"GRETA E’ MORTA PER ANNEGAMENTO. POTEVA ESSERE SALVATA" – SULL’INCIDENTE NAUTICO DI SALO’ LA PROCURA INDAGA ANCHE PER OMISSIONE DI SOCCORSO. I DUE TEDESCHI ALLA GUIDA DEL MOTOSCAFO CHE HA TRAVOLTO LA BARCA DI UMBERTO E GRETA DOPO L’IMPATTO NON SI SONO FERMATI – SPUNTA ANCHE UN VIDEO. UNO DEI DUE TEDESCHI AL RITORNO NEL RIMESSAGGIO NAUTICO DI SALO’ BARCOLLA E CADE IN ACQUA. ERA UBRIACO? – VIDEO
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Mara Rodella per corriere.it
Ora è arrivata la conferma: Greta Nedrotti — la seconda vittima dell’incidente nautico di Salò, sul lago di Garda — è morta per annegamento. La ragazza ha riportato numerose fratture, ma il decesso è avvenuto per annegamento. Lo confermano gli esami condotti dal medico legale: fratture scomposte alle gambe (già notate al momento in cui il corpo è stato recuperato dal lago), ma nei polmoni c’era acqua e la Tac al collo è risultata di fatto negativa.
Tradotto, non si può escludere che la ragazza di Toscolano, seppur ferita, avrebbe potuto essere salvata. Certo presupponendo che i due tedeschi, alla guida del Riva che ha investito la barca di Umberto e Greta, fossero tornati indietro subito dopo l’impatto per prestarle aiuto. E invece no: i due alla guida del motoscafo hanno tirato dritto, come se niente fosse. Non a caso, la Procura indaga anche per «omissione di soccorso».
Intanto spunta un video in bianco e nero. Sono frame provenienti dalle telecamere di sicurezza del rimessaggio nautico di Salò. Che riprendono il motoscafo Riva che rientra dopo l’incidente avvenuto nella notte di sabato 19 giugno al largo di Portese, sul lago di Garda, che è costato la vita a due giovani gardesani, falciati dall’imbarcazione di lusso guidata da due turisti tedeschi (leggi qui la dinamica dell’incidente). Il video è esplicito: uno dei due tedeschi barcolla e cade in acqua. Era ubriaco? La telecamera mostra un uomo in evidente difficoltà: il tedesco non riesce a reggersi in piedi. Non si tratta del proprietario del Riva, ma del suo amico, il 52enne che il giorno seguente ha accettato di sottoporsi all’alcol test.
Nel frattempo il lavoro degli inquirenti prosegue. Servono esami approfonditi: per capire se Greta Nedrotti — studentessa di casa a Toscolano Maderno — sia morta all’istante o per annegamento. Il suo corpo è stato recuperato domenica pomeriggio, a cento metri di profondità nel lago di Garda, a circa 110 metri dal porto di Portese. Dodici ore prima, il gozzo di legno di Umberto Garzarella — imprenditore 37enne di Salò — che viaggiava con lei, era stato avvistato poco distante da un pescatore di San Felice: il corpo del ragazzo, esanime, ancora a bordo. Torace e addome dilaniati dallo scontro con un Riva aquamara di due turisti tedeschi verso le 23 di sabato sera: le lacerazioni compatibili con l’impatto delle eliche, l’aorta addominale recisa, stando all’autopsia è morto sul colpo.
Per Greta invece non è così facile ricostruire i suoi ultimi istanti. Iniziato ieri mattina, l’esame autoptico — condotto dal medico legale Maria Cristina Russo, presenti i consulenti incaricati da procura, difesa e parti offese — è stato sospeso per essere ripreso oggi alle 8.30: in programma una tac toracica e all’altezza della gola della ragazza per capire se anche lei sia deceduta all’istante o se invece la causa della morte sia successiva allo scontro, pur di poco, e dovuta all’annegamento. Gli approfondimenti si sono resi necessari dopo il riscontro di un’«anomalia»: un segno e una tumefazione sul collo di Greta, oltre a una corda incastrata fra i suoi capelli. Profonde le ferite sulle gambe, un piede semi-amputato.
I due turisti a bordo del Riva, P.K. e C.T, manager e finanziere di 52 anni già rientrati a Monaco, sono indagati (titolare del fascicolo il pm Maria Cristina Bonomo) per omicidio colposo e omissione di soccorso. Chi li ha visti rientrare al rimessaggio, quella notte, sostiene fossero alterati, che avessero bevuto (e il video lo potrebbe ora confermare). Il Riva aveva imbarcato acqua. «Abbiamo sbattuto contro qualcosa, ma non sappiamo cosa», dicevano. Uno è risultato negativo all’alcoltest, l’altro, come detto, si è rifiutato di farlo.