"NOI NON CI IMMISCHIAMO CON FALCONE E BORSELLINO. IO MAI GLIEL'HO MANDATO MIO FIGLIO A QUESTE COSE: VERGOGNA" - SONO LE PAROLE DI UNO DEI FERMATI NELL'OPERAZIONE ANTI MAFIA "TENTACOLI" A PALERMO, CHE HA VIETATO A UN'AMICA DI MANDARE LA FIGLIA A UNA MANIFESTAZIONE IN RICORDO DELLA STRAGE DI CAPACI - LA MAFIA MIRAVA ALLA COSTRUZIONE DI UN CIMITERO PRIVATO PER ENTRARE NEL BUSINESS DELLE SEPOLTURE - LA DIFFICOLTA' DEI CLAN NEL RISCUOTERE IL PIZZO, FACEVA IMPAZZIRE LE MOGLI DEI DETENUTI CHE MINACCIAVANO I BOSS: "SE NON CI DATE L'ASSEGNO MENSILE FACCIAMO PENTIRE I NOSTRI PARENTI IN CARCERE"


MAFIA: BLITZ A PALERMO, 16 FERMATI

(ANSA) - Polizia e Carabinieri, su delega della Procura di Palermo, hanno fermato 16 persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione aggravata del metodo mafioso nell'ambito di una operazione che chiude due anni di indagini sul mandamento mafioso di Brancaccio-Ciaculli. L'inchiesta ha svelato gli organigrammi delle famiglie mafiose di Roccella e di Brancaccio, individuato gli elementi di vertice dei clan e ricostruito 50 episodi estorsivi.

 

PALERMO - OPERAZIONE ANTI MAFIA TENTACOLI

Il territorio, emerge dagli accertamenti degli inquirenti, è fortemente condizionato dalla presenza di cosa nostra e gli imprenditori e i commercianti, prima di avviare le loro attività, sono soliti chiedere l'autorizzazione al referente mafioso della zona. Nessuna vittima del racket ha presentato denuncia alle forze dell'ordine.

 

MAFIA: BOSS AD AMICA,NON MANDARE FIGLIA A INIZIATIVE FALCONE

(ANSA) - "Noi non ci immischiamo con Falcone e Borsellino. Non ti permettere. Io mai gliel'ho mandato mio figlio a queste cose… vergogna", gridò Maurizio Di Fede, uno dei mafiosi fermati nell'operazione Tentacoli della Squadra Mobile di Palermo, ad una amica che aveva mandato la figlia a una manifestazione in ricordo della strage di Capaci. La storia, che risale al maggio di tre anni fa, emerge dagli atti dell'indagine. "La bambina da un mese si prepara. Ma in fondo, è solo una cosa scolastica", replicó la donna. Di Fede non voleva sentire ragioni: "Noi qua non ci immischiamo con i carabinieri. Noi non ci immischiamo con Falcone e Borsellino… queste vergogne sono".

PALERMO - OPERAZIONE ANTI MAFIA TENTACOLI

 

La madre della piccola insisteva, la bambina teneva particolarmente ad andare con i compagnetti al giardino della Magione, alla Kalsa, per l'iniziativa organizzata dalla Fondazione Falcone. Di Fede sbottò: "Alla Magione, là sono nati a cresciuti, i cornuti là sono nati", disse alludendo a Falcone e Borsellino. Di Fede controllò che la bimba realmente non andasse alla manifestazione. Tornò più volte a casa dei suoi amici, per accertarsene perché era diventata ormai una questione d'onore.

 

Un giorno si portò dietro il giornale, che annunciava la manifestazione: "Anniversario della strage di Capaci, oltre settantamila studenti pronti a invadere Palermo", lesse a voce alta. Apriti cielo. "Là dove deve andare la bambina, la sbirra", disse. La madre prese le difese della piccola. "Se gli mandi la bambina sei una sbirra", continuò. "Falcone, minchia che cosa inutile", concluse.

 

PALERMO - OPERAZIONE ANTI MAFIA TENTACOLI

MAFIA: BOSS PUNTAVA SU BUSINESS SEPOLTURE

 (ANSA) - L'emergenza sepolture a Palermo è un affare su cui la mafia del "mandamento" di Ciaculli, in grave emergenza economica, avrebbe voluto mettere le mani per fare soldi. Emerge dall'indagine che ha portato a 16 fermi. Era stato il boss Giuseppe Greco, finito in manette nella notte nell'operazione "Stirpe", ritenuto il nuovo capomafia di Ciaculli dopo l'arresto del nipote Leandro, a chiedere a Filippo Bisconti, ex capomafia di Belmonte Mezzagno, oggi collaboratore di giustizia, di realizzare un cimitero privato.

 

"Ha sempre gestito le terre di famiglia - ha raccontato Filippo Bisconti - a un certo punto ebbe un tracollo finanziario, non so perché. Mi propose di realizzare un cimitero privato per Palermo, facemmo alcuni incontri per discutere dell'affare". Progetti che al momento sembra siano rimasti tali.

PALERMO - OPERAZIONE ANTI MAFIA TENTACOLI

 

MAFIA:BLITZ PALERMO; QUESTORE, MOGLI DETENUTI MINACCIANO BOSS

(ANSA) - "Penso che su un mandamento mafioso storico e radicato come quello di Brancaccio l'attività del racket non sia mai cessata. Dai riscontri investigativi della questura, coordinati dalla Dda, si conferma che la mafia trae sostentamento da racket e droga. Il racket serve per mantenere le famiglie dei carcerati. Anche durante il lockdown le estorsioni sono andate avanti. Certo con qualche difficoltà.

 

Abbiamo ricostruito 50 estorsioni e altre 50 sappiamo che sono avvenute ma sulle quali non abbiamo elementi probatori certi spendibili processualmente". Lo afferma il questore di Palermo Leopoldo Laricchia commentando l'operazione Tentacoli della squadra mobile che ha portato nella notte a 13 fermi nei mandamenti Brancaccio e Roccella.

 

"Sono state prese di mira - aggiunge - tutte le attività commerciali. Gli uomini di cosa nostra avevano difficoltà a riscuotere il pizzo e dovevano giustificarsi anche con i parenti dei carcerati che non ricevevano il sostegno economico atteso. A volte le mogli dei detenuti minacciavano i boss per il mancato assegno mensile prospettando la possibilità di fare pentire i parenti".