"MI RICORDO CHE ERO CHINATO NEL TAXI E SBATTEVO LA TESTA. POI BASTA" - PARLA LUCA LOMBARDO, IL 27ENNE VOLATO SUL MARCIAPIEDE A FACCIA IN GIÙ A CREMONA, IN UN LAGO DI SANGUE E CON LESIONI GRAVISSIME, DOPO UNA LITE COL TASSISTA 68ENNE GIOVANNI CARRERA PER UNA QUESTIONE DI 10 EURO: "MAI MI SAREI BUTTATO DAL TAXI IN CORSA, IL CONDUCENTE ERA NERVOSO, ANDAVA A TUTTA VELOCITÀ" - GLI INVESTIGATORI NON CREDONO ALLA VERSIONE DI CARRERA...

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Francesca Morandi per il "Corriere della Sera - Edizione Milano"

 

LUCA LOMBARDO

«Non è vero che ci eravamo accordati per andare al bancomat. Ricordo che nella mano sinistra avevo il telefonino, nell'altra il portafoglio. Il tassista ha detto che andava piano? È una balla. Dall'hotel alla discesa per via dell'Annona lui non andava per niente piano. Mi ricordo che ero chinato nel taxi, sbattevo la testa. Poi, basta».

 

Luca Lombardo ha 27 anni, un ciuffo di riccioli sulla fronte, il pizzetto e un bellissimo sorriso. Sta pian piano recuperando, dopo quella violenta botta in testa. Se l'è presa la notte di Natale, cadendo dal taxi van, durante una lite per 10 euro con Giovanni Carrera, 68 anni, il tassista cremonese da ieri agli arresti domiciliari con l'accusa di averlo sequestrato e di avergli causato lesioni gravissime.

 

il tassista giovanni carrera 2

Da tre anni, Luca gestisce due chioschi di benzina in città, uno in via Mantova, l'altro in via Massarotti. Nei progetti c'è il terzo a San Daniele Po, dove abita con mamma, papà e la sorella.

 

Da qualche giorno è tornato a lavorare. Ieri era al chiosco di via Mantova con la zia Silvana. «Sono contento di essere tornato al lavoro». Racconta: «La vigilia di Natale, dopo cena, ero andato con le mie amiche Alessia e Ramona in un locale, la Chiave di Bacco, in piazza Marconi. Mi ricordo la torta, il gin tonic. Ricordo anche che poi siamo usciti. Alle tre del mattino, le mie amiche avevano fame. In un distributore lì vicino ho preso delle patatine e dell'acqua».

 

il tassista giovanni carrera 1

Il dopo di Luca è pieno di «non ricordo». Alle tre e mezza i ragazzi hanno chiamato un taxi. E come già accaduto altre volte, avevano deciso di fermarsi a dormire in un b&b. In piazza Marconi li ha caricati Giovanni Carrera.

 

«Non mi ricordo chi ha chiamato il taxi», aggiunge Luca. Alessia e Ramona alla polizia hanno raccontato della lite sul pagamento della corsa: 20 euro in tutto. «Avevamo 10 euro. Avrei pagato il resto con il bancomat. Le mie amiche hanno detto che il tassista aveva cominciato ad alzare la voce, ma non mi ricordo. Ricordo invece che Alessia ha detto "andiamocene" e ha aperto il portellone. Lei è scesa dall'auto, seguita da Ramona. Io non ce l'ho fatta. Il tassista è ripartito a forte velocità. Ma mai mi sarei buttato dal taxi in corsa».

 

taxi 3

Luca è finito a faccia in giù in un lago di sangue. La corsa in ospedale, il ricovero in Terapia intensiva, poi in Neurochirurgia. Il 31 dicembre, papà Nino ha telefonato a zia Silvana: «Luca si è svegliato e ha chiesto di fare colazione». E in famiglia hanno tirato il primo sospiro di sollievo. Il 10 gennaio è tornato a casa. «Non vedevo l'ora, ma non sapevo che cosa mi fosse successo».

 

taxi 1

Diversa la versione del tassista: «Le ragazze sono scese, il giovane è rimasto su. Eravamo d'accordo di andare al bancomat. Sono partito, ho dato un colpetto ai freni. Di solito il portellone si chiude. Non si è chiuso. Dopo 5-10 metri mi sono fermato, sono sceso e l'ho chiuso. Andavo pianissimo. Il ragazzo ha ricevuto una telefonata. Ho l'impressione che l'amica gli abbia detto: "Scendi". Mi sono voltato, non c'era più. Secondo me, aveva già aperto il portellone, probabilmente non ha centrato il predellino ed è caduto».

 

taxi 2

La sua verità non ha trovato riscontro nell'attività investigativa: «La sua versione è incompatibile con i tempi di percorrenza del taxi dall'hotel fino al luogo dell'incidente». Infine, l'intercettazione del 7 febbraio che inchioda Carrera: «Il pm mi ha detto che il ragazzo è a casa, non è più in ospedale, ma le sue condizioni di salute sono ancora molto gravi. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva».