMPAESANO MA ANCHE UN CAMIONISTA DI PASSAGGIO, LA ZONA E' FAMOSA PER LE FABBRICHE DI CAPPELLI - INTANTO IN PAESE E' CACCIA AL MILIONARIO...

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Domenico Ciarrocchi per "il Messaggero"

 

vincita superenalotto

Chapeau. La patria del cappello si inchina al colpo dei record e abbozza l'identikit del vincitore. La madre di tutte le domande rimbalza da sabato sera in tutta la provincia fermana (e sfiora quella maceratese, confinante): chi ha centrato la sestina del Superenalotto da 156 milioni di euro, quarta vincita di sempre?

 

La prima traccia è la chiamata che il vincitore ha fatto (o chi per lui) ieri mattina alle 7.30 a Gianmario Mennecozzi, gestore della tabaccheria-alimentari teatro del colpo da record. «Un minuto, forse meno, il tempo di dirmi grazie di tutto e poi basta. Mi ha detto anche: mi ricorderò di te. La voce era camuffata, difficile dire di dove potesse essere. Ma sono contento che lo abbia fatto, almeno so che la vincita sarà riscossa», commenta Gianmario.

 

SuperEnalotto tabaccaio

Difficile carpirne l'inflessione dialettale; difficile stabilire se fosse un compaesano o, magari, un camionista di passaggio in un paese piccolo ma abituato a traffici da città molto più grande grazie ai suoi cappellifici disseminati ovunque.

 

«Vorrà dire che in futuro ci ricorderanno anche per la vincita e non solo per i cappelli», commenta con un sorriso chi, anche ieri, si è radunato davanti all' attività commerciale dove è spuntato, inesorabile, lo striscione con la vincita: 156.294.151,36 euro, una cifra da far girare la testa. «Magari è stata una schedina automatica - commenta ancora Mennecozzi, reduce da una notte insonne - di quelle fatte con il computer».

 

jackpot superenalotto

GLI INDIZI Per i detective sulle tracce della fortuna gli indizi sono pochi: l'ora e la data non ci sono nella matrice, prosegue, «nel lotto ci sono, ma per il Superenalotto la Sisal questi dettagli non li dice, anche per la privacy, perché si potrebbe indovinare il vincitore». Il che in una grande realtà può anche non capitare, ma in una piccola, dove le giocate a ogni estrazione sono 500 o 600 come a Montappone, paese di poco più di 1.600 abitanti, renderebbe il possessore del tagliando individuabile.

 

La rivenditoria

La rivendita, lungo una strada a pochi passi dal centro, serve sia residenti che no, cittadini dei paesi vicini, e, appunto, anche i camionisti che vanno nei cappellifici e altra gente di passaggio.

 

«Da oggi abbiamo una nuova cosa per cui essere ricordati, ci hanno chiamato da tutta Italia, speriamo che ora i nostri cappelli siano ancora più famosi», commenta il sindaco Mauro Ferranti. «Siamo euforici, una notizia di questo tipo è di quelle che quando le ricevi suscitano buoni sentimenti» dice ancora il primo cittadino, il quale spera «che adesso sarebbe bello se il nostro possa essere identificato come il paese della fortuna. E sarebbe bello anche contribuire a realizzare qualcosa di utile e importante, come una casa di riposo per anziani. Con questa somma si può realizzare qualsiasi sogno».

 

La schedina vincente

Ma, sogni o no, in paese continuano a scrutarsi l'uno con l'altro. C'è chi scherza e lancia l'idea di fare un rapido giro, stamattina, fra le fabbriche per vedere se ci sia un'assenza sospetta. E chi rilancia il desiderio di fare fronte comune, pensare al proprio paese.

 

I SELFIE «L'importante - commenta l'imprenditore, ovviamente del cappello, Ferruccio Vecchi - è che chiunque sia, sia pronto mentalmente perché è qualcosa che può destabilizzare. E che si ricordi che sono tantissimi soldi e può dividerli per alleviare le sofferenze. A Montappone l'economia deve ripartire, ma le persone si devono muovere».

 

Intanto in negozio curiosi e conoscenti tornano a radunarsi per festeggiare ancora insieme. Scattano selfie. Come se quella valanga di soldi fosse un po' di tutti.