"ALLA MIA ETÀ MI AUGURO DI MORIRE RIDENDO" - EMILIO FEDE FA 91 ANNI: "SONO UN GIORNALISTA CHE NON HA MAI SMESSO DI ESSERLO, NEMMENO PER UN GIORNO" - ADESSO HA UNA TRASMISSIONE CHE SI CHIAMA "PUNTI DI VISTA" E VA IN ONDA SU "GO TV": "È UNA PICCOLA EMITTENTE FATTA DA RAGAZZI GIOVANI E PER BENE: PER QUESTO HO DETTO SUBITO SÌ. NON SAPETE QUANTA GENTE E' CONTENTA PER QUESTO MIO RITORNO. SU INSTAGRAM OGNI GIORNO CONFEZIONO TRE EDIZIONI DEL MIO PERSONALE TG. HO GIÀ RAGGIUNTO QUOTA 60 MILA FOLLOWER E LA COSA MI RIEMPIE DI GIOIA"
-Marco Menduni per “Specchio – La Stampa”
Racconta Emilio Fede che uno dei suoi più cari amici gli ricorda sempre: «La vita è un minutino». Per lui è un minutino lungo novant'anni «ma è pur sempre un minutino in cui si mescola tutto, i momenti migliori e quelli peggiori, ma l'importante è non gettare mai la spugna».
Dei momenti brutti, quelli che hanno attraversato i tempi più recenti della sua vita, ha deciso di non parlare più. Rimane così da raccontare come trascorre le sue giornate un personaggio entrato nelle case di tutti gli italiani.
«Un giornalista - dice di sé - che non ha mai smesso di esserlo, nemmeno per un giorno». La novità più recente è il ritorno sul piccolo schermo.
La trasmissione si chiama "Punti di vista" e va in onda su Go Tv: «È una piccola emittente fatta da ragazzi giovani e per bene, che si occupa della gente: per questo ho detto subito sì».
È felice: «Non sapete quanta gente si è fatta viva, contenta per questo mio ritorno». Registra da casa? «Macché, vado in studio». Così si svela un dettaglio di come scorra la sua esistenza quotidiana. «Molto tempo - racconta - lo trascorro con gli amici che mi chiamano al telefono e che io chiamo. Sono felice di sentirli». Ginnastica e cyclette per mantenersi in forma.
Dove vive oggi? «In un bel residence a Milano 2, che era di Silvio Berlusconi». Si commuove: «Mia moglie ha avuto il tempo di arredarlo». Diana de Feo è mancata un anno fa e ora gli tocca mantenere un impegno, «se ci sarò».
Il 24 giugno leggerà il suo testamento: «Mi complicherà la vita, c'è di tutto. Ma a me interessa una cosa soltanto: avevamo una bellissima casa ad Anacapri. Io dirò agli altri eredi: mi tengo Anacapri, voi fate quello che volete».
Una villa «che io e Diana abbiamo comprato e che abbiamo messo insieme in piedi.
Anzi, più lei di me».
Poi ci sono i social network. La scoperta di Instagram: «Ogni giorno confeziono tre edizioni del mio personale Tg. Ho già raggiunto quota 60 mila follower e la cosa mi riempie di gioia».
Racconta ancora: «Sento sempre l'affetto di tantissime persone. È vero: le forze dell'ordine sono intervenute perché alcune persone mi hanno insultato e minacciato e io le ho ovviamente denunciate. Ma sono state pochissime. Pochissime. La maggior parte è felice di potermi rivedere e seguire attraverso i social».
E poi scorrono i ricordi di una vita. «I primi servizi per i quotidiani, quando venivo pagato a riga. Ero un giornalista squattrinato e a Diana lo ripetevo sempre. Lei proveniva da una famiglia famosa e abbiente, io le chiedevo: ma perché hai voluto sposare un giornalista squattrinato?».
Poi la carriera si impenna. Inviato in Africa per otto anni. Un periodo della sua vita che, da tempo, vorrebbe raccogliere in un documentario. Poi conduttore, e direttore, del Tg1. L'incontro con Silvio Berlusconi e il passaggio alla direzione del Tg4: "E fu un successo clamoroso».
Scorrono i ricordi di una carriera giornalistica lunghissima: «Sono saltato su una mina in Angola, mi sono salvato dall'esplosione di un aereo a Nairobi, mi hanno arrestato, sono stato ferito».
E poi? Poi ci ride ancora su, su quella frase pronunciata in un fuorionda nel 2003. «È la famosa esclamazione "che figura di m". Ho visto che "Striscia" l'ha utilizzata ancora qualche sera fa. È diventata iconica!».
Come venne fuori spontanea, l'ha raccontato in passato: «Catturano Saddam Hussein, vado in studio per un'edizione straordinaria e annuncio con enfasi un fatto di cronaca straordinario. Cosa viene mandato in onda come immagine? La foto di Berlusconi. Ma che figura di m...».
Ha scritto anche un libro («uno dei miei 16») con quel titolo. Ora ne ha un altro pronto nel cassetto. Ogni tanto lo rilegge, lo aggiorna, lo rifila: «Quando trovo il tempo, io lavoro sempre». Il titolo: Morire ridendo. Scritto con una consapevolezza di fondo: «Alla mia età sai che accadrà. Il modo migliore di farlo? Appunto ridendo».